IN FRANCIA L’OSTEOPATIA È UNA COSA SERIA E IL GOVERNO METTE REGOLE SEVERE IN UN SETTORE SPESSO POPOLATO DI CIARLATANI – BOCCIATE 23 SCUOLE PRIVATE SU 37: A SETTEMBRE RISCHIANO DI NON RIAPRIRE – GLI OSTEOPATI: “AVEVAMO BISOGNO DI MAGGIORI GARANZIE”
Daniele Mastrogiacomo per “la Repubblica”
C' è grande allarme tra gli aspiranti osteopati francesi. Metà degli istituti dove si insegna l' antica arte della manipolazione ossea, la tecnica che riequilibria il nostro corpo con precise distorsioni, pressioni e terapie sulle fasce infiammate dei nostri muscoli, non ha passato l' esame dei tecnici del ministero della Sanità. Solo 23 su 37 scuole private, dove per cinque anni si cimentano su libri e pazienti volenterosi migliaia di studenti, potranno riaprire i battenti il primo settembre.
Colpa e insieme merito del rigore imposto dalla riforma voluta dalla ministra Marisol Touraine decisa a dare una svolta a un mestiere spesso popolato da molti ciarlatani. La Francia vanta un primato di tutto rispetto: è il paese al mondo dove esercita il numero più alto di osteopati e chiroprati.
Uno ogni 2.978 abitanti. Ufficialmente 22.318 sono iscritti all' albo che solo nel 2002, dopo una lunghissima battaglia, è stato riconosciuto. A fine 2015 dovrebbero superare i 30 mila.
Sono tutti bravi, capaci, professionali? Imparare un mestiere che ha da poco compiuto 141 anni, inventato dall' americano Andrew Taylor Still e da lui diffuso in tutto il mondo, obbliga ad avere una profonda conoscenza del corpo umano. Ma anche del suo sistema nervoso e perfino della sua psiche. Correggere certe distorsioni è decisivo. Se non si vuole soffrire e poi magari essere condizionati per il resto della vita.
Decisa a mantenere alto il valore del suo primato, la Francia ha varato nel 2014 una riforma della professione. Ha preteso il doppio (4.860 in 5 anni) delle ore di lezione, un tirocinio pratico clinico rafforzato, un numero minimo (150) di consulenze convalidate da un professionista. Alle scuole ha poi chiesto la presenza a tempo pieno di un formatore ogni 25 studenti e la pubblicazione di relazioni sull' inserimento professionale dei propri diplomati dopo un periodo tra i 18 e i 36 mesi dalla loro licenza scolastica.
I sindacati di categoria e la Federazione degli studenti in osteopatia (FedEo) hanno appoggiato la nuova riforma. Anche loro erano convinti della necessità di una svolta. Ma quando il 9 luglio scorso è uscito l' elenco degli istituti che avevano passato l' abilitazione del ministero, sono tutti insorti. Quattro dei 14 esclusi hanno fatto ricorso. Il provvedimento, nei loro confronti, è stato sospeso ma solo per motivi d' urgenza.
Si attendono adesso le repliche del ministero che, a parere degli esperti, prevarranno.
Le conseguenze si riflettono soprattutto sugli studenti. Quelli del quinto anno riusciranno, in qualche modo, a conseguire il diploma. Ma gli allievi del terzo e del quarto rischiano di ritrovarsi a spasso. Sono centinaia. Possono tentare di iscriversi negli istituti in regola che, ovviamente, sono già al completo.
I danni economici sono ingenti: la scuola da osteopati costa 8 mila euro l' anno. Il governo tira dritto. Sostenuto anche dai professionisti del settore. «Questa riforma» - afferma Thibault Dubois, segretario degli osteopati francesi (Sfdo) - permette ad ogni studente di uscire con gli stessi strumenti in mano e la stessa professionalità. Avevamo bisogno di maggiori garanzie sulle tecniche e le qualità dei futuri colleghi. Oggi finalmente le abbiamo».