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QUASI QUASI MI SEPARO - IN ITALIA IL 7% DELLE COPPIE CHE SI MOLLA LO FA PER FINTA - DIVIDERSI 'SULLA CARTA' E’ UN MODO PER PAGARE MENO TASSE, GODERE DI PARTICOLARI AGEVOLAZIONI E SFUGGIRE AI CREDITORI IN CASO DI DEBITI - GLI AVVOCATI SPIEGANO COME SI FA, A CHI CONVIENE DAVVERO E QUALI SONO I RISCHI
Ilaria Lonigro per http://d.repubblica.it/
Cara, ti amo: separiamoci”. È la proposta indecente che sempre più italiani, seppur innamoratissimi, arrivano a farsi, per convenienza. Soprattutto i redditi medio alti, infatti, traggono dei vantaggi non indifferenti da una finta separazione: le seconde case diventano prime, una per coniuge, con un bel risparmio fiscale; e pure i figli costano meno, perché si riducono le tariffe di mensa scolastica, scuolabus, tasse universitarie e sanità.
Non sono pochi quelli che scelgono questa messinscena al limite della legalità: in Italia è finto il 7% delle separazioni, secondo l’Associazione Italiana Matrimonialisti, vale a dire circa 6400 delle 91000 complessive riportate dall’Istat nel 2015. I più, poi, restano impuniti, perché è quasi impossibile smascherarli. D.it ne parla con l’avvocato Marzia Sperandeo, presidentessa per la Liguria dell’Associazione Matrimonialisti Italiani, che rivela le 12 cose da sapere su questa preoccupante tendenza.
1) COSA SPINGE A SEPARARSI PER FINTA
È un vecchio trucco. Non è una novità che esistano i “separati di facciata”. La notizia, però, è che sono in aumento. “Il fenomeno delle finte separazioni esiste da molto tempo. Ma, come l'Ami ha rilevato attraverso un'indagine condotta sui casi esistenti in Italia, è una tendenza in crescita, anche a causa della forte pressione fiscale. Il fine, spesso, è proprio eludere il fisco” conferma l’avvocato Marzia Sperandeo, presidentessa per la Liguria dell’Associazione Matrimonialisti Italiani.
2) COME SI FA E QUANTO COSTA
Avvenendo di comune accordo, la separazione è una passeggiata. “Perché sarà ovviamente di tipo consensuale” dice Sperandeo. Tradotto: basta un solo avvocato, anziché due, per sbrigare le pratiche, i cui tempi sono ridottissimi, anche di qualche settimana.
Spiega l'avvocato Gilda Fasolino: "Attualmente i coniugi hanno quattro alternative se vogliono separarsi consensualmente:
1. separarsi con l’assistenza di due avvocati odello stesso avvocato, che depositerà il ricorso presso il Tribunale ove si terrà l’udienza;
2. separarsi con la negoziazione assistita dei soli avvocati (uno per ciascuna parte), senza recarsi in Tribunale;
3. separarsi di comune accordo in Tribunale senza l’assistenza dell’avvocato, proponendo domanda di separazione a seguito della quale sarà fissata un’udienza (il costo sarà di soli 43 euro);
4. nei casi più semplici (in assenza di figli minori o maggiorenni economicamente non autosufficienti o disabili e non vi siano questioni patrimoniali), la coppia può recarsi direttamente al Comune e separarsi dinanzi all’ufficiale di stato civile. Pertanto in questa ultima ipotesi il costo della separazione equivale esclusivamente al pagamento di un diritto fisso pari a 16 euro.
I costi di una separazione consensuale con l’assistenza di un avvocato variano in media dai 500 ai 3.000 euro. La parcella può aumentare qualora nell’accordo di separazione i coniugi decidano di inserire anche clausole sul trasferimento di beni o se è necessaro dividere il patrimonio" conclude Fasolino.
3) I VANTAGGI
Separandosi, entrambi i coniugi ottengono dei vantaggi fiscali. “Come prima conseguenza, salta il reddito unico familiare. Viene stabilito ovviamente un assegno che un coniuge versa all'altro, con conseguenti sgravi fiscali. In più, il più ricco dei due paga meno tasse, scendendo di scaglione” conferma l’avvocato Marzia Sperandeo.
4) LA DIVISIONE DEGLI IMMOBILI
A separarsi per convenienza sono soprattutto le famiglie con più di un immobile. Almeno sulla carta, infatti, i coniugi si dividono le case di proprietà, finendo con il pagarci meno tasse sopra. “Uno dei due trasferisce la residenza in un immobile che prima era riconosciuto come seconda casa, e che così diventa prima casa, con ulteriori vantaggi fiscali” aggiunge Marzia Sperandeo.
5) FUGA DAI DEBITI
A volte la finta separazione è un escamotage per aggirare i debiti di uno dei due coniugi ed evitare di onorarli. “Il coniuge indebitato, per proteggere il più possibile i beni familiari, di solito intesta tutto all'altro, dal quale si separa, in modo da eludere i creditori” ammette l’esperta di diritto della famiglia. Fino al caso estremo in cui il debitore si fa passare per nullatenente, per non subire pignoramenti.
6) AL SICURO IN TRIBUNALE
Anche di fronte a un giudice, i finti separati hanno dei vantaggi. Se infatti vengono condannati a pagare dei risarcimenti, possono farla franca e non pagare, se hanno intestato tutto al coniuge. “Accade in caso di possibili problemi di carattere penale: se tira cattiva aria, la finta separazione viene fatta per dividere anche i patrimoni” conferma l’avvocato.
7) I FIGLI COSTANO MENO
In caso ci siano dei bambini, formalmente vengono messi a carico di uno dei due genitori, che ne trae dei vantaggi fiscali. “I figli di fatto finiscono normalmente a carico della madre, con conseguenti sconti su tasse scolastiche e sanità, solo per fare due esempi” afferma Marzia Sperandeo.
8) I FURBETTI IMPUNITI
Tra aliquota più bassa, sgravi per l'assegno versato alla moglie e altri vantaggi, i finti separati arrivano a risparmiare migliaia di euro nel corso degli anni. “A danno dello Stato. Al momento, purtroppo, salvo interventi della Guardia di finanza e indagini accurate, non ci sono molti rimedi. Sappiamo che in alcuni casi, ma non in grandi percentuali, i finti separati sono stati scoperti. E qualcuno a quel punto ha persino simulato una miracolosa riconciliazione!” rivela la presidentessa di Ami Liguria.
9) COSA SI RISCHIA: SANZIONI E DENUNCE
"Chi si separa fittiziamente commette un reato che puà andare dalla truffa ai danni dello Stato (art. 640 codice penale) alla bancarotta fraudolenta" dice l'avvocato Gilda Fasolino. "Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.
Aggravati con pena reclusione da uno a cinque anni e multa da euro 309 a euro 1.549 nei seguenti casi:
1) se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico o col pretesto di far esonerare qualcuno dal servizio militare;
2) se il fatto è commesso generando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l'erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell'Autorità;
10) SCOPRIRE L'INGANNO
"Scoprire una separazione fittizia non è per nulla semplice" continua l'avvocato Fasolino. "Occorre che prenda l’iniziativa un delatore o un soggetto interessato in quanto offeso cioè il Fisco o un creditore.
E se si pensa che l’Italia ha la maglia nera nell’Unione Europea in tema di evasione fiscale, si capisce anche bene come scovare i finti separati non sia così naturale. Ancora una volta, il dubbio è amletico: intensificare controlli e sanzioni per ridurre le tasse o ridurre prima le tasse per rendere a tutti più facile rispettare la legge e poi potenziare i controlli? A mio parere la seconda, e tutti sarebbero meno separati e più contenti".
11) GLI AVVOCATI NON SONO CONSENZIENTI
L’avvocato Marzia Sperandeo racconta invece che alcunie coppie si sono rivolte a lei per simulare una separazione. “Mi sono capitati casi in cui i coniugi hanno esplicitato di volersi separare per finta, ma ho preferito che si rivolgessero a qualcun altro, ovviamente. Non è detto però che i potenziali clienti siano sinceri fino in fondo. Non sempre chi si rivolge al legale rivela il fatto che si tratti di una finzione, e anche per noi è difficile capirlo” riflette l’avvocato.
12) FINALE A SORPRESA
Prima di separarsi per finta, i furbetti devono pensarci due volte. Perché, oltre al pericolo di essere scoperti, potrebbero ritrovarsi senza più il becco di un quattrino. “È capitato, a volte, che la coppia si separasse di comune accordo per convenienza, e che poi, una volta conclusa la separazione, lei lasciasse per davvero il marito che nel frattempo le aveva intestato tutto per eludere il fisco” rivela, al telefono con D.it, Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione Matrimonialisti Italiani.