MEMENTO TU-MORI - IN ITALIA NEL 2013 SONO STATI DIAGNOSTICATI OLTRE MILLE CASI AL GIORNO DI TUMORE MA CRESCE LA PERCENTUALE DI CHI GUARISCE - OGGI SEI PAZIENTI SU DIECI CE LA FANNO

Vera Martinella per “Corriere.it

 

sebino  nela  sebino nela

In realtà c’è sempre stato, ma solo nell’ultimo secolo è diventata una delle malattie più diffuse in tutto il mondo. Per la prima volta nominato «nemsu» in papiri egizi del 1600 avanti Cristo, il cancro compare anche negli scritti del medico greco Ippocrate, il primo a coniare il termine carcinoma. Quando se ne parla oggi, a lasciare sbalorditi molti sono i numeri in costante aumento, tanto che solo in Italia nel 2013 sono stati diagnosticati oltre mille casi ogni giorno. C’è però anche un messaggio positivo che è più difficile far passare: è tempo di abbandonare il concetto di «male incurabile».

 

roberto  gervaso  roberto gervaso

Alla fine degli anni Settanta solo poco più del 30 per cento delle persone colpite dal cancro sconfiggeva la malattia. Negli anni Novanta quasi il 47 per cento, oggi ce la fanno circa sei pazienti su dieci e in molti casi in cui non si può puntare alla guarigione si riesce però a trasformare il tumore in una malattia cronica, con cui poter convivere per anni.

UMBERTO VERONESI UMBERTO VERONESI

 

Esistono oggi moltissime terapie, c’è sempre una cura che è possibile fare e se è vero che alcuni tumori restano purtroppo imbattibili è altrettanto vero che le guarigioni sono in crescita da anni. E soprattutto nell’ultimo decennio sono stati fatti progressi impensabili anche solo prima del Duemila. Non solo. Grazie ai passa avanti fatti dai ricercatori di tutto il mondo, oggi il cancro è un nemico più «conosciuto»: in molti casi si può diagnosticare agli esordi, quando le probabilità di sconfiggerlo sono maggiori, oppure addirittura prevenirlo, con vaccini o evitando certi comportamenti o sostanze che si sa che porteranno ad ammalarsi.

 

«Espressione fuorviante e allarmistica»

ricerca sul  cancro   ricerca sul cancro

È questo l’obiettivo del libro «Il male incurabile. I progressi nella lotta contro il cancro e il nuovo ruolo della comunicazione», presentato in un convegno al Ministero della Salute, con l’intervento del Ministro Beatrice Lorenzin e realizzato in occasione del primo anno di attività della Fondazione Insieme contro il Cancro.

 

«Sono stati raggiunti risultati importanti - dice Francesco Cognetti, presidente della Fondazione -. Non si può più parlare di male incurabile, un’espressione fuorviante e allarmistica, dovuta a ignoranza. Sta cambiando la percezione della patologia da parte dei cittadini e questo volume (quasi 170 pagine, Intermedia Editore, ndr) si pone l’obiettivo di offrire un’istantanea, il più attuale possibile, sull’argomento cancro nelle sue varie sfaccettature».

 

nicola  pietrangeli  nicola pietrangeli

I primi capitoli affrontano il tumore da un punto di vista scientifico: che cos’è, quanto è diffuso in Italia, come viene diagnosticato e curato, quali sono le principali norme di prevenzione oncologica e quali i progressi compiuti negli ultimi 40 anni.

 

Seguono le testimonianze di cinque pazienti che hanno affrontato l’esperienza della malattia: Roberto Gervaso (giornalista e scrittore), Sebino Nela (ex calciatore e commentatore tecnico in televisione), Nicola Pietrangeli (tennista, vincitore di due edizioni del Roland Garros, 1959-1960), Marina Ripa Di Meana (scrittrice e stilista) ed Elisabetta Iannelli (avvocato, vicepresidente dell’Associazione Italiana Malati di Cancro e Segretario di Insieme contro il Cancro).

 

Mentre la seconda parte del libro è dedicata alle interviste a 15 direttori di testate giornalistiche nazionali: Giulio Anselmi (Ansa), Bianca Berlinguer (Tg3), Mario Calabresi (La Stampa), Virman Cusenza (Il Messaggero), Ferruccio de Bortoli (Corriere della Sera), Roberto Iadicicco (Agi), Bruno Manfellotto (Espresso), Giuseppe Marra (Adnkronos), Ezio Mauro (Repubblica), Mauro Mazza (Rai Sport), Clemente Mimun (Tg5), Andrea Monti (Gazzetta dello Sport), Roberto Napoletano (Il Sole 24 Ore), Luciano Onder (Tg2) e Alessandro Sallusti (Il Giornale).

 

lotta  cancro  lotta cancro

«Abbiamo voluto capire - sottolinea Cognetti - come i media trattino l’argomento “cancro”, come deve essere oggi una corretta comunicazione ai cittadini su questo tema, quali rischi si corrono nel trattare queste notizie e quale ruolo devono svolgere i giornalisti per offrire la giusta lettura. Abbiamo dato la parola ai direttori e abbiamo chiesto loro di assumere un impegno preciso: cancellare l’espressione “male incurabile” dalle testate di cui sono responsabili. Perché sappiamo che un’informazione corretta può rappresentare la prima medicina».

 

Secoli di lenti progressi e alcuni «anni d’oro»

Da quando è nata nel corso del 1700, epoca in cui alcuni scienziati iniziarono a studiare gli effetti cancerogeni di alcune sostanze come il tabacco o la fuliggine, l’oncologia medica ha fatto molta strada. Spesso procedendo lentamente, perché i tempi della ricerca scientifica e delle sue conquiste sono lenti, fatti da piccoli impercettibili progressi molto più che da clamorose e improvvise scoperte. Alcune date, però, restano simboliche.

 

elisabetta  iannelli elisabetta iannelli

Come il 1973, anno in cui inizia, per opera di Umberto Veronesi, la prima sperimentazione della quadrantectomia per il tumore al seno: una tecnica innovativa che consiste nell’asportazione di un ampio quadrante di tessuto mammario con un margine di tessuto circostante e consente di risparmiare alle donne l’asportazione dell’intera mammella. In quello stesso anno l’oncologo italiano Gianni Bonadonna è il primo a introdurre la chemioterapia, cioè la cura attraverso i farmaci, per il tumore del seno.

 

Sempre in quell’anno cruciale gli scienziati Frederick Sanger, Walter Gilbert e Allan Maxam creano due tecniche per sequenziare il Dna, una scoperta importantissima poiché conoscere il Dna dei tumori può permettere di scegliere la cura più adeguata in base alle mutazioni che hanno causato la neoplasia.

 

Dalla seconda metà degli anni Settanta e per tutti gli anni Ottanta l’informatica fa passi da gigante e permette la messa a punto di nuovi strumenti per la diagnosi precoce. Nel 1981 due epidemiologi (Richard Doll e Richard Peto) pubblicano il primo elenco scientificamente controllato dei principali fattori di rischio che determinano la comparsa di un tumore: ci sono il fumo di sigaretta, l’alimentazione e altre cause come virus, ormoni e radiazioni. Nasce la prevenzione oncologica.

 

Marina Ripa di Meana Marina Ripa di Meana

In tutto il mondo vengono lanciate campagne informative per sensibilizzare la popolazione a sottoporsi a test di screening e ad adottare stili di vita sani. Nel 1990 prende il via il Progetto Genoma Umano (completato nel 2000): gli scienziati si prefiggono l’obiettivo di determinare la sequenza completa dei geni che compongono il Dna.

 

Dal 2000 si apre l’epoca dei «farmaci intelligenti», progettati sulla base delle nuove e continue conoscenze dell’oncologia molecolare, per colpire target precisi, presenti solo nelle cellule malate. La concomitante rivoluzione genetica contribuisce anche a una migliore determinazione della prognosi del singolo tumore, grazie alla caratterizzazione genetica di ogni paziente. Alla personalizzazione delle terapie biologiche, si accompagna la caratterizzazione bio-molecolare dei tumori grazie all’introduzione dei test genetici, una reale innovazione che permette la selezione dei pazienti e il miglior uso dei farmaci.

 

Nuove cure, diagnosi precoce e prevenzione

Statistiche alla mano, negli ultimi decenni si è registrato un incremento costante delle persone con storia di cancro in Italia: erano meno di un milione e mezzo all’inizio degli anni Novanta, due milioni e mezzo nel 2012, circa tre milioni nel 2013. Nel 2020 saranno 4 milioni e mezzo. Lo scenario dell’oncologia è in rapida evoluzione: i tumori sono soprattutto una malattia dell’età avanzata e il numero di nuovi casi cresce in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione.

 

UMBERTO VERONESI UMBERTO VERONESI

Molti pazienti guariscono o cronicizzano la malattia e il miglioramento delle percentuali di guarigione è evidente in neoplasie frequenti come quelle della prostata (91 per cento), del seno (87) e del colon-retto (64). «Il merito - conclude Cognetti - è da ricondurre a terapie sempre più efficaci e alla diagnosi in fase precoce. Senza dimenticare le campagne di prevenzione: fino al 40 per cento dei tumori può essere prevenuto seguendo uno stile di vita corretto (no al fumo, dieta corretta, attività fisica costante)».

 

Numeri, statistiche, cifre, tabelle, «diventano vita vissuta nelle storie dei pazienti che ce l’hanno fatta - sottolinea Elisabetta Iannelli -. Noi che abbiamo combattuto contro il cancro e che, in alcuni casi, ci misuriamo con gli strascichi terapeutici, gli effetti collaterali a lungo termine e i controlli del follow up, rivendichiamo il diritto a riprenderci la vita tornando a condurre un’esistenza normale. Chiediamo il rispetto di diritti impensabili fino a pochi anni fa, come diventare genitori o tornare al lavoro, lontano da ogni discriminazione».

 

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