IN MORTE DI UN AMANTE – OLIVER HOARE, UNO DEGLI STORICI AMANTI DI LADY DIANA, È MORTO A 73 ANNI DOPO UNA LUNGA BATTAGLIA CON IL CANCRO – LA PRINCIPESSA LO FACEVA INFILARE DENTRO IL BAGAGLIAIO DELLE AUTO PER NASCONDERLO A KENSINGTON PALACE, MA IL PERSONALE DI SERVIZIO UNA VOLTA LO TROVÒ SEMINUDO DIETRO UN ALBERO – QUANDO LUI PROVÒ A LASCIARLA, LEI IMPAZZI E….
Monica Monnis per "www.gioia.it"
«Io non seguo il libro delle regole. Io mi faccio guidare dal cuore, non dalla testa», una delle frasi più rappresentative di Lady Diana, perché è chiaro a tutti che, sempre e comunque ha lasciato che fosse il cuore a dettare le regole del gioco (e della sua vita).
Anche a costo di esagerare, trascendere e diventare ossessiva nella ricerca spasmodica dell'amore vero e nella richiesta continua di essere amata. Anche la sua relazione con Oliver Hoare, morto ieri a 73 anni dopo una lunga battaglia con il cancro, ne è la conferma. Facciamo un salto indietro.
Siamo nel 1992, Diana e il Principe Carlo sono separati da pochissimo quando la Principessa del Galles inizia a frequentare segretamente Hoare, ricco commerciante di antiquariato discendente da una famiglia di stimati banchieri e grande amico del Prince Carlo, di 16 anni più grande di lei.
Lei lo porta a Kensington Palace nascondendolo nel bagagliaio, ma nonostante le premure e gli accorgimenti del caso, le guardie del corpo e il personale di servizio non possono fare a meno di notarlo (pare che la security una volta lo abbia trovato seminudo e nascosto dietro un albero di alloro mentre cercava di svignarsela nel cuore della notte ndr).
Diana è sempre più infatuata di lui tanto da confidare all'amica Lady Bowker di «sognare di vivere in Italia con il bel Hoare». Ma lui è sposato con un ereditiera francese Diane Te Walden e non ha nessuna intenzione di lasciarla.
La moglie lo scopre e minaccia di buttarlo fuori casa e di raccontare tutto alla stampa. Olivier si trova costretto a troncare la llaison ma Diana non ci sta. Siamo nel 1994 e tutti i tabloid non parlano d'altro e la Regina Elisabetta è su tutte le furie.
Per mesi Diana tempesta giorno e notte di telefonate la casa di Chelsea dove vivono gli Ohare, senza parlare, giusto per sentire la voce di Oliver. La moglie è preoccupata, pensa che siano i ladri e decide di mettere il telefono sotto controllo.
Così, i servizi telefonici britannici si mettono al lavoro e scoprono che le malicius calls (pare fossero 300) provengono alcune da Kensington Palace, altre dal telefonino portatile della Principessa, altre da alcune cabine telefoniche pubbliche nella zona vicina al Palazzo e dalla casa di sua sorella, lady Sarah McCorquadale.
La notizia finisce su tutti i giornali e l'ennesimo scandalo è servito. «Io non seguo il libro delle regole. Io mi faccio guidare dal cuore, non dalla testa», in fondo era sempre stato chiaro.
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