IL MONDO È PIENO DI SVALVOLATI – IL NORVEGESE JORUND VIKTORIA È UN MASCHIO NORMODOTATO MA SI IDENTIFICA COME DONNA DISABILE – NONOSTANTE STIA BENISSIMO, GIRA IN SEDIA A ROTELLE: “LA SCELTA È SESSUALMENTE MOTIVATA” (CHIAMATE L’AMBULANZA!) - LE TANTE DONNE NORVEGESI INVALIDE PER DAVVERO NON L'HANNO PRESA BENE: “METTE IN RIDICOLO COLORO CHE AFFRONTANO LE SFIDE LEGATE ALLE LORO DISABILITÀ”
Fabrizio Cannone per “La Verità”
Da uomo sano a donna paralizzata? Il paradosso dello scientismo contemporaneo sta nell'essere passato, in pochi anni, dall'adorazione della scienza, come fosse una religione rivelata dall'alto, e quindi infallibile per definizione, alla sua negazione, come fosse un oscuro pregiudizio da abbattere.
Così si dovrebbero leggere molte delle devianze che derivano dalla teoria del gender e da altre teorie assimilate. L'ultimo caso è quello di un certo Jorund Viktoria Alme, un norvegese «maschio normodotato che ora si identifica come donna disabile». Non solo si spaccia per donna, quindi, ma anche per disabile, pur essendo perfettamente sano/a e conscio di esserlo/a.
Secondo Genevieve Gluck, giornalista e femminista, autrice spesso di articoli piccanti e corrosivi sulla condizione femminile attuale, il fantasioso personaggio sarebbe un «analista senior del credito per la Handelsbanken di Oslo».
Accanto ad altri signori in giacca e cravatta e signore in tailleur e unghie smaltate. Eppure, in una intervista recente, Alme ha dichiarato, che nel più profondo di sé, avrebbe sempre «desiderato essere una donna, paralizzata dalla vita in giù». Per questo, «nonostante non abbia handicap fisici», l'uomo (o donna) «attualmente utilizza quasi sempre una sedia a rotelle».
Sul desiderio che diventa diritto, annullando d'un sol colpo scienza e coscienza, è stato scritto molto, e non solo in Vaticano. Alme affermerebbe «di avere un disturbo dell'integrità corporea».
Una sorta di «dissonanza tra come percepisce se stesso», ovvero come un disabile e «come funziona il suo corpo» (ovvero benissimo). Un programma televisivo norvegese, dopo aver narrato la singolare storia di Alme, ha dato la parola ad alcune donne realmente invalide.
Una di esse, Emma Sofia Grimstad, paralizzata per «la sindrome di Guillain-Barré», ha criticato fortemente Alme, sostenendo che girare per Oslo su una sedia a rotelle, potendo evitarlo, infierisce su coloro «che non hanno questa scelta».
Il giudizio delle altre donne invalide è stato simile. Il paralitico per vocazione «mette in ridicolo coloro che affrontano quotidianamente sfide legate alle loro disabilità», ha detto Noomi Alexandersen. Incalzata/o dalla stampa norvegese, Alme ha ammesso che il cambio di sesso, e persino l'ostentata (e inesistente) disabilità sarebbe «sessualmente motivata».
Una sorta di attrazione morbosa e perversa per le persone malate e mutile, proprio in quanto malate e mutile. Piergiorgio Odifreddi, per citare un ateo a 24 carati, ha detto più volte che il desiderio è questione personale, intima, soggettiva, non verificabile.
La realtà invece è biologica, fisica, anatomica e scientifica. Un arzillo signore di 80 anni può giustamente sentirsi un ventenne, per le capacità che possiede. Ma non lo è (più) da 60. La mente umana è capace di tutto, dalla santità e la virtù, sino al vizio e la triste perversione.
Mai come oggi però la religione, l'etica e la scienza debbono unirsi in una santa alleanza per ribadire che l'uomo non è un giocattolo. Ma un microcosmo armonioso e perfetto, la cui natura vale più di tutti i capricci, le devianze e i feticci del tempo.