IL FUOCO DELLA RIVOLTA – IN RUSSIA DA SETTIMANE SCOPPIANO DEI MISTERIOSI ROGHI A DEPOSITI E BASI MILITARI: AI PIANI ALTI SI COMINCIA A TEMERE QUESTA GUERRA PARTIGIANA CHE STA ESPLODENDO NEL PAESE DOVE UNA MINORANZA FATTA DI SABOTATORI È DISPOSTA A RISCHIARE PER MANIFESTARE IL PROPRIO DISSENSO ALLA GUERRA CON BOICOTTAGGI, INCENDI E BLOCCHI FERROVIARI – UN ESERCITO INVISIBILE MOLTO PIÙ NUMEROSO DI QUANTO IL CREMLINO VOGLIA FAR CREDERE E CHE METTE IN AGITAZIONE LE…
Anna Zafesova per “la Stampa”
Fucili a canne mozze, bottiglie Molotov, droga e siringhe, pistole, letteratura estremista, passaporti ucraini falsi, t-shirt metallare, santini di Hitler e dischi con il videogame The Sims: questo è il kit dell'infiltrato sovversivo che vuole seminare terrore in Russia per ordine dei servizi segreti di Kiev. La televisione russa mostra nei dettagli gli arresti di improbabili personaggi che vengono buttati giù dal letto in mutande dalle teste di cuoio dell'Fsb, per poi "confessare" davanti alla telecamera di aver progettato atti terroristici: incendiare automobili con gli adesivi in sostegno della "operazione militare speciale" in Ucraina e uccidere i propagandisti della tv di Stato.
Quel che resta dei social ride delle presunte molotov in bottiglie di plastica e soprattutto dei Sims: qualcuno sostiene che gli agenti dell'Fsb volevano mettere nel kit del nazista delle sim-card, ma qualcuno si è confuso, altri sono del parere che i dischi siano finiti accanto alle svastiche perché nell'immaginario dell'anziana dirigenza russa i videogame sono sinonimo di depravazione occidentale, e ogni killer che si rispetti deve giocarci prima di partire in missione. I presunti infiltrati ucraini intanto hanno negato ogni colpa davanti al giudice, ma Vladimir Putin in persona racconta davanti alle telecamere della «congiura nazista» e ne indica esplicitamente il mandante, l'Sbu, Servizio di sicurezza ucraino, a sua volta «supervisionato dalla Cia».
La caccia all'agente sovversivo, l'ucraino mascherato, il traditore, rievoca una figura archetipica dell'infanzia dei russi meno giovani, bombardati da libri e film su infiltrati e doppiogiochisti servi dell'imperialismo. Ma dietro alle paranoie diffuse dalla propaganda potrebbe non esserci solo una guerra virtuale: negli ultimi giorni un po' dovunque in Russia scoppiano roghi in siti militari e strategici: soltanto due giorni fa si sono incendiati contemporaneamente due depositi di combustibile nella regione di Bryansk, non lontana dal confine settentrionale dell'Ucraina, suscitando nei social locali un acceso dibattito sull'ipotesi di un attacco ucraino o un atto terroristico. Tre settimane prima era toccato a un magazzino di carburante a Belgorod, distante 40 chilometri dal confine ucraino: si era parlato di missili o droni ucraini, ma le autorità russe hanno preferito citare un "errore umano" di origini autoctone.
Il fuoco divampa però anche in territori russi molto lontani dall'Ucraina: contemporaneamente al deposito di Bryansk un incendio enorme è scoppiato in una base militare di Ussuriysk, distante circa 10 mila chilometri da Kiev. Le fiamme hanno divorato anche la sede dell'Istituto di ricerca centrale delle forze aerospaziali russe, a Tver, a Nord di Mosca, il centro dove vengono progettati alcuni dei missili che la Russia lancia sull'Ucraina, tra cui gli Iskander: il rogo ha fatto almeno 17 morti, e le sue cause restano sconosciute.
Una settimana fa è andata a fuoco la dacia del governatore della regione di Mosca Andrey Vorobyov, secondo alcune fonti adiacente alla sontuosa residenza del ministro della Difesa russo Sergey Shoigu. Diversi incendi hanno colpito nelle ultime settimane anche alcuni commissariati militari di varie regioni russe: sono gli uffici dove si svolgono le operazioni di reclutamento e si conservano i documenti dei russi con obbligo di chiamata alle armi. «La gente non vuole venire richiamata e quindi cerca di impedirlo, ho la sensazione che in Russia sia iniziata una guerra partigiana», è stato il commento di Oleksiy Arestovich, il responsabile della comunicazione strategica di Kiev.
È noto che la Russia è il Paese con il maggior numero di incendi (e vittime del fuoco) al mondo, e Arestovich è un maestro della contropropaganda, che sa benissimo di cosa hanno paura i servizi russi. Ma in Bielorussia -, Paese di grande tradizione partigiana nella guerra contro i nazisti - il sabotaggio nella "battaglia dei binari" è stato cruciale nel bloccare gli spostamenti delle truppe russe, e anche dalla Crimea occupata giungono voci di blocchi ferroviari.
Oppositori di Putin, oligarchi sanzionati, riservisti in fuga dalla chiamata: la lista dei potenziali sovversivi è lunga, e l'eliminazione di qualunque possibilità di sfogo pubblico del dissenso spaventa la maggioranza, ma potrebbe anche spingere ad azioni più estreme una minoranza decisa a rischiare. Ogni giorno, su mura, porte, panchine, parapetti, monumenti e fiancate di auto delle città russe appaiono scritte "no alla guerra": un esercito invisibile, ma molto più numeroso di quanto il Cremlino voglia far credere.
incendio a belgorod 1INCENDIO IN UN DEPOSITO DI PETROLIO A BRYANSK, IN RUSSIA incendio deposito carburante bryansk 9incendio deposito carburante bryansk 6Incendio impianto chimico Dmitrievsky in Russia 2incendio a ussuriysk 1incendio a tver 1incendio a tver 5incendio deposito carburante bryansk 3incendio deposito carburante bryansk 1incendio deposito carburante bryansk 2VLADIMIR PUTIN ALLA VEGLIA PASQUALEincendio deposito carburante bryansk 5incendio deposito carburante bryansk 8incendio a tver 2