rinoceronte ucciso in sudafrica

IN SUDAFRICA, I BRACCONIERI ORGANIZZANO AZIONI DI GUERRIGLIA PER UCCIDERE I RINOCERONTI - HANNO FATTO IRRUZIONE IN UN RICOVERO, PICCHIANDO LE GUARDIE E VIOLENTANDO UNA VOLONTARIA POI HANNO MASSACRATO DUE CUCCIOLI E STRAPPANDO LORO I CORNI - AL MONDO SONO RIMASTI SOLO 29 MILA RINOCERONTI

RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICARINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA

Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”

 

Mezzanotte, terrore nel parco. Sbucano di colpo, in gruppo. Sono venuti ad ammazzare le bestie e sono pronti a farlo con gli uomini. I mitra sui turisti, una ragazza scelta a caso e stuprata davanti a tutti. «Più che bracconieri - dicono i ranger - pensavamo fossero terroristi». In fondo lo erano: al Thula Thula Rhino Orphanage, ultimo paradiso del rinoceronte nero, l' arca sudafricana resa famosa dai libri di quel Noè dell' ambientalismo che fu Anthony Lawrence, la settimana scorsa è andata in scena un' azione di guerra.

CORNI DI RINOCERONTECORNI DI RINOCERONTE

 

Sette armati che puntavano a Gugu e Impi: i due cuccioli di rinoceronte in riabilitazione nei recinti, il primo ammazzato all' istante e l' altro lasciato ad agonizzare fino all' alba, il corno strappato da vivo. Con un messaggio al mondo: ecco che succede a chi si mette contro di noi. Hanno picchiato le guardie, una è grave all' ospedale. Hanno messo al muro i volontari europei che lavorano al parco. Infine, hanno violentato tutt' e sette una studentessa svedese di 20 anni, ancora ricoverata e sotto choc. «Erano scatenati: quando se ne sono andati, ci siamo stupiti ci avessero lasciati vivi».

 

RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA

Mai vista una cosa del genere: «Il Ground Zero del bracconaggio», dice la stampa sudafricana. La prima volta in cui si colpiscono con premeditazione anche i non africani. L'attacco a un Paese che dà rifugio all' 80% degli ultimi rinoceronti. Ci s' indigna della caccia agli elefanti, ridotti a 350 mila esemplari, ma di rinoceronti si parla poco: ne sono rimasti 29 mila e si stanno estinguendo al ritmo di 700 l'anno.

 

In Kenya, della specie bianca, ce ne sono solo tre. Nello Zimbabwe, il 60% è sparito in pochi anni. Una strage silenziosa, molto redditizia: un corno di 5-6 kg vale sul mercato cinese dai 150 ai 300 mila dollari, contro i duemila al kg dell' avorio d' una zanna. Un mercato che campa sulle credenze popolari: in Asia, il corno di rinoceronte è un afrodisiaco, un rimedio dei dopo-sbornia e perfino contro il cancro. Molte aziende cinesi ne fanno omaggio ai clienti più importanti.

RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA  RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA

 

Un traffico ben protetto - qualche mese fa, s' è scoperto il coinvolgimento d' un ministro sudafricano - e che punta proprio sull' estinzione: meno animali sopravvivono, più valgono i loro corni. «Un contrabbando relativamente facile - spiega Andrea Crosta, lo 007 italiano dell' Elephant Action League che combatte il bracconaggio internazionale -, la cheratina viene spesso polverizzata, per essere poi bevuta, ed è più facile da trasportare dell' avorio. Capita pure che viaggi nelle valigette diplomatiche: in Somalia, sono spuntate complicità dalla Corea del Nord...».

RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA   RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA

 

Ci sono coperture: l' illegalità del commercio internazionale, sancita 25 anni fa, è ora rimessa in discussione proprio da Paesi come il Sudafrica e su pressione dei proprietari di tanti parchi privati, che sognano di mettere a reddito milioni di dollari di corni. C' è impunità: «Gli arrestati sono pochissimi - dice Crosta - e solo il 10% viene condannato.

 

RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA    RINOCERONTE UCCISO IN SUDAFRICA

Molti giudici africani sono corrotti, il clima è di tolleranza». Ecco il perché dell' escalation di Thula Thula. «Le indagini di polizia sono nella confusione totale - dice Gilda Moratti, cofondatrice di Eal -. Siamo noi a sostituirci spesso alle autorità, ma stavolta è diverso: questa è una dichiarazione di guerra». Non c' è molto tempo per combatterla: «Ormai, è una delle specie più rare al mondo. Salvarla, sarà dura».

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