pompeo kim jong un

IN VOLO DA CICCIO KIM - MIKE POMPEO, DIRETTORE DELLA CIA IN ATTESA DI ESSERE CONFERMATO SEGRETARIO DI STATO, È ANDATO A PYONGYANG IN MISSIONE PER INCONTRARE KIM JONG-UN E PREPARARE IL VERTICE CON TRUMP – CINQUE LOCALITÀ FAVORITE PER IL VERTICE

Guido Santevecchi per www.corriere.it

 

pompeo

Accelerazione nel dialogo con la Nord Corea: Mike Pompeo, il direttore della Cia in attesa di essere confermato Segretario di Stato, è andato a Pyongyang in missione segreta nel weekend di Pasqua è ha parlato con Kim Jong-un per preparare il vertice con Donald Trump. Secondo le rivelazioni della stampa americana si discute su cinque sedi possibili. Il presidente dice che l’incontro con il Maresciallo nordcoreano potrebbe svolgersi «all’inizio di giugno, o un poco prima». Dipenderà dagli impegni preventivi che riuscirà a ottenere dalla controparte sul dossier della rinuncia al nucleare.

 

Il luogo del vertice

kim

Con la data ancora da definire con esattezza, si rincorrono le speculazioni sulla rosa di cinque località per il vertice: potrebbe svolgersi nella Sona demilitarizzata sul 38° Parallelo coreano, facile da raggiungere per Kim, via terra. Oppure Pechino, dove il 25 marzo Kim è andato a sorpresa con il suo treno blindato. O in Mongolia, Paese che ha ospitato diversi contatti di basso livello tra nordcoreani e americani (i cosiddetti colloqui Track 2). Qualcuno ricorda che Kim da ragazzo ha studiato in Svizzera e il Paese neutrale si è offerto come base. E c’è anche all’orizzonte la possibilità di organizzare i colloqui su una nave, per motivi di riservatezza, come fecero in passato Reagan e Gorbaciov.

 

Trattato di pace dopo 65 anni

mike pompeo 1

Ma ci sono altri possibili sviluppi storici sul tavolo: Trump dice di aver dato la sua «benedizione» (espressione testuale) a discussioni sul trattato di pace tra le due Coree, che sono ancora tecnicamente in guerra dopo il cessate il fuoco del 1953. «Credo davvero che ci sia molta buona volontà, ci rispettano e noi li rispettiamo», ha detto Trump. Un cambiamento radicale di tono dopo se si ricorda che ancora a novembre il presidente americano aveva bollato come «barbaro e crudele» il regime nordcoreano, definendolo «il tragico risultato di un esperimento nel laboratorio della storia».

 

La parola «denuclearizzazione»

kim jong un 4

Si sta delineando anche un’agenda molto ambiziosa e concreta per il vertice del 27 aprile tra Kim e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, che si sono dati appuntamento a Panmunjom sul 38° Parallelo: il Maresciallo potrebbe parlare formalmente di denuclearizzazione.

 

A Seul, presi d’anticipo dall’ottimismo di Trump, hanno cercato di ridurre le aspettative: la Casa Blu di Moon avverte che non è ancora prevista alcuna formula per una eventuale dichiarazione congiunta dopo il faccia a faccia, Kim potrebbe forse parlare «in senso largo di denuclearizzazione», senza impegnarsi. E questo è naturale, visto che il negoziato decisivo sarà con gli Stati Uniti. Certamente, l’obiettivo principale di Kim è ottenere garanzie sulla sopravvivenza del suo regime, la fine delle sanzioni e il ritiro delle forze americane.

 

Il sorriso forzato di Abe

mike pompeo 3

Tutte queste rivelazioni avvengono mentre il giapponese Abe è a Mar-a-Lago, ridotto a semplice testimone delle svolte che potrebbero tagliarlo fuori. Costretto a sorridere nonostante l’ansia.

 

Il ruolo (positivo) dei servizi segreti

Questa fase preparatoria dei due vertici, quello Kim-Moon già fissato per il 27 e poi quello Trump-Kim, è guidata da uomini dell’intelligence. Il viaggio clandestino di Pompeo a Pyongyang secondo fonti americane è stato concordato dalla Cia con la sua controparte (nemica), l’Ufficio Generale di Ricognizione nordcoreano. E Pompeo si è tenuto in stretto contatto con il direttore del Servizio segreto sudcoreano, Suh Hoon, che ha negoziato e portato a Washington l’invito di Kim per un vertice con Trump a inizio marzo. Intanto il primo risultato concreto: il colloquio tra Pompeo e Kim è stato l’evento di più alto livello tra americani e nordcoreani in diciotto anni.

kim jong un 3

 

Nel 2000 era stata a Pyongyang la signora Madeleine Albright, allora Segretaria di Stato, per parlare con Kim Jong-il, il padre di Kim Jong-un. Tutte queste rivelazioni avvengono mentre il premier giapponese Shinzo Abe è a Mar-a-Lago per l’ennesimo incontro con Trump. Abe però in questa fase sembra relegato a semplice testimone di svolte che potrebbero tagliarlo fuori mettendolo di fronte alla necessità di rivedere la strategia di sicurezza per il suo Paese.

 

La storia (diplomatica) si ripete

mike pompeo 2

La storia si ripete, in molti sensi: la missione segreta di Mike Pompeo ricorda l’azione diplomatica di Henry Kissinger che all’inizio degli Anni 70 preparò il viaggio di Richard Nixon in Cina e il vertice con Mao Zedong. E anche il grande disgelo tra Nixon e Mao fu negoziato tenendo all’oscuro l’alleato giapponese.

 

kim jong un 2

Molti analisti sulla stampa americana, sempre critici nei confronti della gestione «impulsiva» di Trump, non hanno perso l’occasione per osservare che se il presidente alla fine di questo percorso tortuoso ottenesse dal poco affidabile Kim la fine della corsa ai missili intercontinentali e al nucleare, lascerebbe comunque il Giappone alle prese con il non trascurabile problema dei missili a medio raggio che fino all’anno scorso Kim ha sperimentato sopra l’arcipelago. Abe in pubblico continua a sorridere, ma non può fare diversamente: cercherà in privato di ottenere anche lui rassicurazioni dal grande alleato.

kim jong un 1Ciccio Kim copia FicoKIM JONG UN 2kim jong unsosia kim jong un

 

kim jong un e ri alla fabbrica dei cosmetici copiakim jong un e ri alla fabbrica dei cosmetici copia 4kim jong un e ri alla fabbrica dei cosmetici

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...