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UCCISO ANCHE IL FIGLIO DEL RE LEONE CECIL – IN ZIMBABWE UN CACCIATORE HA PAGATO 45MILA EURO PER SPARARE A XANDA: AVEVA SEI ANNI E DIVERSI CUCCIOLI – LA PETIZIONE ALL’UNESCO: “ORA BASTA, I LEONI SIANO PATRIMONIO DELL'UMANITÀ" - VIDEO

 

Giacomo Talignani per repubblica.it

 

XANDAXANDA

Ora è toccato a Xanda: aveva sei anni e diversi cuccioli. E' stato freddato sempre da un cacciatore a seguito di Richard Cooke, che lo ha ucciso circa due chilometri fuori dal parco ai confini con la foresta di Ngamo: aveva la licenza per farlo e la caccia è risultata "regolare". Xanda era ben conosciuto dai responsabili africani che sapevano si trovasse fuori dai confini della riserva: in ottobre Andrew Loveridge, ricercatore della Oxford University che studiò anche Cecil, aveva applicato al figlio del re leone un collare per monitorarne gli spostamenti. Quello stesso collare è stato restituito dai cacciatori. 

 

"E' molto triste. Avevo messo il collare lo scorso ottobre. Monitoravamo il figlio di Cecil quasi tutti i giorni e sapevamo che si stava spingendo spesso fuori dal parco negli ultimi sei mesi, non c’è molto da fare. Cooke è stato anche corretto perché ha restituito il collare" ha spiegato Loveridge.

 

LEONILEONI

Il paradosso è che circa il 70% dei soldi pagati dai cacciatori per poter sparare ai grandi felini (con almeno 5 anni di età e che si trovino fuori dai confini della riserva) finiscono all'ente parco proprio per la salvaguardia degli animali e le politiche anti bracconaggio. Ma finché non si metterà un freno, dicono gli ambientalisti, alla possibilità di cacciare nei safari africani la morte di questi straordinari animali - oggi si stima rimasti soltanto in 20mila - rischia di aumentare ogni anno. In poche decadi si è passati da 450mila leoni a poco più di ventimila e si stima vengano effettuate 1500 uccisioni l'anno. 

 

Anche per questo è stata lanciata una petizione dopo la barbara uccisione di Cecil (che fu anche decapitato) nel tentativo di chiedere all'Unesco che i leoni siano dichiarati "patrimonio mondiale dell'Umanità", fermandone totalmente la caccia.

 

 

CECILCECIL

"I cacciatori di trofei non hanno imparato nulla. La morte di Cecil non è servita a nulla - dice Masha Kalinina, specialista dell'Humane Society International - i leoni stanno scivolando verso l'estinzione ed è fondamentale che  paesi come lo Zimbabwe la smettano con l'industria della caccia da trofei". La maggior parte dei cacciatori proviene da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Sudafrica.

 

Senza freni alla caccia "per divertimento" le famiglie dei grandi felini sono sempre più a rischio anche in termini di gerarchie: come sottolineano i ricercatori che hanno monitorato Xanda, ogni singola uccisione di un leone porta a complicazioni per tutta la famiglia. Il figlio di Cecil viveva in un gruppo di tre femmine e sette cuccioli che ora senza il padre e rischiano di morire durante le battaglie interne per il comando del branco.

CACCIATORECACCIATORE

 

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