INESORABILE COME UNA RATEIZZAZIONE EQUITALIA, PROSEGUE L'OPERAZIONE-SIMPATIA DI CARLO CALENDA - “LA VERITÀ”: “CI COMUNICA DI ESSERE ‘FEMMINISTA’ E PARLA DEI GIOCHI ELETTRONICI COME LA DROGA. È IL CASO DI RIVOLGERE UN APPELLO AI FAMILIARI DELL'EX MINISTRO: COMPIANO L'ATTO DI SAGGEZZA DI TOGLIERE IL CELLULARE A LUI, TWITTATORE COMPULSIVO E HOOLIGAN DEI SOCIAL…”
Gustavo Bialetti per “la Verità”
Inesorabile come una rateizzazione Equitalia, prosegue l'operazione-simpatia di Carlo Calenda, in cui la funzione delle cartelle è svolta da temibili interviste a scadenza serratissima. Stavolta («Dobbiamo parlare alle donne, Carlo!», avrà suggerito qualche spin doctor volpino) è stato il turno di un periodico femminile, Elle. Foto piaciona, camicia gualcita-chic, inevitabile sfondo salottiero. Ma l' apparato iconografico è in fondo la parte meno pericolosa del servizio.
I guai iniziano quando l' ex ministro, già pronto alla corsa elettorale alla guida dei «competenti», si lancia sul terreno sdrucciolevole delle risposte «umanizzanti». E allora ecco un' inquietante reminiscenza sul Calenda-bimbo: con la mamma che gli compra il Cicciobello («perché non era giusto che ci giocassero solo le femmine»), mentre lui, Carletto, voleva Spider-Man. Ma aveva ragione lei, pare: «Mi ha aperto le porte del mondo femminile». E infatti ora Calenda ci comunica di essere «femminista».
Occhio, però. Adesso tocca ai figli di Carlo. «Mia moglie Violante», dice Calenda, «è stata molto dura e io l'ho seguita. Per noi i giochi elettronici sono come la droga, dunque i figli non vi avranno mai accesso, sono anche fuori dai social, e Giulio (il figlio dodicenne, ndr) ha solo un vecchio telefonino senza Internet».
La giornalista dev'essersi spaventata, e allora ecco lo spiegone calendiano: «Guardi che l'analfabetismo funzionale, l'incapacità di comprendere, valutare, usare i testi scritti, è una delle ragioni del crollo della democrazia». Ecco, si comincia coi giochi elettronici, e poi ti crolla la democrazia. È il caso di rivolgere un appello ai familiari dell'ex ministro: compiano l'atto di saggezza di togliere il cellulare a lui, twittatore compulsivo e hooligan dei social. E gli ridiano Cicciobello.