boris johnson si ingozza di junk food

JOHNSON METTE A DIETA GLI INGLESI – LA GUERRA DI “BORIA” AL JUNK FOOD RISCHIA DI CREARE IL PANICO: UN PROGETTO DI LEGGE DEL GOVERNO PREVEDE CHE DAL 2023 SARÀ VIETATA LA PUBBLICITÀ IN TV PRIMA DELLE 21 DI PRODOTTI ALIMENTARI E BEVANDE PIÙ CALORICHE – UNA MANNAIA PER LE AZIENDE E PER LE TV CHE VEDRANNO CROLLARE GLI INTROITI PUBBLICITARI. NON SOLO: SI RISCHIA IL CAOS VISTO IL SISTEMA ARBITRARIO CON CUI SI STABILIRÀ CIÒ CHE RIENTRA NELLA CATEGORIA “CALORICO”. E DI MEZZO RISCHIA DI ANDARCI ANCHE IL MADE IN ITALY…

Carlo Nicolato per “Libero quotidiano”

 

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Fulminato sulla via della dieta, o per meglio dire fulminato dal Covid che lo ha costretto a una dieta ferrea, l' ex obeso e attuale premier britannico Boris Johnson ha mantenuto la promessa, quella della battaglia su tutti fronti al "junk food", cioè il cibo spazzatura. Il governo inglese ha infatti ieri formalizzato la presentazione di un progetto di legge che dal 2023 vieterà la pubblicità televisiva dei prodotti alimentario delle bevande più caloriche prima delle 21.

 

junk food 1

Il provvedimento, che è uno dei più duri al mondo in materia e viene osteggiato dalle associazioni di categoria che calcolano perdite pari a 600 milioni di sterline all' anno e dalle tv per mancati introiti pubblicitari attorno ai 200 milioni, è stato pensato come tassello fondamentale per combattere l' obesità, specie quella infantile.

 

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La discriminante che farà rientrare un alimento confezionato nella categoria di "cibo spazzatura" e quale al contrario lo eleverà al rango di prelibatezza salutare, verrà stabilito da un punteggio ottenuto secondo un modello di profilazione nazionale astruso che calcola un punteggio in base alla presenza grassi, zucchero e sale, quelli che in Gran Bretagna vengono chiamati HFSS (High Fat Salt and Sugar).

 

Di mezzo rischiano di finirci non solo le famose merendine o le bibite gassate, che sono il bersaglio principale della campagna, ma anche alimenti che nulla hanno a che fare con il cibo spazzatura.

junk food 2

 

MINACCIA AL MADE IN ITALY

Qualche anno fa ad esempio fu iscritto all' indice dei nutrizionisti inglesi perfino il pesto, accusato in quel caso di essere dannoso per la salute a causa dell' elevata quantità di sodio contenuto, cioè di sale. Ovviamente non si trattava del pesto italiano, fatto con crismi ed ingredienti nostrani, ma di quello commercializzato nelle catene di supermercati inglesi e spacciato indebitamente come italiano.

 

pesto

Ma non è nemmeno quello il punto, il pesto è un condimento e come tale va trattato, non va mangiato a cucchiaiate come fosse uno yogurt. La misura infatti ricorda quella già introdotta in alcuni Paesi europei e in discussione da qualche tempo alla Commissione che prevede l'introduzione di un sistema di etichettatura alimentare a semaforo basato sulla quantità di grassi saturi, sale e zucchero presenti in 100 grammi di prodotto.

 

Il "nutriscore", così viene chiamato, non tiene conto però del tipo di alimento, dell'uso che se ne dovrebbe fare e nemmeno della dose quotidiana consigliata. Il risultato è che tale semaforo, se introdotto, segnalerebbe col rosso la maggior parte del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), cioè il meglio della nostra cucina.

 

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QUESTIONE DI CIVILTÀ

A questo proposito il ministro della Sanità pubblica Jo Churchill ha tenuto a specificare che «alcuni alimenti ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale che non sono considerati cibo spazzatura tradizionale, come miele, avocado e Marmite (crema di lievito di birra considerata la Nutella britannica), potranno comunque essere visualizzati nella pubblicità».

 

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Il che sta a significare che con tutta evidenza ci sarà una commissione dietetica che stabilirà a pro-pria discrezione quali siano gli alimenti da salvare e quali quelli da buttare. Una commissione alla quale consigliamo di considerare che il problema non è solo 1'HFSS, ma anche e soprattutto la quantità. Il problema è l'educazione alimentare, che in Gran Bretagna, e non solo, non sanno neanche cosa sia.

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Gli inglesi ad esempio adorano il cibo italiano, secondo recenti sondaggi il 70% della popolazione britannica lo ritiene il migliore possibile e il più salutare, ma non lo sanno cucinare, lo trasformano cioè anche quello in cibo spazzatura aggiungendo ingredienti ipercalorici che non vanno aggiunti o sbagliando completa-mente cotture e preparazione.

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È il caso della panna nella carbonara, delle vagonate di parmigiano su ogni piatto che rimanda sentori italici o della bruschetta insieme alla pasta, tre degli errori/orrori più comuni sulle tavole inglesi. Non serve a niente vietare se non si educa: anche il miele e la Marmite fanno diventare obesi se mangiati in quantità sbagliate.

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