AMMAZZARSI IN CELLA - E LO CHIAMANO ''GRANDE SORVEGLIANZA'': QUELLA SERA A SORVEGLIARE IL SETTIMO REPARTO DI REGINA COELI, NELLA SEZIONE “NUOVI GIUNTI”, CHE CONTAVA 120 DETENUTI, C’ERANO DUE SOLI AGENTI IN SERVIZIO...

Silvia d’Onghia e Valeria Pacelli per il “Fatto Quotidiano”

 

LUDOVICO CAIAZZA KILLER GIOIELLIERELUDOVICO CAIAZZA KILLER GIOIELLIERE

Quando è stato fermato il presunto killer del gioielliere ucciso mercoledì scorso a Roma, il ministro Angelino Alfano ha annunciato il fermo con un tweet. Ora che lo stesso è morto suicida in carcere, dal Viminale nessuno parla.

 

Il silenzio istituzionale viene rotto solo da Matteo Salvini, che con poca delicatezza si affida anche lui allo strumento di comunicazione politica nell’era renziana: “Morte è sempre brutta notizia, ma stavolta non sono troppo dispiaciuto” twitta il leghista. Parole che si commentano da sole.

TWEET SALVINITWEET SALVINI

 

Tra silenzi imbarazzanti e frasi senza garbo, è questo il quadro intorno alla morte di Ludovico Caiazza, fermato per aver ucciso Giancarlo Nocchia, il gioielliere morto a 70 anni durante una rapina quasi una settimana fa. Caiazza ha avuto una vita diversa, ai margini. Trentadue anni, un passato con problemi di droga e altri reati alle spalle. Nel 2007 ha trascorso un anno a San Patrignano, la comunità di recupero per tossicodipendenti vicino Rimini come pena alternativa al carcere. Era però già finito in manette per un traffico di cocaina.

il funerale di giancarlo nocchiail funerale di giancarlo nocchia

 

Anche quella fu una storia con un epilogo terribile: con lui era stata arrestata anche la compagna, Elisabetta, poi morta per una sospetta overdose durante i domiciliari. Ludovico Caiazza è stato fermato due giorni fa su un treno per Latina, tradito da una telefonata fatta dal cellulare rubato alla vittima.

 

Aveva con sé una pistola e una busta con alcuni gioielli. Così è stato portato a Regina Coeli. È stato visitato dai medici del Sert e poi dalla psicologa, che l’avrebbe trovato in “forte stato d’agitazione”.

 

Questo, insieme col suo passato, hanno fatto optare i vertici del penitenziario per una cella singola, sorvegliata ogni 15 minuti. Forse troppi: ne sono bastati otto dall’ultimo controllo – secondo quanto raccontano fonti del Dap – perché l’uomo avesse il tempo di legarsi al collo un lenzuolo e togliersi la vita. Avrebbe ripetuto agli agenti che non voleva uccidere il gioielliere. Forse pensava di averlo solo ferito quando, dopo la rapina durata 12 minuti, sarebbe iniziata una colluttazione e lui avrebbe colpito – secondo i pm – alle gambe la vittima con un coltello.

giancarlo nocchia giancarlo nocchia

 

E infatti il gioielliere – mentre il killer scappava – è morto non per la coltellata, ma perché era stato colpito in testa con un posacenere. Anche se, una volta a terra, la vittima sarebbe stata colpita di nuovo. “Spesso riusciamo ad evitare situazioni del genere – dice una fonte del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – nel suo caso però la situazione è stata aggravata dal peso dell’uomo ”: 80 chili per 1.82 di altezza.

 

giancarlo nocchia    giancarlo nocchia

Sarà la magistratura romana, che ha aperto un fascicolo per ora senza indagati né reati, come pure ha fatto il Dap, ad accertare la dinamica del suicidio. Oggi verrà fatta l’autopsia. Inoltre bisognerà chiarire anche la posizione degli agenti penitenziari. Quella sera infatti a sorvegliare il settimo reparto del carcere, nella sezione “nuovi giunti”, che contava 120 detenuti, c’erano due soli agenti in servizio: uno al piano, l’altro al controllo al cancello di ingresso alla sezione.

 

Uno di loro era in servizio dalle 7.30 del mattino. Dopo 15 ore di lavoro, alle 22.30, ha fatto firmare per l’ultima volta Caiazza sul registro.

 

Il 32enne, come detto, si trovava in una cella da solo perché “aveva precedenti per violenza sessuale e aveva una situazione personale di forte disagio. Per questo, per tutelarlo, non era stato messo a contatto con altri de tenuti”, ha spiegato Santi Consolo, il capo del Dap. Che già ha ricevuto, come il pm Sergio Colaiocco, una prima relazione sul caso. Intanto ieri, poco lontano, c’era chi piangeva la morte di Giancarlo Nocchia durante i funerali.

GIOIELLIERE UCCISO ROMA PRATIGIOIELLIERE UCCISO ROMA PRATIGIOIELLIERE UCCISO ROMA 4GIOIELLIERE UCCISO ROMA 4arresto di ludovico caiazzaarresto di ludovico caiazza

 

“Una persona che si uccide per non pagare la pena che gli toccava dopo aver avuto il coraggio di commettere un omicidio mi lascia indiffere nt e ”, dice un’amica del 70enne. “Doveva fare la stessa fine di Giancarlo”, aggiunge un residente. Parole di rabbia e dolore questa volta.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…