“FACCIAMO FARE UN TOUR OSPEDALIERO AI NO VAX. GLI PRESTIAMO IL CASCO DI VENTILAZIONE COSÌ SI PREPARANO A CIÒ CHE LI ASPETTA” – MARIELLA ENOC, PRESIDENTE DELL'OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ DI ROMA, MENA DURO CONTRO GLI ANTI-VACCINO E LANCIA L’ALLARME: “ABBIAMO 50 BIMBI RICOVERATI PER COVID. IL MASSIMO DELLA CAPIENZA È 60, SI SPERA NELLE DIMISSIONI, MA IL PRONTO SOCCORSO È PIENO E MOLTI VENGONO CURATI A CASA…”
Francesco Rigatelli per "la Stampa"
Mariella Enoc è la risanatrice voluta da Papa Francesco alla presidenza dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Prima ha fatto lo stesso al Cottolengo di Torino e al Valduce di Como. Per lei gli ospedali «sono come delle scatole da far funzionare bene per facilitare i medici e gli infermieri che ci lavorano dentro». Per questo soffre «i comportamenti di chi non si vaccina o rifiuta le cure compromettendo il bene comune».
Qual è il suo appello?
«I vaccini sono un giubbotto antiproiettile: una pallottola può scappare, ma non prende il cuore. Chi vive in ospedale sa che i non vaccinati vanno incontro a problemi gravi, anche i bambini».
È vero che suggerisce un tour ospedaliero ai No vax?
«Vorrei che vedessero quel che vivo io. Al Bambino Gesù o al Valduce gli mostriamo i reparti pieni, gli operatori sanitari allo stremo e gli prestiamo il casco di ventilazione così che si preparino a ciò che li aspetta».
papa francesco e mariella enoc
Come spiega certi livelli di negazione della situazione?
«Fanno parte dell'auto-annientamento di cui sono capaci gli esseri umani. Succede anche agli intellettuali e non solo a persone modeste. Si negano la scienza, l'esperienza e si sospettano complotti. Come se non sapessimo che le case farmaceutiche cercano utili, ma salvano anche milioni di vite».
Cosa succede al Bambino Gesù che si dovrebbe sapere?
«Da un lato si fa ricerca, sequenziando Delta e Omicron per studiarne le differenze, dall'altro si accolgono i malati pediatrici, purtroppo in grave aumento: sono 50 i bambini ricoverati per Covid, di cui 4 in terapia intensiva. Il massimo della capienza è 60, si spera nelle dimissioni, ma il pronto soccorso è pieno e molti vengono curati a casa».
Colpa di Omicron?
«La deduzione è che Omicron o la coda di Delta stiano arrivando anche ai bambini. Ci sono troppi genitori non vaccinati o che non proteggono i figli».
Lei ne ha convinto qualcuno?
«Qualche adulto mi ha detto: mi vaccino solo se posso venire al Bambino Gesù, e lo abbiamo accolto. C'è tanta paura in giro verso cui serve dolcezza. E qualche irresponsabile, che merita durezza».
Il Papa l'ha definita una leonessa per questo?
«Forse perché volevo fare il medico in Africa, ma sono finita a gestire ospedali con la stessa motivazione di aiutare gli altri. Al Bambino Gesù non si pensa agli utili, ma alla sostenibilità di bilancio per investire in ricerca, medici capaci e terapie aggiornate. È sempre stata una struttura di primo ordine, aveva solo subito lo scandalo dei soldi usati per l'attico del Cardinal Bertone. Serviva un po' di rigore calvinista e io ho potuto tirare dritto grazie all'appoggio del Papa».
Questa battuta calvinista l'ha fatta anche a Francesco?
«L'ultima volta l'ho ringraziato perché mi dà dei compiti negli ultimi anni della mia vita. Lui mi ha sorriso e mi ha chiesto: Vuole forse morire? Con lui la battuta sana tutto».
La tenuta degli ospedali a rischio richiederà chiusure?
«Per ora tengono, anche con situazioni impreviste, perché la prima ondata ci ha portati a migliorare l'organizzazione».
E terranno fino a fine mese?
«La speranza è di sì, ma vedo alcune regioni in difficoltà, come Campania e Sicilia che hanno le file di ambulanze per i ricoveri».
In questo quadro il governo Draghi fa bene a riaprire le scuole?
«È una scommessa, ma va appoggiata perché non ci sono mai stati tanti giovani depressi come dopo la Dad. Abbiamo superato i cento ragazzi che hanno tentato il suicidio e qualcuno c'è riuscito. Non a caso al Bambino Gesù apriremo un centro per le anoressie».
Se non si fermano le scuole dove si potrebbe agire nell'emergenza?
«Sui mezzi pubblici o sui centri commerciali, dove si creano assembramenti. Non me ne voglia poi il presidente della Federcalcio Gravina, ma tra andare a scuola e a vedere la partita c'è una priorità».
Terze dosi e obbligo over 50 basteranno a fermare Omicron?
«Lo scopriremo presto. Il lockdown risolverebbe tutto, ma la verità è che il Paese non se lo può permettere. Le terze dosi garantiscono che chi si contagia non muoia. Non è poco, ed è la ragione dell'obbligo per le età più a rischio».
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