ULTIME DA MOLESTIELAND - ANCHE L'ATTRICE AMERICANA JULIANNA MARGULIES SI UNISCE ALLA LISTA DI DONNE CHE ACCUSANO IL PRODUTTORE HARVEY WEINSTEIN - E ATTACCA ANCHE STEVEN SEAGAL: “MI PORTO’ NELLA SUA CAMERA D’ALBERGO E MI MOSTRO’ LA SUA PISTOLA…” - IL GIORNALISTA RONAN FARROW: “LA SQUADRA DI WEINSTEIN MI HA MINACCIATO: VOLEVA BLOCCARE LO SCOOP”
1 - MOLESTIE, L'ATTRICE MARGULIES ORA ACCUSA WEINSTEIN E SEAGAL
Luisa De Montis per www.ilgiornale.it
L'attrice americana Julianna Margulies si unisce alla lista di donne che accusano il produttore Harvey Weinstein di molestie. Ma nel suo racconto al programma 'Jus Jenny' della Sirius XM la protagonista della fortunata serie The good wife punta il dito anche contro un collega: Steven Seagal. Come riporta Fox News, Margulies, ha affermato che entrambi hanno cercato di molestarla quando era all'inizio della sua carriera dopo essere stata portata nelle rispettive camere d'albergo dalle loro assistenti donne, apparentemente per motivi di lavoro.
Invece, "queste donne mi avevano portato nella tana del lupo". Nel caso di Seagal l'attrice, diventata famosa per il ruolo dell'infermiera Hathaway in E.R., aveva 23 anni. Una sua collaboratrice le disse di raggiungerlo nel suo hotel per parlare di una scena e di un'eventuale parte in un film. Ma quando lei arrivò in quella stanza c'era solo lui che "mi fece vedere la sua pistola. In vita mia non ne avevo mai vista una, mi sono messa a urlare e non so come sono comunque riuscita a uscire indenne da lì, senza essere stata violentata né ferita".
steven seagal alla marcia di mosca per putin
Il caso Weinstein risale invece al 1996, quando Margulies stava girando la terza stagione del medical drama. L'attrice precisa di aver accettato un incontro con il produttore americano, in una stanza di hotel, per ottenere una parte solo su garanzia da parte della collaboratrice che non sarebbe stata sola con lui. Weinstein "aprì la porta in accappatoio. Potevo vedere dietro di lui candele e una tavola apparecchiata per due. L'ho visto fissare l'assistente furioso, e poi me, ancora più furioso. E mi sbattè la porta in faccia". Margulies, come prevedibile, non ottenne quella parte.
2 - «LA SQUADRA DI WEINSTEIN VOLEVA BLOCCARE LO SCOOP»
A.D.P per “il Tempo”
«La squadra di Weinstein mi ha minacciato, tentando di bloccare il mio articolo». Lo scandalo nello scandalo è scoppiato ieri quando Ronan Farrow, figlio naturale di Woody Allen e Mia Farrow, nonché autore dell' esplosiva inchiesta del «New York Times» che ha inguaiato il fondatore di Mira max, ha raccontato di aver dovuto affrontare un ostacolo severo prima di poter pubblicare gli articoli.
La rivelazione è stata fatta dall' ex collaboratore di Hillary Clinton nel corso del «Late Show» di Stephen Colbert mentre Hollywood sembra scossa da un terremoto impossibile da fermare. Sempre ieri Netflix ha annunciato di aver rotto ogni contatto con Kevin Spacey, protagonista (bravissimo) di «House of Cards» ma accusato da tre uomini di averli molestati quando erano adolescenti.
Non solo, Netflix ha tolto Spacey dai cartelloni pubblicitari della serie televisiva, lasciando solo Robin Wright. Ad Hollywood pare che tutti sapessero che il premio Oscar per «American Beauty» fosse un predatore sessuale mentre l' attore tace, dopo aver confessato di essere omosessuale ed essersi scusato con il primo dei suoi accusatori.
Lo scandalo delle molestie sessuali potrebbe rivelarsi un pozzo senza fondo e mettere nei guai attori e registi di fama. Intanto gli obiettivi sono puntati ancora tutti su Harvey Weinstein, travolto dalla marea vischiosa dell' inchiesta giudiziaria che si preannuncia lunga e tortuosa. La polizia di New York ha annunciato che farà in modo che il produttore non lasci gli Stati Uniti. «Non vogliamo che faccia come Roman Polanki, riuscito a sfuggire alle manette nonostante un' accusa di stupro».
Perché secondo gli inquirenti, in mezzo ad una quarantina di denunce, ci sarebbe uno stupro acclarato, quello ai danni di Paz de Huerta, 33 anni, avvenuto nel 2010. La circostanza potrebbe far scattare le manette e di conseguenza spingere Weinstein a fuggire all' estero. «Faremo in modo che ciò non succeda» hanno detto gli inquirenti. Il produttore, fra psicofarmaci e sedute di gruppo sembra essere rimasto l' ombra del mogul che era una volta. Resta da chiedersi solo perché lo scandalo sia esploso ora ed in questi termini..