macron benalla 006-7917596344150130688-n

MACRONATE & LECCATE – L’EX LEADER DEL SESSANTOTTO DANIEL COHN-BENDIT POTREBBE DIVENTARE MINISTRO DOPO LE DIMISSIONI DI HULOT – DA BENALLA A BESSON, TUTTI GLI AMICI E I CORTIGIANI PREMIATI DAL TOYBOY SOLO PERCHÉ LO HANNO ADULATO PUBBLICAMENTE – LE RANDELLATE DI "LIBERATION"

1 – MACRON PROVA A GIOCARSI LA CARTA COHN-BENDIT: C' È UN POSTO NEL GOVERNO

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

COHN BENDIT

A 73 anni, dopo una vita passata a contestare i potenti e poi a consigliarli ma senza mai diventare uno di loro, Daniel Cohn-Bendit potrebbe entrare nel governo francese come ministro dell' Ecologia al posto del dimissionario Nicolas Hulot. Oggi incontrerà all' Eliseo il suo amico Emmanuel Macron e insieme prenderanno una decisione.

 

«Diventare ministro non è la mia tazza di tè, ma allo stesso tempo...», ha detto Cohn-Bendit strizzando l' occhio alla consueta espressione di Macron, quell'«en même temps» che serve al presidente per dirsi di destra e allo stesso tempo di sinistra e per tentare ogni genere di sintesi.

 

nicolas hulot

«So di comparire su una lista di personalità che potrebbero succedere a Nicolas Hulot. Questo weekend mi vedrò con Macron e ne parleremo. Bisogna aiutare il governo a riprendere l' iniziativa sulla transizione ecologica», ha aggiunto l' ex leader del Sessantotto alla radio Europe 1, con la quale collabora come commentatore sui temi politici ma soprattutto come esperto di calcio.

 

Negli ultimi tempi Cohn-Bendit ha fatto un passo indietro rispetto all' impegno politico in prima persona. Dopo avere occupato un seggio al Parlamento europeo nel gruppo ecologista per 19 anni, nel 2014 Cohn-Bendit ha preferito lasciare Strasburgo ma è rimasto molto attivo come intellettuale impegnato a favore della causa europeista ed è diventato il più stretto consigliere ufficioso di Macron sull' Europa, sin dall' inizio della campagna per l' Eliseo.

macron che sguardo

 

«Macron è un fuoriclasse come Zidane», diceva Cohn-Bendit ancora prima che il suo protetto conquistasse l' Eliseo. Di lui Cohn-Bendit ammira il coraggio di avere fatto del rilancio della Ue il terreno di scontro e di vittoria contro Marine Le Pen, e condivide anche quel superamento della divisione tra destra e sinistra «che ormai rappresenta un manicheismo senza capo né coda».

 

Daniel Cohn Bendit

Cohn-Bendit era a fianco del futuro presidente alla famosa cena alla Rotonde di Montparnasse la sera del 23 aprile 2017, quando Macron vinse il primo turno e si fece criticare per avere festeggiato con troppo anticipo e sicurezza di sé. In quell' occasione Cohn-Bendit difese Macron - «voleva solo ringraziare i giovani volontari» -, come gli accade spesso ma non sempre.

 

EMMANUEL MACRON NICOLAS HULOT

Fedele prima di tutto alla sua eterna esigenza di libertà, Cohn-Bendit non nega critiche a Macron, per esempio quando il presidente rimbrottò in pubblico un ragazzino che lo aveva chiamato «Manu» invece che «Monsieur le Président», nel giugno scorso. «Lì Macron ha sbagliato - disse -, non si mortifica così un ragazzino, semmai lo si invita a discutere assieme ai suoi amici».

 

nicolas hulot su una paola eolica a gennaio

Macron appare poi come attore, nella parte di sé stesso, nel documentario La Traversée che Cohn-Bendit ha portato all' ultimo Festival di Cannes assieme all' ex compagno di lotte Romain Goupil, nel cinquantesimo anniversario del Sessantotto.

 

Il rapporto tra i due è di tale franchezza e fiducia che Macron potrebbe davvero convincere l' ex scapigliato Cohn-Bendit ad assumere responsabilità di governo. Quando Hulot si è dimesso a sorpresa, martedì scorso, Cohn-Bendit ha commentato così: «Si è scoraggiato un po' troppo presto, è vero che ci sono le lobby ma si può sempre tentare qualcosa».

macron kohler

 

Sognatore ai tempi della rivolta studentesca, negli anni Cohn-Bendit è diventato pragmatico, cocciuto e ottimista. Macron potrebbe affidargli l' ecologia e soprattutto chiedergli una mano sull' Europa e le elezioni della primavera 2019, ovvero secondo il presidente la battaglia decisiva tra «progressisti» e «nazionalisti» di tutti i Paesi Ue.

 

2 – MACRON PREMIA I LECCHINI: POLTRONE A CORTIGIANI E AMICI

Mauro Zanon per “Libero Quotidiano”

 

bruno roger petit

«Emmanuel Macron è come gli altri, sistema gli amici, i cortigiani, distribuisce le poltrone».

La sentenza arriva da Libération, il quotidiano della gauche parigina, che durante la campagna presidenziale del 2017 era stato tra i principali sostenitori dell' ex ministro dell' Economia di François Hollande.

 

Ma ora si è accorto che l' inquilino dell' Eliseo utilizza gli stessi metodi di chi lo ha preceduto, che la sua «rupture» è stata soltanto di immagine, perché poi, nei fatti, i vizi e i capricci sono i medesimi dei capi di Stato della Quinta Repubblica, e il nuovo mondo macroniano è in realtà un vecchio mondo nascosto dietro una patina di giovanilismo.

 

agnes saal

L' ultima decisione che ha fatto rizzare i capelli anche agli aficionados della prima ora è la nomina dello scrittore Philippe Besson a console di Francia a Los Angeles: uno dei posti più concupiti della République, che alla fine degli anni '50 era stato ricoperto da Romain Gary.

 

Ma perché proprio Besson e non una figura di alto profilo diplomatico? Semplice: perché è un amico di famiglia, è molto vicino alla première dame Brigitte e lo scorso anno ha pubblicato un libro in lode di Macron, "Un personnage de roman", edito da Julliard.

 

IL CAPOLAVORO

cohn bendit macron

Eccone un estratto: «Ammiro la sua intelligenza, sono affezionato a lui, provo una grande tenerezza per sua moglie e la coppia egualitaria che formano mi incuriosisce». Tanto è bastato per scartare gli altri candidati e far urlare la stampa parigina.

 

«Lo scrittore vicino a Emmanuel Macron, di cui fu consigliere e a cui consacrò un' agiografia, è appena stato promosso console di Francia a Los Angeles per grazia di Jupiter (soprannome di Macron, ndr). Competenze diplomatiche? Nulle», scrive il settimanale Marianne.

 

«TRADIZIONE»

philippe besson brigitte macron

Macron, giovedì, ha rispedito al mittente le accuse di nepotismo, parlando di «tradizione francese» nella scelta di scrittori rinomati per ricoprire ruoli diplomatici. Peccato, però, che il presidente francese si sia adoperato altre volte dall' inizio del mandato per trovare un posto ai suoi amici.

 

È il caso di Bruno Roger-Petit, editorialista del magazine Challenges, che durante la campagna elettorale si era distinto per aver scritto il più alto numero di articoli ditirambici nei confronti di Macron, e per questo, il 29 agosto 2017, è stato nominato portavoce dell' Eliseo.

 

philippe besson

Leïla Slimani, scrittrice franco-marocchina molto apprezzata da Brigitte e amore letterario di lunga data del presidente, è stata scelta lo scorso anno come «rappresentante personale di Emmanuel Macron per la francofonia», dopo essersi espressa più volte con toni ampollosi a favore del candidato di En Marche! Agnès Saal, ex presidente dell' Ina (Istituto nazionale dell' audiovisivo) vicina alla sinistra, era stata condannata a tre mesi di prigione con la condizionale per le sue spese pazze (47mila euro di taxi in dieci mesi), ma nonostante questo Macron ha appena deciso di promuoverla alto funzionario per l' uguaglianza e la diversità all' interno del ministero della Cultura.

BENALLA E MACRON

 

E Alexandre Benalla? Discretamente, anche l' ex guardia del corpo di Macron è stato sistemato, dopo lo scandalo che lo ha travolto. Ora, secondo il magazine Public, garantisce la protezione di Ayem Nour, protagonista del reality "Secret Story". Altro che «repubblica esemplare».

BENALLA BRIGITTE E MACRONBENALLA E MACRON BENALLA E MACRONBENALLA E MACRON benalla makao e macronmacron benalla

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...