L’IMPROVVISA CONCESSIONE DEI DOMICILIARI A ILARIA SALIS DA PARTE DEI GIUDICI UNGHERESI DIMOSTRA QUEL CHE GIA’ SI SAPEVA: OGNI SCELTA DELLA MAGISTRATURA DI BUDAPEST È STATA FINORA DETTATA SOLTANTO DALLA POLITICA - CON LA CANDIDATURA DELLA “CACCIATRICE DI NAZISTI” ALLE EUROPEE, IL GOVERNO ORBAN HA CAPITO CHE RISCHIAVA DI RITROVARSI IMPELAGATO IN UNA DISPUTA NON SOLO VERSO L’ITALIA MA CON L’UNIONE EUROPEA - PER LA LIBERAZIONE, IL TRIBUNALE HA DISPOSTO UNA CAUZIONE DA 40MILA EURO E L’USO DEL BRACCIALETTO ELETTRONICO - LA RABBIA DI ROBERTO SALIS: “DA TAJANI E NORDIO NESSUN AIUTO CONCRETO”
1 - SALIS USCIRÀ DAL CARCERE “DOMICILIARI IN UNGHERIA SI È COMPORTATA BENE”
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
«Ilaria Salis ha un indirizzo e persino un lavoro a Budapest. Si è detta pronta a pagare la cauzione. E, rispetto al passato, ha oggi un comportamento rispettoso della legge. Per questo il suo ricorso è fondato. Sono concessi gli arresti domiciliari». Con sei pagine di provvedimento il tribunale del Riesame di Budapest tira fuori dal carcere l’insegnante italiana, in cella da più di un anno con l’accusa di aver aggredito, l’11 febbraio del 2023, due neonazisti.
Lo fa con assoluta sorpresa, accogliendo il ricorso che gli avvocati della Salis avevano presentato più per forma che per sostanza e non certo perché non credevano alla bontà della richiesta. Ma perché fino a questo momento i magistrati ungheresi si erano comportati in maniera molto chiara: nell’udienza del 27 marzo il giudice Josefz Sos aveva rigettato la richiesta senza nemmeno fingere di chiudersi in camera di consiglio, leggendo direttamente un piccolo dispositivo.
Cosa è cambiato allora? «Ilaria si è candidata e l’Ungheria ha capito che rischiava di diventare un problema troppo grande con l’Unione europea» dice a Repubblica una fonte italiana che in questi mesi ha seguito il dossier Salis.
I tempi, certo, sono davvero bizzarri. E sembrano confermare quanto la famiglia Salis denuncia sin dal principio di questa storia: e cioè che ogni scelta della giustizia ungherese è stata dettata sempre e soltanto dalla politica. In ogni caso: i giudici del collegio nel provvedimento hanno ritenuto «sufficienti» le misure proposte dai legali della Salis. E cioè il braccialetto elettronico per evitare la fuga.
Il pagamento della cauzione, 16 milioni di fiorini (poco più di 40mila euro). E il domicilio nella capitale ungherese […] se eletta, dovrà essere scarcerata. E potrà liberamente muoversi in Europa. Se infatti dovesse diventare europarlamentare, per tornare in Ungheria agli arresti il governo di Budapest dovrebbe chiedere e ottenere, con il voto della maggioranza dei deputati, l’autorizzazione a procedere.
[…] la Salis rischia 24 anni di carcere. […] Salis è ancora in cella e probabilmente resterà lì anche nelle prossime ore. Dall’Italia deve infatti arrivare il bonifico della cauzione. Deve essere messo a disposizione il braccialetto elettronico e soltanto a quel punto l’insegnante italiana potrà raggiungere la casa che i suoi genitori hanno affittato. Indirizzo top secret perché tra i rischi ci sono possibili rappresaglie neonaziste: per le strade della città è apparso un murales nelle scorse settimane con Ilaria impiccata. […]
2 - IL PADRE “RINGRAZIARE? MACCHÉ, PROVO RABBIA DA TAJANI E NORDIO NESSUN AIUTO CONCRETO”
Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per “la Repubblica”
Roberto Salis, dopo 15 mesi di carcere durissimo, sua figlia Ilaria andrà ai domiciliari a Budapest, è soddisfatto?
«È un passo nella giusta direzione […] ma bisogna aspettare che Ilaria esca dal carcere […]».
[…] Se l’aspettava questa svolta dei giudici?
ILARIA SALIS IN CATENE IN TRIBUNALE
«Dopo la settima istanza presentata anch’io, che sono ottimista di natura, avevo perso la fiducia».
È stata la candidatura alle elezioni europee con Avs ad aver smosso le acque?
«Io penso che il merito sia dei giornalisti che si sono messi al lavoro e hanno sollevato il caso, della mobilitazione popolare che è nata dopo la diffusione delle immagini di Ilaria in catene al processo e della mobilitazione politica, compresa la scelta della candidatura, contro un processo che da subito è stato politico».
ILARIA SALIS IN CATENE IN TRIBUNALE
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani dice che è stato merito di tutti, anche del governo.
«Tutta questa attenzione e quest’impegno del governo per i diritti dei suoi cittadini io francamente la vedo ancora molto nebulosa. Li dovrei ringraziare? Lasciamo stare...». […] «Su questa storia io non ho dei sassolini nelle scarpe, ho della ghiaia, ho i piedi sanguinanti e prima o poi svuoterò i cassetti di quel che ho da dire. Di certo come cittadini siamo stufi di dover implorare le istituzioni, che dovrebbero essere al servizio dei cittadini e che paghiamo per questo, affinché facciano il loro lavoro. Noi non abbiamo visto alcuna volontà concreta né da parte di Tajani né da parte di Nordio».
[…] «Ilaria dovrà anzitutto sottoporsi a degli esami medici e avrà bisogno di uno psicologo per gestire il suo stato mentale. Dopo 15 mesi rinchiusa in cella 23 ore al giorno in un regime carcerario peggiore del nostro 41bis avrà bisogno di tempo […]».