andrea tardiola settimana corta

LAVORARE MENO, LAVORARE MEGLIO – L’INAIL APRE AGLI ACCORDI TRA AZIENDE E SINDACATI PER LA SETTIMANA LAVORATIVA DI QUATTRO GIORNI: NON SOLO AVREBBE UNA RICADUTA SULLA SALUTE DEI DIPENDENTI CON LA DIMINUZIONE DELLE ASSENZE E DEGLI EPISODI DI BURNOUT, MA ANCHE SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO – UN GIORNO DI RISCHIO IN MENO CHE, SECONDO IL DG DELL’INAIL ANDREA TARDIOLA, SI POTREBBE TRADURRE IN UNA RIDUZIONE DEL PREMIO A CARICO DELLE IMPRESE – LA STRADA È STATA INTRAPRESA GIÀ DA LAMBORGHINI, LUXOTTICA E BANCA INTESA E…

Estratto dell’articolo di Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

ANDREA TARDIOLA

Gli accordi tra aziende e sindacati per la settimana di 4 giorni, che stanno prendendo piede anche in Italia, è probabile che abbiano ricadute anche sulla salute dei dipendenti e sugli infortuni sul lavoro.

E allora perché non approfondire il tema per vedere se questo modello possa essere incentivato con una riduzione del premio Inail a carico delle imprese? È la proposta che lancia il direttore generale dell’Inail, Andrea Tardiola.

SETTIMANA LAVORATIVA CORTA

 

«È in atto una trasformazione del mondo del lavoro, una innovazione dei processi produttivi che ormai non riguarda più solo i servizi». Dopo l’accordo in Banca Intesa — osserva Tardiola — ci sono stati una serie di contratti integrativi che hanno ridotto la settimana a 4 giorni sia in Pmi (Team System, Mondelez International, PA Advice, Velvet Media, Awin Italia, Carter&Benson) sia in grandi aziende manifatturiere come Lavazza, Luxottica e Lamborghini. «Credo che Inail, con le sue strutture di ricerca, debba studiare, in collaborazione con queste aziende, le ricadute di questi accordi».

 

ANDREA TARDIOLA

Una scelta, aggiunge il direttore, dettata dall’esperienza. «[…] con la settimana corta, un giorno di lavoro in meno significa un giorno in meno di esposizione ai rischi». Ma non è questo l’unico aspetto da valutare, sottolinea Tardiola. «Con l’aumento del benessere psicofisico dei lavoratori, che dovrebbe essere uno degli obiettivi di questi accordi, ci sarà una riduzione della sindrome da burnout? Delle dimissioni volontarie? Dell’assenteismo? Delle malattie professionali?».

SETTIMANA LAVORATIVA CORTA

 

Si tratta di riscontrare i risultati di queste trasformazioni, ribadisce il direttore dell’Inail. Ma le premesse per arrivare a uno sconto sul premio ci sono.«Già oggi l’Inail lo prevede per le aziende che investono in sicurezza e, in una logica di bonus malus, per quelle che riducono gli infortuni. Sconti che, per le piccole imprese, arrivano a quasi il 30% del premio. Credo siano maturi i tempi per verificare la possibilità di estendere gli sconti alle intese che riducono la settimana lavorativa».

 

SETTIMANA LAVORATIVA CORTA

[…] Le imprese, che hanno già scommesso sull’aumento della produttività, derivante proprio dal miglioramento delle condizioni di lavoro, verrebbero così premiate anche sul fronte Inail e questo potrebbe incentivare la diffusione della settimana corta. […] Le risorse ci sono e, peraltro, «inizialmente si tratta di sostenere una fase di sperimentazioni». Più che sul famoso «tesoretto» Inail, i 40 miliardi accantonati presso la Tesoreria, che Tardiola dice «servono a garanzia degli equilibri attuariali dell’Istituto», si può attingere al bilancio annuale, che chiude regolarmente in attivo: circa 2 miliardi nel 2022. Ecco perché, conclude, la settimana corta potrà contare anche sul sostegno dell’Inail.

andrea tardiola settimana lavorativa cortaandrea tardiola 32

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...