
SCHOOL OF TRANS - L’INDIA APRE A KOCHI LA PRIMA SCUOLA PER I TRANSESSUALI: L’OBIETTIVO E’ AIUTARLI A COMPLETARE GLI STUDI E A TROVARE UN LAVORO - MOLTI DI LORO SONO DISCRIMINATI E OSTEGGIATI: IN TUTTO IL PAESE SONO CIRCA DUE MILIONI
Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
A Kochi, la città indiana del Kerala regina del mare arabico, è stata inaugurata ieri la prima scuola per transgender. Un college residenziale, il Sahaj International School, con insegnanti transessuali, a cui sono stati ammessi i primi dieci studenti. L' obiettivo è aiutarli a completare le superiori e renderli idonei a candidarsi per un posto pubblico.
In un recente sondaggio è risultato che il 58% dei transgender nel Kerala è costituito da drop out, respinti dalle aule non per la poca voglia di studiare ma dalle violenze verbali e fisiche a cui sono sottoposti da parte di compagni e insegnanti ha spiegato Vijayaraja Mallika, tra le sei attiviste promotrici dell' iniziativa.
L' ostilità e i pregiudizi nei loro confronti restano alti in India, nonostante nel 2014 una sentenza della Corte Suprema abbia loro ufficialmente riconosciuto gli stessi diritti degli altri cittadini: possono sposarsi, ereditare dei beni, accedere agli impieghi pubblici. Ma la legge, come il rispetto religioso di cui godevano un tempo, non le protegge dalle discriminazioni.
Nel Subcontinente ne vivono intorno ai due milioni e vengono chiamate Hijra. Un tempo considerate alla stregua di divinità, capaci con canti e danze di portare fortuna e fertilità, hanno iniziato a essere perseguitate con l' arrivo degli inglesi e della morale vittoriana.
Oggi la società indiana nutre ambivalenza nei loro confronti: da un lato - a volte - sono ancora richieste per le benedizioni in occasione di matrimoni e nascite (il gruppo delle Dancing Queens di Mumbai, per esempio, si guadagna da vivere, danzando e cantando alle feste nuziali e aziendali); dall' altra sono - spesso - indotte a prostituirsi, quando, ripudiate dalle famiglie e senza istruzione, non riescono a trovare né casa né lavoro.
Quanto lo stigma sociale sia ancora diffuso lo dimostra anche l'enorme difficoltà incontrata per trovare una sede alla scuola: 50 proprietari di immobili hanno rifiutato di affittare un edificio agli attivisti della Transindia Foundation prima che, alla fine, una ong cattolica accettasse. Certo qualcosa sta cambiando. E non solo per il recente successo ottenuto dalla 6 Pack Band, il gruppo musicale formato da sei donne transgender ammesso anche ad alcune produzioni di Bollywood.
Più emblematica, per dire, l'iniziativa avviata in una scuola superiore tra le più costose di Mumbai, la École Mondiale World School, dove è stato inserito lo studio delle discriminazioni contro la comunità transgender della città. Sempre a Mumbai, oltre mille persone transgender sono state addestrate dalla polizia per contribuire alle attività di controllo del traffico e alla gestione dei grandi assembramenti di persone.
A frenare l'ottimismo di quanti parlano polemicamente della nascita di una scuola ghetto a Kochi, la storia di Manabi Bandopadhyay: diventata un anno e mezzo fa la prima preside transgender a capo di un famoso college femminile nel West Bengala, si è ora dimessa. Era boicottata da buona parte degli insegnanti e delle studentesse, una frustrazione diventata intollerabile.
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