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L’ORSO PAPILLON SCAPPA DI NUOVO E MAURO CORONA SI ECCITA: “HO UN GRANDE MOTIVO PER BRINDARE ALLA SUA LIBERTÀ. IL PROBLEMA È SOLTANTO UNO. L’UOMO SI CREDE IL PADRONE ASSOLUTO, INVECE LO SPAZIO È DA CONDIVIDERE CON GLI ANIMALI. E DICONO CHE L’ORSO È PERICOLOSO, AGGRESSIVO. NON È VERO” - “ADESSO SAPETE CHE C’È? CHE HO PAURA PER LUI. MAGARI LO SEDANO E MAGARI INVECE DELLA PRIGIONE IL SUO DESTINO SARÀ LA MORTE….”
1 – L'ORSO "PAPILLON " È SCAPPATO ANCORA SCONTRO SULLA LIBERTÀ
Enrico Martinet per “la Stampa”
Scavalca la barriera elettrica, poi piega i tondini d' acciaio da 12 millimetri di diametro in modo da poter scivolare verso la libertà. L' orso M49 è scappato così, per la seconda volta, dalla sua prigione di Casteller, a Sud di Trento, dove c' è un centro di recupero della fauna alpina. "Papillon", come l' ha soprannominato il ministro dell' Ambiente Sergio Costa un anno fa, all' epoca della prima evasione, ha un radiocollare.
sergio costa sta con l'orso papillon
«Crediamo di poterlo ritrovare in fretta, proprio per questo», ha detto il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti che ha interrotto una riunione sul bilancio per annunciare la fuga. M49, secondo il segnale radio, sarebbe sul monte Marzola, tra la Val d' Adige e la Valsugana, pendici boschive e vetta ripida e inerbata a meno di 1. 800 metri. "Papillon" si è superato: l' energia elettrica non l' ha fermato e neppure la recinzione con i tondini elettrosaldati a formare una grata.
E si è creato un varco nella parte bassa, tra ferro e muro di cemento in un punto cieco per le telecamere. Nella notte tra sabato e lunedì la sua fuga è stata sorretta anche dalla fortuna. Il "Papillon" in pelliccia non ha avuto bisogno di nove tentativi di fuga come il celeberrimo Henri Charrière imprigionato alla Caienna che al decimo tentativo riuscì a raggiungere la libertà dall' Isola del Diavolo.
M49 quando decide se ne va, altrimenti resiste con pazienza al suo destino di ribelle imprigionato. Il ministro Costa ribadisce che «Papillon è il nome più azzeccato», aggiunge che l' orso «deve vivere», ma che soprattutto «deve essere lasciato libero». Così anche le associazioni ambientaliste. La prigionia dell' orso è stata sentenziata per una presunzione di pericolosità.
Ha sempre mostrato di non aver paura di avvicinarsi dove vive l' uomo. È entrato nelle baite facendo danni. Fuggito a luglio di un anno fa è poi stato catturato ad aprile. «Non ha mai fatto male a nessuno - dice il ministro -, soltanto danni rimborsabili con facilità». La questione è tutta qui: la natura dell' orso incrocia quella dell' uomo e le esigenze sono diverse. Conciliare l' aumento della popolazione dei plantigradi sull' arco alpino con la presenza di residenti e turisti è complicato.
Proprio nei giorni scorsi è stato avvistato un esemplare nel Biellese, vicino al confine con la Valle d' Aosta. Così come il lupo, anche l' orso riprende i suoi spazi, ma a differenza del carnivoro il plantigrado è tornato per volontà dell' uomo. E ora ha colonizzato parte di boschi e pascoli.
2 – L'UOMO SI CREDE IL PADRONE DOVREBBE STUDIARE LA NATURA
Mauro Corona per “la Stampa”
Non capisco l' orso in prigione. W l' orso libero. E stasera ho un motivo grande per brindare, alla sua libertà. Come si può condannare un animale all' ergastolo? Dal Vajont a Ustica gli uomini non pagano mai, ma gli animali li fanno pagare sempre. Ricordo qualche anno fa il collaudo di un ponte qui in Friuli, hanno fatto passare sopra 6-8 camion, è finito sul greto del torrente, cemento e camion.
Colpevoli? Nessuno. Hanno detto che forse c' era stato un calo di corrente della macchina che filettava l' acciaio. Di qui il difetto. Ma per un orso, basta che rubi qualcosa ed è pericoloso, roba da ergastolo, insomma. So bene che si parla anche di dare equilibrio al numero di orsi. Già, ma ci si dimentica che gli orsi sono stati portati in Trentino per metterli nei boschi e hanno speso fior di milioni. Da noi in Friuli hanno portato i cervi.
Il problema è soltanto uno: l' uomo si crede il padrone assoluto della Natura. Invece lo spazio è da condividere con gli animali. Chissà quando impareremo. E dicono che l' orso è pericoloso, aggressivo. Non è vero, lo è soltanto l' orsa con i cuccioli. Quella sì che può aggredire se gli attraversiamo la strada. Elementare, anche la chioccia ci aggredisce se ha con sé i pulcini e noi rubiamo il suo spazio. Ma la chioccia certo non fa paura, pesa un chilo.
L' ho detto tante volte e l' ho anche scritto anche su questo giornale: bisogna che le guide alpine, gli artigiani, i contadini vadano nelle scuole a raccontare il loro mondo, a offrire in formazioni, a educare. Bisognerebbe fare un programma alla tv, dico alla Rai, che insegni a frequentare il bosco e le montagne.
Parliamo anche di questo, non soltanto di calcio o di Formula Uno. E dico di più, una roba che fa imbestialire gli ambientalisti, ma fra i banchi di scuola mandiamo anche i cacciatori. Certo, non per insegnare a uccidere, mai! Ma per insegnare l' ambiente, per dire agli studenti quando è la stagione dei cuccioli dell' orsa e come comportarsi. Loro lo sanno, come sapevo muovermi io quando andavo a caccia per fame.
MAURO CORONA A UN GIORNO DA PECORA
Ci vuole attenzione, cautela. I tedeschi prima di muoversi chiedono, oppure si fanno accompagnare, noi siamo per il "fai da te". Ho incontrato su sentieri impervi dei Cadini di Misurina padri in sandali con bimbi nello zaino. Basta un temporale e si muore. L' ignoranza sceglie sempre la strada sbagliata: così l' orso o il lupo devono essere abbattuti. Basterebbe, invece, insegnare a come si frequenta il bosco e la montagna e come ci si comporta di fronte all' animale selvatico.
So bene (e non mi piacciono) che certe azioni di ambientalisti sono estreme, ma condivido le battaglie contro gli allevamenti intensivi, contro chi infila cibo nel collo delle oche con dei pistoni. È una questione di etica, oltre che di rispetto per la vita. La questione del lupo è esemplare. È tornato da solo sulle Alpi. Così come l' orso è colpevole di furto. Ruba per mangiare, è la sua natura.
Soluzione: spariamo all' orso e al lupo. No. La soluzione è semplificare ciò che invece si ingegnano a complicare: rimborsiamo. Mandano le commissioni di esperti, che sovente non distinguono un orso da una pecora, per decidere quale animale ha fatto cosa.
No, cari miei, proprio no. Prima pagate l' allevatore che ha perso le dieci pecore, poi fate tutte le verifiche. Anzi, dovete farlo, quindi chiedete indietro i quattrini. Adesso sapete che c' è? Che ho paura per questo orso libero, Papillon, insomma. Magari lo sedano come l' altro fuggitivo e magari invece della prigione il suo destino sarà la morte per un eccesso di sedazione. Un errore. L' orso muore, ma si sa, non c' è colpevole. Quando mai? Anzi, il colpevole sarà proprio M49, Papillon.
mauro corona
salone del libro mauro corona
MAURO CORONA
orso papillon