luigi de pedys

L'UOMO CHE ACCESE LE LUCI ROSSE - SE NE VA A 94 ANNI LUIGI DE PEDYS, GESTORE DELLA PRIMA SALA A LUCI ROSSE IN ITALIA – NEL 1977 DE PEDYS TRASFORMÒ IL CINEMA MAJESTIC DI MILANO, SINO AD ALLORA DESTINATO ALLA PROGRAMMAZIONE PER BAMBINI, NELLA PRIMA SALA IN CUI VENIVANO PROIETTATI ESCLUSIVAMENTE TITOLI HARD -  L’APERTURA FU UN SUCCESSO ENORME, AL PUNTO CHE L’ANNO SUCCESSIVO C'ERANO GIÀ 21 SALE DEDICATE ALLA PROIEZIONE DI FILM PORNO - QUEL LAMPEGGIANTE DEI POMPIERI MONTATO ALL'INGRESSO... 

Da milano.repubblica.it

luigi de pedys

 

Fu lui, nel 1977, ad accendere per primo le 'luci rosse'. E, con il primo cinema d'Italia in cui venivano proiettati esclusivamente titoli 'hard', il Majestic di Milano in zona Porta Venezia, Luigi De Pedys ha cambiato la storia del costume di una città e di un Paese. Una "provocazione", l'ha però definita lui stesso negli anni. 

 

Perché questo gestore di un piccolo impero di sale, che è scomparso a Milano all'età di 94 anni, nella sua vita è stato anche un distributore e co-produttore di film: da Lo chiamavano Trinità con Terence Hill e Bud Spencer a Il federale di Ugo Tognazzi fino a Ecce Bombo di Nanni Moretti. "Io volevo dedicarmi solo al vero cinema", diceva. 

luigi de pedys

 

Fino agli anni Novanta, De Pedys a Milano ha gestito diverse sala: Manzoni, Apollo, Pasquirolo, Orfeo, Arti, Splendor. Anche se in molti lo ricordavano per il Majestic. Era il 15 novembre 1977 quando De Pedys, titolare della Arco Film e poi della Arco Programm, trasformò questo cinema in via Lambro, zona Porta Venezia, sino ad allora destinato alla programmazione per bambini, nella prima sala a luci rosse d'Italia. 

 

cinema a luci rosse

Rosse come il colore di un lampeggiante dei pompieri montato all'ingresso, che segnalava in modo incontrovertibile la sua presenza. D'altronde, lui stesso ha raccontato come gli venne l'idea: suo figlio stava finendo il servizio militare come pompiere e, nel giorno del suo congedo, lo accompagnò nella caserma dove scoprì un'autopompa distrutta dopo un incidente. Da lì, l'illuminazione: chiese al comandante di poter prendere il lampeggiante e lo installò fuori dal Majestic.

luigi de pedys

 

Il successo fu immediato: il cinema vide lievitare gli incassi già nelle prime settimane dalle 26mila lire al giorno dei film per i più piccoli fino anche a 4 milioni. Ma De Pedys non si è mai definito un pornografo. E non solo perché all'esterno della sala non affiggeva locandine, ma un avviso: "Immagini non adatte a un pubblico sensibile". 

 

Un'altra epoca, certo. Un altro mondo, adesso che, prima con l'arrivo delle videocassette poi di Internet, l'epoca dei cinema porno è finita. Ma nel 1978, un anno dopo quell''invenzione', a Milano c'erano già 21 sale dedicate alla proiezione di film pornografici. De Pedys, però, aveva mollato dopo circa quattro mesi: "Era solo una provocazione", appunto. E così tornò a gestire le sue altre molte sale.

cinema a luci rosse

 

Nel 2007, Luigi De Pedys dichiarò al "Giornale dello Spettacolo": "I cinema possono aprirsi a tante iniziative che accompagnano la proiezione e invitano gli spettatori a fermarsi in un luogo che sempre più dovrebbe caratterizzarsi per punto di socializzazione per il tempo libero".

 

 E con la sua Arco Program firmò un accordo con la Rainbow di Iginio Straffi per portare il merchandising delle Winx direttamente nelle sale cinematografiche che proiettavano in quel periodo il film "Winx Club - Il segreto del regno perduto". Un innovatore.

cinema a luci rosse

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…