utero in affitto

BAMBINI IN OFFERTA - L'UTERO IN AFFITTO È VIETATO IN ITALIA MA ALL'ESTERO È UN BAZAAR DI SCONTI E OFFERTE SPECIALI: CON 9.900 EURO ''FECONDATI O RIMBORSATI'' IN UCRAINA, QUANDO NEGLI USA SERVONO ALMENO 100MILA DOLLARI - CATALOGHI, FOTO E CARATTERISTICHE DEI ''FORNI UMANI''

Paolo Bracalini per “il Giornale

 

UTERO IN AFFITTOUTERO IN AFFITTO

«La legge Cirinnà sulle unioni civili non c' entra niente con l' utero in affitto, che in Italia resta assolutamente vietato», dicono i difensori della contestata legge.

Vero e falso allo stesso tempo. È vero che la fecondazione eterologa resta fuorilegge. Ma è anche vero, come sostengono i movimenti contrari al ddl Cirinnà, che la stepchild adoption (adozione del figliastro dell' altro partner) prevista dalla legge potrebbe incentivare il ricorso alle madri surrogate all' estero, visto che si riconoscerà come figlio di entrambi il bambino biologico anche di uno solo dei partner (anche dello stesso sesso), magari avuto col ricorso alle mamme in affitto.

 

Una pratica controversa, proibita in molti Stati non solo in Italia. Come ha scritto il Giornale nell' inchiesta dello scorso 10 agosto, nei paesi dove invece è legale anche a scopo di lucro si è creato un business che ha dato vita a veri «supermarket» dei feti. Alla BioTexCom di Kiev, in Ucraina, rinomato «Centro per la riproduzione umana», offrono tariffe e pacchetti molto competitivi.

 

UTERO IN AFFITTO  UTERO IN AFFITTO

Il miglior affare del discount (testuale), con tanto di foto di neonato felice in pronta consegna, è di 9.900 euro: «Successo garantito». Per quella cifra offrono illimitati tentativi di procreazione (mentre l' economy package per 4.900 euro, ne consente solo uno) e il rimborso in caso di insuccesso. Fecondati o rimborsati. Per i più ricchi invece c' è il pacchetto lusso, all inclusive (29.900), che comprende non solo la consegna di un bambino, ma anche i costi del viaggio, un appartamento in centro, vitto, interprete, spese legali, assistenza medica, compenso per la ragazza ucraina che presta l' utero.

 

In Russia, per avere la clinica leader, la Sweetchild di Mosca, bisogna spendere almeno 35mila euro, negli Usa almeno 100mila dollari. Le madri in affitto sono garantite ai clienti, definiti «genitori committenti», previo «contratto di gestazione», per prevenire il rischio che alla madre naturale venga voglia di tenersi il bambino, inconveniente che talvolta si è verificato. C' è Olga, 24 anni, 1 metro e 55 per 52 kg di peso, capelli scuri e occhi verdi, prima di reggiseno, oppure Irina, 33 anni, quasi un metro e ottanta, bionda e occhi azzurri e terza di seno. E molte altre nel catalogo tra cui scegliere come madre incubatrice del proprio bambino.

UTERO IN AFFITTOUTERO IN AFFITTO

 

Oltre all' Ucraina e la Russia, la maternità in affitto è consentita in Grecia (ma solo per i residenti greci), in Gran Bretagna ma con molte limitazioni, in Sudafrica, in Kazakistan, in Brasile ma solo se la gestante è parente della coppia, in Canada (ma bisogna mettere in conto che la madre surrogata se cambia idea può tenersi il bambino), oppure per chi ha più soldi in alcuni (otto, per l' esattezza) Stati degli Usa. Più di recente il Nepal o l' India, dove si stima che il giro di affari della maternità surrogata, rivolta soprattutto ai ricchi occidentali, sia di 400 milioni di euro l' anno.

 

Il divieto del governo indiano alle coppie omosessuali ha aperto il business per il vicino Nepal. «Il Nepal è diventato un produttore di bambini per ricchi» scrive il quotidiano spagnolo El Pais in un' inchiesta sulla maternità surrogata. «A Kathmandu, le fabbriche di maternità per conto terzi sono spuntate come funghi: ce ne sono già più di una decina. Il governo non si intromette se la transazione avviene tra stranieri, e le cliniche assumono donne indiane o bengalesi per usare i loro ventri».

 

Decine di coppie italiane si affidano ogni anno alla maternità surrogata all' estero. Le difficoltà arrivano quando si vuol far riconoscere il figlio in Italia. I problemi, che possono sfociare anche nel mancato riconoscimento da parte dello Stato, dipendono da diversi fattori: l' inesistenza di un legame genetico tra genitori e bambino rintracciabile con l' esame del Dna, le leggi del Paese in cui il bambino è fatto nascere. Si può rischiare anche un' incriminazione per «alterazione di stato» del neonato, punita dal codice penale italiano con la reclusione.

UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

 

È capitato, tra gli altri, a una coppia molisana tornata da Mosca (per 50mila euro) con un bambino. Dopo la richiesta di riconoscimento all' anagrafe comunale e le indagini sul patrimonio genetico del bambino è partita la segnalazione al tribunale dei Minori. Che non ha riconosciuto come legittimi i due genitori («il bambino era lo strumento con cui soddisfare il loro desiderio narcisistico di esorcizzare il problema di coppia» scrisse il giudice) e ha assegnato il bambino ad una famiglia adottiva.

 

La Cassazione nel 2014 ha dato nuovamente torto alla coppia, finché la Corte dei diritti dell' uomo (Cedu), pur confermando che «la condotta dei ricorrenti è stata contraria alla legge», ha riconosciuto come primario il diritto del bambino ad avere una famiglia. E non è finita, il processo va avanti perché lo Stato italiano ha fatto ricorso.

 

Anche tra le madri surrogate, non solo tra i «genitori committenti», ci sono storie felici (donne già madri per conto loro, orgogliose di poter aiutare la maternità altrui), ma anche tristi.

UTERO IN AFFITTOUTERO IN AFFITTO

 

Persino negli Usa, dov' è più contenuto il rischio (rispetto a India, Nepal, o Paesi dell' Est dove la povertà è più diffusa) che procreare diventi un lavoro ben remunerato. Il New York Post ha ripreso una testimonianza raccolta in un documentario choc, Breeders: A Subclass of Women?

 

(Breeder si può tradurre con «animale da riproduzione»). Angela Robinson, di Middletown, Stato di New York, si offre per fare da madre surrogata per il fratello e sua moglie. Dopo il parto qualcosa in lei cambia, rivuole il bambino, inizia una battaglia legale che finisce in una sentenza che glielo riconosce come suo. «Penso che la maternità surrogata vada vietata racconterà - L' idea che si possa pagare per avere un figlio è orribile. Tutti pensano alle persone che non possono avere figli, ma nessuno pensa ai bambini nati così, o alle donne da riproduzione che stiamo creando con questa tecnica».

gay parent magazinegay parent magazine

 

Un punto di vista conservatore. Anzi, retrogrado e medioevale, direbbero molti supporter della Cirinnà.

 

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?