film padre pio abel ferrara

“LA BATTAGLIA QUOTIDIANA DI PADRE PIO ERA QUELLA CONTRO L’EGO” - ABEL FERRARA A 71 ANNI PRESENTA A VENEZIA IL FILM SUL SANTO DI PIETRELCINA, CHE SARÀ IMPERSONATO DA SHIA LABEOUF: “PERCHÉ L’HO SCELTO? STAVA FACENDO UN PERCORSO DI FEDE. SI È CONVERTITO, CREDE AI MIRACOLI. È RIMASTO DUE MESI IN CONVENTO. LA FIGURA CONTROVERSA DI PADRE PIO? CREDO NELL'OSPEDALE. CREDO NELLA COMPASSIONE. LE STIMMATE? LA SUA RISPOSTA ALL'APOCALISSE CHE STAVA ARRIVANDO. TUTTI I FOTTUTI CAPPUCCINI HANNO DETTO CHE IL FILM È UN CAPOLAVORO…” - VIDEO

 

Giulia Villoresi per “il Venerdì – la Repubblica”

 

film padre pio abel ferrara 3

Abel Ferrara, 71 anni, regista di culto della scena indipendente americana, in piedi nella sua cucina parla del suo ultimo film, mentre noi, la metà dei suoi anni, ci dimentichiamo di offrirgli la nostra sedia. Ce ne dimentichiamo per un'ora e mezza. Tanto che alla fine sarà costretto a dirci: «Però così mi viene un colpo, bro'». Bro' sta per brother, fratello: ha iniziato a chiamarci così quando l'atmosfera si è scaldata. Il Maestro - qui all'Esquilino lo chiamano tutti così - parla americano con una lieve inflessione italiana, e non perché vive a Roma da vent' anni, ma perché è cresciuto tra gli italo-americani del Bronx.

 

film padre pio abel ferrara 1

Per prima cosa ci ha preparato una moka con l'acqua minerale: un rituale quasi religioso, con picchi di violenza inaudita (la forza con cui maneggiava le tazzine faceva temere il peggio), e tanto magnetico da inchiodarci alla sedia. Anche i suoi film sono così. L'ultimo, Padre Pio, sarà presentato il 2 settembre alla Mostra del cinema di Venezia nella selezione ufficiale delle Giornate degli Autori.

 

film padre pio abel ferrara 4

Qui l'eterna riflessione di Ferrara sui temi del peccato e della redenzione ha raggiunto la sua forma più esplicita: l'agiografia. Quella di un santo di cui si è detto di tutto (millantatore, fornicatore, iracondo, fascista, affarista), interpretato da un attore che ha combinato di tutto: Shia LaBeouf, 36 anni, arrestato almeno undici volte a partire dai nove, alle spalle un rehab e una conversione al cristianesimo (era ebreo), dopo un «viaggio spirituale» che ha avuto il suo culmine proprio in questo film. E si vede. Come in Pasolini (2014), che racconta le ultime 24 ore di PPP, anche qui Ferrara si è concentrato su un breve segmento storico: sono i fatti sanguinosi, e pressoché sconosciuti, avvenuti a San Giovanni Rotondo nell'ottobre del 1920, proprio mentre Padre Pio, appena fuori dal paese, combatteva (talvolta fisicamente) con Satana, ed elaborava la croce delle stimmate "definitive".

film padre pio abel ferrara 6

 

Partiamo dall'eccidio di San Giovanni Rotondo.

«Un fatto storico di portata mondiale. E voi non ne sapete nulla. Nel 1920 in Italia ci sono state le prime elezioni vinte dalla sinistra. I socialisti hanno preso molti comuni. Ma a San Giovanni Rotondo, un paesino dominato da preti e proprietari terrieri, la destra ha negato il risultato delle votazioni. Una quarantina di persone si è radunata sotto il Comune per protestare. La tensione è salita. I carabinieri hanno sparato. Risultato: undici morti. Una fottuta strage. E voi non ne sapete nulla. Perché?».

Non lo so.

film padre pio abel ferrara 11

«È la nascita del fascismo, cazzo! È la prima battaglia della Seconda guerra mondiale. È l'inizio di tutto. Ed è accaduto lì, a San Giovanni Rotondo, mentre Pio lottava col diavolo».

 

Nel 1961, ricostruendo l'eccidio, l'Avanti osservava che sarebbe sciocco immaginare Padre Pio come estraneo ai fatti, immerso esclusivamente nelle sue esperienze mistiche.

«Non me la bevo. Il monastero dei cappuccini era fuori dal paese. Neppure ci andavano, in paese. Ovviamente lui aveva un'influenza, ma non politica».

film padre pio abel ferrara 12

 

Non politica?

«No, bro'. Era un'influenza spirituale. Perché lui vedeva tutte quelle dinamiche e sapeva a cosa avrebbero portato. Il diavolo gli parlava: "Pensi che gli ultimi cinque anni siano stati brutti? Vedrai i prossimi venti. Guerra. Spagnola. Ebrei gassati. Milioni e milioni di morti. Come pensi di fermarmi? Tornatene da mamma, cazzone!"».

 

Invece lui è rimasto.

«E ha costruito un ospedale. Un fottuto ospedale, dove non c'era neanche l'acqua! Un monaco tra i poveri che raccoglie 35 milioni di dollari».

Dollari di oscura provenienza, pare.

film padre pio abel ferrara 7

«Pio sapeva smuovere le montagne».

 

Le è mai venuto il dubbio che questo carisma fosse un'emanazione dell'ego, più che dello spirito?

«La sua battaglia quotidiana era proprio questa: l'ego. Cos' era il diavolo, sennò? Nelle lettere lo dice. "Perché sto facendo tutto questo? per me o per Gesù Cristo?". Ma lui era soprattutto un grande confessore».

 

Cosa significa?

«Significa che fuori fanno quaranta gradi, e tu stai in un fottuto bugigattolo tutto il giorno ad ascoltare le sofferenze altrui. "I miei pomodori non crescono. Mia figlia non rimane incinta. Non ho soldi. Non ho fede. Mi scopo la moglie del mio amico". E tu li ascolti. Porti a tutti la parola di Dio. Poi gli porti un ospedale. Cos' è? Compassione? Miracolo?».

film padre pio abel ferrara 10

 

Lei crede nei miracoli?

«Credo in quell'ospedale. Credo nella compassione. Ma non credo nei miracoli: sono buddista. Credo che le cose, semplicemente, accadono».

 

Allora che cos' erano le stimmate di Padre Pio?

«La sua risposta all'apocalisse che stava arrivando. Una risposta così profonda da far uscire il sangue. Le stimmate sono la sofferenza che attendeva tutti, che lui ha preso su di sé. Quante persone hanno detto: "Mi ha toccato, e sono cambiato"? Lui ha portato il miracolo tra la gente».

 

film padre pio abel ferrara 13

Di nuovo il miracolo...

«Shia, per esempio, crede nei miracoli».

 

Ecco, Shia LaBeouf: perché ha scelto lui per interpretare Padre Pio?

«Qualcuno me l'ha presentato, abbiamo parlato e c'è stata una connessione. Al tempo lui stava affrontando un viaggio spirituale. Un viaggio nel quale è immerso ancora oggi. Lo stesso viaggio che sto facendo io».

 

Come si è preparato per il ruolo?

«Si è chiuso per due mesi in un convento di cappuccini fuori Los Angeles.

I frati lo hanno accettato, dandogli tutte le conoscenze di cui aveva bisogno.

Lui era già molto dentro alla questione della fede, e ci è entrato ancora di più».

 

Ha pensato di farsi monaco?

film padre pio abel ferrara 5

«Questo devi chiederlo a lui. Ad ogni modo, i cappuccini del film non sono attori: sono monaci veri».

 

Hanno visto il film?

«Sì. E hanno detto che è un capolavoro. Tutti i fottuti cappuccini! Ecco la mia più grande felicità!».

 

La felicità: pensa di conoscerla meglio, da quando vive in Italia?

«Dieci anni fa ho passato quattro mesi in una comunità fuori Caserta e ho chiuso con droghe e alcol. Sono rinato lì. A trenta minuti dal luogo in cui era nato mio nonno, cioè Sarno. Ero molto legato a mio nonno. È grazie a lui che ho scoperto Padre Pio. Erano coetanei e conterranei. Lui emigrò negli Stati Uniti nel 1900 e se la cavò alla grande.

Non come gangster. Col duro lavoro. Però non imparò mai l'inglese».

 

film padre pio abel ferrara 2

Come lei che non ha mai imparato l'italiano

«Beh, sai. Mia moglie è moldava. Parla moldavo».

 

Quindi lei parla moldavo?

«No. In realtà parlo a stento l'inglese. Ecco il problema: non ho mai imparato davvero l'inglese, quindi imparare altre lingue mi viene difficile».

 

Perché ha scelto l'Italia?

«Perché ero stanco di lottare per la mia libertà creativa. Quello che faccio, che per me è sacro, nel mio Paese non è rispettato. Lì il regista come autore di film ormai non esiste più. L'artista non conta un cazzo, conta il profitto. Qui invece c'è una legge che dice che nessuno può toccare il mio film. E non è solo una legge. È una filosofia di vita».

 

Cioè?

film padre pio abel ferrara 8

«La vedi quella maniglia? Il tipo che l'ha fatta, cento anni fa, ci ha messo tempo e cura. A New York te la fanno in cinque minuti e non gliene frega un cazzo. Guarda il pavimento (marmette anni 20, ndr). Questo pavimento è come i miei film. Come il caffè. Il cibo. Non lo so cos' è. Cultura. Rispetto per l'arte. Quando hai una civiltà di tremila anni impari a rispettare certe cose».

 

Eppure, non tutti pensano che questa civiltà stia producendo arte vitale. Prendiamo il cinema: le piacciono i film italiani?

«Vabbè. C'è stato Berlusconi. I nuovi registi sono cresciuti con la sua tv, non con Rossellini e Antonioni».

 

film padre pio abel ferrara 9

La maggior parte di quei registi conosce Rossellini e Antonioni.

«Non lo so. Garrone mi piace, per dire. Ma la verità è che non vedo film. Non li vedo perché li faccio e la sera voglio solo leggere un libro».

 

A che film lavora, adesso?

«Sto per partire per l'Ucraina: andiamo a girare un documentario».

Cosa ha in mente?

«Niente di preciso. Intanto partiamo da Kiev, il resto dipende».

Da cosa?

shia lebeouf padre pio

«Da quanto sono coraggioso».

shia lebeouf abel ferrara padre pioshia lebouf padre piopadre pio di abel ferrara 3

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…