“LA FERRAGNI INCARNA SIA UNA FILOSOFIA DELLA FELICITÀ SIA DELLA BELLEZZA” - LA SUPERCAZZOLA DELLA FILOSOFA LUCREZIA ERCOLI CHE NEL LIBRO “CHIARA FERRAGNI. FILOSOFIA DI UN'INFLUENCER” CI VUOLE FAR CREDERE CHE DIETRO ALLA MACCHINA DA SOLDI CI SIA ALTRO: “AL CONTRARIO DI TANTE ICONE CHE PROPONGONO UNA VITA SPERICOLATA IL SUO MODELLO NON È EVERSIVO. LEI E FEDEZ RAPPRESENTANO LA FINE DEL MODELLO SESSANTOTTINO E…”
Francesco Rigatelli per “la Stampa”
«Mille fili uniscono alto e basso. Se Roland Barthes fosse vivo includerebbe Chiara Ferragni nei suoi Miti d' oggi. Senza scomodare Aristotele, che parlava della tragedia greca come di un successo popolare da seguire per capire i tempi». Così per la giovane filosofa Lucrezia Ercoli, direttrice artistica del festival «Popsophia» e studiosa di storia della spettacolo e ora autrice di Chiara Ferragni. Filosofia di un' influencer (Il Melangolo), la regina di Instagram è il più grande romanzo di formazione contemporaneo.
Qual è la filosofia di Chiara Ferragni?
«Sembra una contraddizione in termini, ma, se la filosofia non si definisce per l' oggetto ma per la complessità del suo ragionamento, lei certamente è un personaggio da analizzare. In lei si incarna un pensiero contemporaneo, che comprende sia una filosofia della felicità sia della bellezza».
Con le vecchie categorie sarebbe estetica o morale?
«Nel libro tento di guardarla da più punti di vista. La sua visita agli Uffizi con la foto vicino alla Venere del Botticelli, oltre a proporre una democratizzazione del museo, mette in discussione le nostre icone estetiche. Aristotele poi parla della stabilità data dai giorni felici, invece che dai momenti di gioia ed è questa l' etica del modello famigliare di Ferragni, in una casa piena di cose oltre che di affetti».
Una neoromantica?
lucrezia ercoli chiara ferragni. filosofia di un'influencer
«Una giovane donna che vive una favola romantica. Al contrario di tante icone che propongono una vita spericolata il suo modello non è eversivo, ma rassicurante e propone un ritorno al matrimonio, alla monogamia e a una vita tradizionale per quanto riadattata.
Anche se, come dice il pubblicitario Don Draper nella serie Mad men, "L' amore romantico non esiste, l' abbiamo inventato per vendere calze"».
Però lei si è sposata sul serio
«Sì, ma l' autenticità è un concetto complesso e che imita sempre qualcosa di già visto.
La sua vita è indubbia, però quando viene raccontata nelle storie su Instagram entra a far parte di una narrazione con regole precise».
Quali sono i codici di questa comunicazione?
«Il segreto della sua viralità resta un mistero. Gli ingredienti fondamentali sono la sua intelligenza, il carisma, il tempismo nell' aver individuato per prima il fenomeno e la capacità nel gestirlo. Per questo replicarla è impossibile e lei resta la regina delle influencer».
leone lucia ferragni addobbato per carnevale
Nel libro ne parla come del nuovo romanzo di formazione. E' così?
«Sì, il suo è come un viaggio per realizzarsi. Lo spettatore, come un lettore, la segue mentre lei vive il suo sogno stile americano con lieto fine».
Si spera
Certo, non lo sappiamo ancora, ma intanto la principessa ha trovato il principe azzurro e si è realizzata professionalmente».
Nella carriera di Ferragni la svolta è stata diventare un caso di studio ad Harvard?
«Non è un' influencer qualunque, ma un' imprenditrice partita da un blog e arrivata a un sistema di piattaforme, contenuti e prodotti. Molto di più di quello che gli hater vorrebbero banalizzare».
Per capirli nel libro cita gli apocalittici e integrati di Umberto Eco.
«I personaggi pubblici vengono criticati da sempre e i social semplicemente moltiplicano sostenitori e detrattori. Eco mise in luce una caratteristica dei critici, gli apocalittici, ovvero l' attrazione nascosta: chi odi ti definisce e chi disprezza compra».
Ha notato una maggiore responsabilità sociale in Ferragni?
«E' una svolta importante, perché dimostra che l' influencer può far acquistare prodotti, ma anche assumere comportamenti. Le sue campagne per un reparto Covid o sui diritti delle donne sensibilizzano i giovani».
Non a caso Conte ha chiamato lei e il marito Fedez per aiutarlo a diffondere le misure di precauzione.
«Loro hanno gestito molto bene la fase della pandemia, diffondendo un messaggio positivo e unificante, mentre sui social si tende a dividersi tra impauriti e negazionisti».
I Ferragnez, quasi una persona sola?
«Sono la famiglia reale italiana. Con la differenza che il loro matrimonio è rimasto chiuso ai media tradizionali e si è visto solo tramite le storie su Instagram degli invitati. Un passaggio di paradigma e di linguaggio».
Che valori veicolano?
«Sono la Bella e la Bestia, la voce tranquillizzante di lei e la vena eversiva di lui, unendo il pubblico con due metà complementari. Rappresentano la fine del modello sessantottino e in un momento di crisi come questo si affidano alla rassicurante dimensione domestica».
Perché esibire così tanto la propria vita?
«Rispondono all' antica richiesta di entrare nella vita degli altri. E' l' evoluzione del reality show che provoca il piacere sadico di scoprire il prossimo nel privato. Certo, è la fine del senso del pudore. Ferragni ha pubblicato perfino la sua gravidanza, anche se resta un' illusione quella di conoscere tutto il suo privato».
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