“LA PANDEMIA È IL COLPO DI GRAZIA DELLA GLOBALIZZAZIONE” – FEDERICO RAMPINI: “GLI SQUILIBRI ERANO INSOSTENIBILI GIÀ PRIMA, PER LE CLASSI LAVORATRICI. ORA ANCHE LE MULTINAZIONALI SCOPRONO CHE LE LORO CATENE PRODUTTIVE SONO VULNERABILI. NON POSSIAMO PERMETTERCI DI DIPENDERE DA INDIA E CINA PER FARMACI SALVAVITA” – “IL DISAGIO SOCIALE RISCHIA DI COSTARE LA RIELEZIONE A TRUMP, BIDEN È UN SURROGATO PER UN TERZO MANDATO DI BARACK OBAMA"
Alessandro Rico per “la Verità”
Federico Rampini, corrispondente di Repubblica, vive negli Usa da 20 anni. Ha appena pubblicato Oriente e Occidente. Massa e individuo (Einaudi). Un testo che spiega come i due mondi si siano a lungo guardati, studiati, scontrati, compresi (o incompresi), con un focus sull' ultimo capitolo di questo perenne confronto storico: la pandemia.
Donald Trump è l' unico leader occidentale a essersi trovato nel bel mezzo di quest' emergenza sanitaria ed economica, a ridosso delle elezioni. Che idea si stanno facendo gli americani?
«Sono divisi anche sulla pandemia».
donald trump si toglie la mascherina 1
In che modo?
«Siamo di nuovo nel mezzo di quelle guerre culturali e valoriali, prima ancora che politiche, in cui gli Stati Uniti si dibattono almeno dagli anni Sessanta».
Quali sono gli schieramenti in campo?
donald trump con la mascherina
«Nell' America delle due coste, progressista e governata dai democratici, c' è stata una sostanziale adesione ai lockdown, sia pure con episodi di insofferenza. L' America di mezzo e il Sud, dove prevalgono i repubblicani, sembra dare più importanza alla ripresa dell' economia che all' emergenza sanitaria. Trump sta con questa seconda America».
proteste contro il lockdown negli usa 9
E sta soddisfacendo chi gli chiede di proteggere il benessere economico?
«Le manovre di sostegno a imprese e famiglie hanno già raggiunto un valore pari al 20% del Pil americano. E ne arriveranno di nuove. Nessun altro Paese finora ha fatto altrettanto. Nonostante questo, le previsioni indicano una disoccupazione in crescita fino all' estate, e una ripresa solo nel 2021. Il disagio sociale rischia di costare la rielezione a Trump».
Addirittura?
proteste contro il lockdown negli usa 8
«Il 3 novembre si voterà su questo, il resto conterà poco».
E i democratici come sono messi? Si dice che la leadership di Joe Biden sia debole.
«Biden è un politico di medio livello, perse due volte la nomination in passato, ma come ex vicepresidente è un surrogato per un terzo mandato di Barack Obama».
Che difficoltà sta incontrando Biden?
«La campagna virtuale imposta dal lockdown non lo aiuta. Deve gestire un' ala sinistra sempre più radicale e scongiurare l' astensionismo fra i seguaci di Bernie Sanders».
Azzardi un pronostico. Chi vincerà le presidenziali?
«La depressione economica trasforma il voto in un referendum su Trump. Con il 20% di disoccupazione, la sua rielezione sarebbe miracolosa».
In Oriente e Occidente, lei spiega che l' immagine di una Cina già in piedi dopo il Covid-19, cara al regime, potrebbe celare il costo umano elevatissimo delle misure di contrasto dell' epidemia.
«I costi occulti della pandemia - per esempio, gli aumenti di decessi per altre malattie come effetto collaterale del lockdown estremo - li conosceremo tra anni se un Michail Gorbacëv cinese aprirà gli archivi segreti del regime».
Oggi cosa potremmo già dire?
«Che il vero costo umano è la recessione. Non c' era una crisi simile dal massacro di Piazza Tienanmen nel 1989».
Cosa c' è in ballo?
coronavirus wuhan il 31 marzo 2020
«Nel mio libro ricostruisco millenni di storia e ricordo la fede ancestrale dei cinesi in un "mandato celeste", un segno divino di legittimazione dell' imperatore. I flagelli, epidemie incluse, sono segnali di una crisi di legittimità. Confucio già 2.600 anni fa teorizzava che un imperatore ingiusto o incapace va rovesciato».
Allora il regime rischia?
«C' è una generazione di cinesi che ha conosciuto solo crescita, aumento del benessere, progresso continuo. Lo shock sarà duro e il regime lo teme: non a caso reagisce con l' irrigidimento su Hong Kong, in cerca di tensioni esterne».
Se volessimo soppesare benefici e svantaggi della globalizzazione, dovremmo mettere sul piattino della bilancia anche il fatto che la trasmissione mondiale delle malattie infettive è diventata potenzialmente molto più rapida?
«La globalizzazione, come era stata strutturata negli anni Novanta, entrò in crisi nel 2008 e da allora non si è più ripresa. La pandemia è solo il colpo di grazia».
In che senso?
«Gli squilibri erano insostenibili già prima, per le classi lavoratrici dell' Occidente. Ora anche le multinazionali scoprono che le loro catene produttive dilatate su più continenti sono troppo vulnerabili».
Ci siamo scoperti fragili?
«Non possiamo permetterci di dipendere da India e Cina per farmaci salvavita e apparecchiature biomediche essenziali. Protezionismo, autarchia, rilocalizzazione entro i confini di Stati nazionali o di blocchi continentali come l' Europa sono trend in atto».
D' altronde, proprio il Dragone - e lo scontro con gli Usa - sfatano un altro mito della globalizzazione: all' idea di un mercato autoregolato si è sostituita quella di un capitalismo piegato agli scopi politici delle grandi potenze.
«Nel mio libro, non a caso, illustro le origini del capitalismo statalista di matrice asiatica».
Ce lo descrive?
«Risale alla Restaurazione Meiji dell' Ottocento, quando il Giappone copia la Prussia. Da allora l' Asia ha dimostrato una eccezionale capacità di emulare la modernità occidentale, adattandola a un altro universo di valori».
Quali valori?
scontri a hong kong 24 maggio 2020 7
«I miracoli economici del dopoguerra - nell' ordine, Giappone, Taiwan, Singapore e Corea del Sud - sono stati tutti all' insegna di un capitalismo dirigista. La Cina li ha studiati e poi ne ha fornito la sua versione autoritaria».
È la tradizione collettivista dell' Oriente ad aver determinato la combinazione tra economia di mercato e autoritarismo?
«Nel mio libro spiego che di Oriente non ce n' è uno solo e racconto tante storie parallele. È importante per noi imparare a distinguerli».
scontri a hong kong 24 maggio 2020 6
Distinguiamoli, allora.
«Giappone, Corea del Sud e Taiwan sono liberaldemocrazie. Singapore è un autoritarismo soft, illuminato, conservatore e di destra. La Cina è la vera autocrazia e insieme con la modernità tecnocratica conserva una continuità con il pensiero leninista, il primato del Partito comunista».
I Paesi asiatici non hanno nulla in comune?
«Certo: tutti hanno una matrice confuciana».
In cosa consiste?
«Nell' idea che i doveri dell' individuo verso la comunità vengono prima dei diritti. Xi Jinping è il primo leader ad affermare esplicitamente, urbi et orbi, la superiorità del suo sistema politico».
E gli occidentali sono d' accordo con lui?
«Guardi, ironia della sorte, furono Marco Polo nel XIII secolo, poi Matteo Ricci nel XVI, infine Montesquieu e Voltaire ai tempi dell' illuminismo, i primi occidentali a soffrire di un complesso d' inferiorità verso la Cina. Oggi l' Asia torna ad apparirci superiore anche perché l' Occidente attraversa una caduta di autostima».
la grafica di immuni, la app di bending spoons 7
In Italia si è molto discusso dell' app Immuni. L' Occidente resiste all' idea del tracciamento digitale. Sarà la pandemia ad aprire la breccia da cui passerà una svolta in senso asiatico su privacy e tecnologia?
«Abbiamo accettato molte deroghe alla privacy dopo l' 11 settembre 2001 per combattere il terrorismo. Ne abbiamo accettate altre come merce di scambio con i padroni della Rete - Amazon, Apple, Google, Facebook - per la gratuità apparente di certi servizi online. La pandemia darà un' altra formidabile spinta nella stessa direzione».
Quindi, da questo punto di vista, ci «cinesizzeremo»?
riconoscimento facciale xinjiang, cina
«Il Grande fratello cinese è già molto più avanti di noi: la tecnologia made in China ha il vantaggio di applicarsi a una popolazione rassegnata all' onnipresenza dello Stato».
Il coronavirus cambierà l' ordine mondiale?
«Una pandemia, come una guerra mondiale, alla fine sancisce dei vincitori e dei perdenti. È un test aggiuntivo nello scontro di civiltà che era già in atto».
Chi ne uscirà vincitore?
«Si rafforzeranno tendenze già esistenti: eravamo già in una guerra fredda Usa-Cina; ed eravamo all' alba di un secolo asiatico».
Asiatico o proprio cinese?
guerra commerciale stati uniti cina 3
«Ecco: oltre alla dicotomia Oriente-Occidente, dobbiamo scrutare con più attenzione le linee rosse di tensione che attraversano l' Asia stessa, perché lì stanno maturando resistenze all' egemonismo cinese».
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