FUORI DAL LETTO, NESSUNA PIETA': LA LEGGE DEL CONTRAPPASSO COLPISCE MARCO FERRADINI – IL CANTANTE CHE SCRISSE "TEOREMA" (“PRENDI UNA DONNA, TRATTALA MALE”) FU MALTRATTATO DALLA RAGAZZA A CUI DEDICÒ LA CANZONE: “QUANDO GLIELA FECI ASCOLTARE MI DISSE 'SEI UNO STRONZO'. QUELLO CHE HO SCRITTO NEL BRANO È SUCCESSO A PARTI INVERTITE” – LA CARRIERA DA VOCALIST E LE SIGLE DEI CARTONI ANIMATI: “A UN CERTO PUNTO DI 'UFO ROBOT' SI SENTE DIRE: ‘ALABARDA SPAZIALE’. QUELLA È LA MIA VOCE'" - VIDEO!
Estratto dell’articolo Alessandra Arachi per “il Corriere della Sera”
Marco Ferradini ma lei l’ha mai trattata male una donna?
«Macché. E’ successo il contrario».
Chi l’ha trattata male?
«La stessa donna a cui ho dedicato la canzone, Teorema».
Una canzone che è un successo senza tempo.
«Una prima opera che mi ha travolto. Per tutti sono quello di Teorema»
E invece lei ne ha scritte tante di canzoni.
«Una cinquantina, soltanto quelle d’amore».
Ma noi tutti canticchiamo: «... fuori dal letto nessuna pietà... e allora si vedrai che t’amerà...». E’ quello che è successo a lei?
«A parte invertite, sì. Nella canzone invece è l’uomo che tratta male la donna».
Chi è questa donna?
«Teresa».
Ha saputo che Teorema era dedicata a lei?
«Sì gliel’ho fatta sentire appena composta».
E lei che ha detto?
«Sei uno stronzo».
Non si è smentita. La sente ancora?
«Dopo 42 anni? No basta».
Sono passati 42 anni da quando è uscita la canzone e sta ancora tra noi.
«Era il 1981, è un pezzo che continua a rimbalzare. Ogni tanto... hop... e torna su. Prima con il film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ora la cantano in chiave pop Fiorello e Giorgia. A me non piace la chiave pop, sono affezionato all’originale». […]
I primi anni Ottanta. Che importanza hanno avuto?
«C’erano gli strascichi degli anni della contestazione, gli uomini non potevano raccontare i propri sentimenti, dovevano fare la rivoluzione. Capiamo: io sono un ex-sessantottino, un hippie. Ma ho trovato il coraggio».
Di fare cosa?
«Di raccontare me stesso, i miei sentimenti. Ecco il successo: la gente era stufa di concetti finti, pugnetti alzati, slogan vuoti. L’hanno accolta come una liberazione dall’oppressione ideologica».
Poi ha detto di aver scritto tante canzoni d’amore...
«Sì, ma poi si ritorna sempre a quella, non ne esco. In un concerto se non canto Teorema mi tirano le freccette». […]
Cos’altro ha fatto?
«Il vocalist. Ho lavorato con Eros Ramazzotti. Mina, Toto Cutugno, Giorgio Gaber, Pupo. E poi, fantastiche, le sigle dei cartoni animati».
Le sigle dei cartoni animati? Quali?
«Tutte quelle degli anni Ottanta».
Ovvero?
«Per dirne alcune: Tex Willer, Daitarn3, Mazinga, Ufo Robot».
Ha cantato la sigla di Ufo Robot?
«No, no , facevo il vocalist».
Cosa vuol dire in pratica?
«A un certo punto di Ufo Robot si sente dire: “Lame Rotanti”, “Alabarda spaziali”. Bene quella è la mia voce».
Si divertiva?
«Tantissimo. Un mestiere che creava fratellanza fra tutti i vocalist . Teniamo presente che le sigle di queste canzoni le ha scritte un artista del calibro di Vince Tempera. Questo è successo dopo Teorema. Ma c’è anche un prima».
Qual è il prima?
«Negli anni Settanta ho cominciato a cantare con un gruppo che si chiamava “Drogheria Solferino”, che era il negozio di vestiti dell’Equipe ‘84. Sponsorizzavamo il negozio e loro ci davano giacche e pantaloni per i concerti». […]