“MI APPESTERÀ PER UN PO', MA DARÒ BATTAGLIA CON TUTTE LE FORZE CHE POSSEGGO” – LA LEGGENDA DEL TENNIS DI 66 ANNI, MARTINA NAVRATILOVA, HA ANNUNCIATO DI AVERE DUE TUMORI (ALLA GOLA E AL SENO), ENTRAMBI AL PRIMO STADIO – I MEDICI SONO OTTIMISTI, INIZIERÀ LE CURE LA PROSSIMA SETTIMANA NEGLI STATI UNITI – LA SUA STORIA: NATA A PRAGA DURANTE LA CORTINA DI FERRO, CITTADINA AMERICANA DALL’81 DOPO AVER CHIESTO ASILO POLITICO NEL 1975. SI È DICHIARATA LESBICA SFIDANDO GLI SPONSOR, MADRE DI DUE FIGLI E SPOSATA CON…
Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”
La scelta delle parole, innanzitutto: «Una doppia sfiga, seria ma rimediabile». E il contesto dell'annuncio. Né una conferenza stampa a reti unificate né un'esclusiva riservata al giornalone amico, ma il sito della Wta, l'associazione delle tenniste professioniste che la pioniera Billie Jean King provvide a fondare (1973) e lei a nobilitare con 167 titoli in singolare, di cui 18 del Grande Slam. In una parola: casa sua.
Ed eccola, la doppia sfiga: Martina Navratilova, 66 anni, ha due tumori, alla gola e al seno, quest' ultimo già diagnosticato e curato nel 2010, quando aveva 53 anni. «Ricordo che piansi per circa 15 secondi, poi guardai dritto negli occhi il mio medico: okay, doc, da dove cominciamo?».
Le cose semplici alla signora del tennis non sono mai piaciute. Nata Martina Subertova a Praga quando la cortina di ferro era un cappio dell'Unione Sovietica al collo, diventata Navratilova in seguito al secondo matrimonio della madre Jana con Miroslav Navratil, suo primo coach, cittadina americana dall'81 dopo aver defezionato dall'Open Usa '75 per chiedere asilo politico, lesbica dichiarata ai tempi in cui i grandi marchi ritiravano la sponsorizzazione se non eri etero, sposata da otto anni con Julia Lemigova, Miss Urss nel '90, madre di due ragazzi, la sua forza insieme a Chris Evert, l'amica di una vita.
Operata al seno sinistro per asportare un carcinoma 12 anni fa («Primo pensiero: perché proprio a me? Poi ho affrontato il cancro come una partita a tennis, senza mai considerare l'ipotesi del fallimento»), completata la radioterapia («Ne uscii rafforzata nel corpo e nello spirito»), Martina aveva festeggiato la guarigione unendosi al gruppo di scalatori che aveva puntato alla vetta del Kilimanjaro (5.895 metri) per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza: un edema polmonare scatenato dall'altitudine l'aveva costretta al ritiro, evento raro e indesiderato.
Questa ulteriore duplice sfida coglie Navratilova a un'età più avanzata, a stretto giro dal cancro alle ovaie affrontato l'anno scorso dalla Evert, compagna di 80 battaglie (la rivalità del tennis più longeva). Era pronta a fare le valigie per Melbourne, dove avrebbe commentato la prima prova stagionale dello Slam per Tennis Channel (promette qualche collegamento zoom, se la salute lo permetterà), quando è arrivato l'esito della biopsia del linfonodo ingrossato scoperto nel collo durante il Master femminile a Forth Worth, in Texas (la città in cui Martina nell'82 aveva conosciuto Judy Nelson, all'epoca sposata con due figli, compagna per quasi dieci anni in una relazione finita in tribunale): tumori allo stadio 1, indipendenti l'uno dall'altro, da HPV (papillomavirus) quello alla gola, presi per tempo e curabili.
Martina Navratilova julia Lemigova
«Spero in un lieto fine di questa storia. Mi appesterà per un po', ma darò battaglia con tutte le forze che posseggo». I medici si dicono ottimisti, le cure cominceranno la prossima settimana a New York, dove Navratilova volerà dalla villa-fattoria di Miami in cui Lulu, l'adorata cagnetta, è la padrona di casa tra capre, galline e gatti che razzolano in giardino (l'amante degli animali è Julia: «Macché anelli di diamanti, per Natale a Martina ho chiesto una mucca!»).
La comunità del tennis, di cui è uno dei totem indiscussi, le si stringe intorno dall'Australia. Ma Navratilova è popolarissima in ogni ambiente, dalla politica liberal (diede il suo endorsement a Hillary Clinton ed è sempre apertamente molto critica con Donald Trump) al mondo dei diritti Lgbt: i tifosi non le mancheranno. «Non esiste sfida nella vita che non possa essere vinta - è il suo mantra -, questa è la mia vera adrenalina. Ormai sono un'anziana signora che si tinge i capelli e si commuove davanti ai film e all'inno nazionale». Pronta a giocare, Martina. Servi tu.
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