lenin moglie amante inessa armand nadezda krupskaja

LEI, LUI... LENIN - IL DITTATORE SOVIETICO ERA SPOSATO CON NADEZDA KRUPSKAJAC MA SI CONCEDEVA QUALCHE "FUITINA" CON L’AMANTE INESSA ARMAND, DONNA BELLISSIMA, CON CUI LA LEGITTIMA CONSORTE DEL RIVOLUZIONARIO FECE AMICIZIA - LENIN  AMAVA I GATTI E LE BATTUTE DI CACCIA, NON BEVEVA E DETESTAVA IL FUMO. CIÒ NONOSTANTE, SOFFRIVA COMUNQUE DI FREQUENTI MALANNI, DOVUTI SOPRATTUTTO ALLO STRESS. MA QUANDO SI TROVÒ AL POTERE, S'IMPOSE FINO A 17 ORE DI LAVORO AL GIORNO E TENNE UN REGIME ALIMENTARE SREGOLATO. E INFATTI MORÌ NEL 1924 A NEMMENO 54 ANNI...

Estratto dell’articolo di Antonio Carioti per il “Corriere della Sera”

 

vladimir lenin

Di solito i biografi di Vladimir Ilic Uljanov (meglio noto come Lenin), gli ammiratori come i critici del personaggio, si concentrano quasi esclusivamente sulla sua attività politica e sulle sue opere di pensatore marxista, teorico del partito rivoluzionario, dell’imperialismo, dell’estinzione dello Stato. […]

 

Si differenzia in questo nettamente il libro di Victor Sebestyen Lenin, in edicola con il «Corriere della Sera». Anche sulla scorta di documenti venuti alla luce di recente, l’autore scandaglia la vita privata del rivoluzionario russo e approfondisce aspetti della sua personalità rimasti spesso in ombra.

 

Un esempio è il rapporto con le donne. Con la madre Marija Blank, di origine ebraica e tedesca, che aiutò sempre il figlio sul piano finanziario nel suo lungo esilio fuori dalla Russia. Con la devota moglie Nadezda Krupskaja, sofferente alla tiroide. Con l’amante Inessa Armand, donna cosmopolita di straordinario fascino, con la quale peraltro la consorte legittima fece amicizia.

 

LENIN E SUA MOGLIE

Apprendiamo inoltre che Lenin amava i gatti e le battute di caccia, anche se non era un buon tiratore. Detestava l’arte dei futuristi, compresa la poesia del fervente bolscevico Vladimir Majakovskij. Sebestyen descrive le abitudini sobrie, quasi spartane, che il leader comunista mantenne anche dopo l’ascesa al potere.

 

A differenza di molti suoi compagni, non beveva e detestava il fumo. Ciò nonostante, soffriva di frequenti malanni, che si manifestavano soprattutto nei momenti di stress emotivo: emicranie invalidanti, insonnia. Per riprendersi trascorreva periodi di vacanza, anche piuttosto lunghi, con tonificanti passeggiate e gite in bicicletta in mezzo alla natura.

 

Era convinto che fosse preciso dovere di ogni buon rivoluzionario mantenersi in forma: «Finire per ammalarsi e minare la propria capacità di lavorare — diceva — è intollerabile da ogni punto di vista».

 

COPERTINA LIBRO - LENIN

Ma quando si trovò a dirigere la Russia sovietica, Lenin s’impose fino diciassette ore di lavoro al giorno e tenne un regime alimentare sregolato. La sua salute ne risentì pesantemente e finì per abbandonarlo a un’età relativamente giovane: nato il 22 aprile 1870, morì nel 1924 prima ancora di aver compiuto 54 anni, dopo aver trascorso diverso tempo in uno stato di profonda menomazione. […]

 

Nel raccontarne la vita, Sebestyen ne approfondisce ovviamente la personalità anche in relazione alle scelte politiche. Sottolinea l’importanza del trauma che Lenin subì a soli 17 anni per l’esecuzione del fratello Aleksandr, impiccato in quanto partecipe di un complotto per uccidere lo zar Alessandro III. […]

 

La stampa venne censurata; i partiti diversi da quello bolscevico messi al bando; l’odio di classe aizzato al parossismo; la pena di morte irrogata in modo sommario; i contadini costretti con la forza a consegnare il raccolto. L’economia integralmente statalizzata andò presto in malora. Tra i primi provvedimenti del governo sovietico ci fu l’istituzione di una polizia segreta terroristica, la Ceka, che «non tardò a trasformarsi in uno stato nello Stato». Il suo spietato capo Feliks Dzerzinskij, scrive Sebestyen, divenne per molti versi «il braccio destro di Lenin».

 

INES ARMAND - AMANTE DI LENIN

Il libro non fa sconti al comunismo sovietico e demolisce tutti i miti bugiardi che ancora circolano sulla rivoluzione bolscevica. Ma non è tenero neppure con la precedente autocrazia zarista, della quale ricorda la furia repressiva e le scelte dissennate. Nicola II, secondo Sebestyen, «si meritò il suo destino», anche se ovviamente il discorso è diverso per il resto della famiglia reale, massacrata brutalmente con lui nel luglio 1918.

 

[…] Alla fine i bolscevichi trionfarono, ma a un prezzo altissimo, compresa la terribile carestia del 1921-22. Lenin capì che non si poteva proseguire con il «comunismo di guerra» e allentò la morsa sulla società, specie sulle campagne. Ma la sorte non fu benigna con lui. Ormai malato, fallì nel tentativo di bloccare l’ascesa del suo allievo Stalin.

 

E quest’ultimo, dopo la morte del maestro, ne alimentò il culto con la costruzione del mausoleo in cui la salma imbalsamata di Lenin riposa ancora oggi, conservata come quella di un santo laico. A conferma che il comunismo, nonostante la sua filosofia materialista, presenta un forte sottofondo religioso.

lenin andy warholAnniversario della morte di Lenin a Mosca LA MUMMIA DI LENIN

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