25 aprile 2018

TE LA DO IO LA LIBERAZIONE! - IL 25 APRILE DIVIDE L’ITALIA: A MILANO CONTESTATI GLI EX DEPORTATI DEI CAMPI DI STERMINIO - GLI ATTIVISTI PRO PALESTINA GRIDANO “ISRAELE STATO ASSASSINO” ALLA BRIGATA EBRAICA A MILANO - A ROMA L’ANPI FA SFILARE LE BANDIERE PALESTINESI E I PARTIGIANI EBREI SFILANO DA SOLI TRA LE PROTESTE…

Francesca Paci per la Stampa

 

25 aprile

Non era mai successo. Per la prima volta il 25 Aprile vede fischiati in piazza gli ex deportati dei campi di sterminio e la Liberazione divide il Paese molto più di quanto dovrebbe unire. È successo a Milano, dove al passaggio della Brigata Ebraica e delle associazioni dei sopravvissuti all' Olocausto e gli ex internati dei lager gruppi di attivisti contro l'occupazione della Palestina hanno gridato «assassini», «Israele Stato assassino», «fascisti». Alle contrapposizioni di sempre, alla lacerazione politica e sociale del Paese si aggiunge oggi uno strappo più grave.

brigata ebraica 25 aprile 1

 

E a Roma il muro contro muro tra il Pd e il Movimento 5 Stelle finisce per abbandonare la sindaca di Roma Virginia Raggi ai fischi sguaiati dei nemici dell'attuale amministrazione capitolina ma anche a quelli dei nemici della sua discesa in campo a fianco della Brigata Ebraica.

 

beppe sala al corteo per il 25 aprile

La Brigata Ebraica, migliaia di volontari che nel 1945 combatterono accanto ai partigiani e agli alleati contribuendo allo sfondamento della Linea Gotica, è la cartina di tornasole della cattiva coscienza della piazza resistente. E se qualcuno aveva giudicato esagerata la decisione della Comunità ebraica romana di non sfilare nel corteo dell'Anpi perché aperto alle bandiere e ai simboli palestinesi, le contestazioni di Milano danno ragione alle peggiori previsioni.

 

manifestanti pro palestina a milano il 25 aprile

A Milano la Brigata Ebraica c'era, una presenza importante nell'ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle leggi razziali alla cui protezione faceva da «scorta» il servizio d'ordine del Partito democratico. Quando il serpentone è arrivato vicino a piazza Duomo, tra corso Venezia e San Babila, le invettive contro i «i sionisti», «gli assassini dei palestinesi», addirittura «i fascisti» da cacciare dal corteo hanno coperto i cori di Bella Ciao.

 

manifestazione 25 aprile milano 1

A Roma si giocava in qualche modo a carte scoperte. Lunedì, dopo un negoziato patrocinato dal Campidoglio e durato diversi mesi per trovare una piattaforma capace di far marciare tutti insieme i protagonisti di 73 anni fa, la Brigata Ebraica aveva deciso di celebrare per conto proprio non avendo avuto dall' Anpi la garanzia di un controllo dei simboli palestinesi e dunque di fatto di una giornata unitaria senza improperi. Il calendario prevedeva dunque un duplice appuntamento alle Fosse Ardeatine e all'ex famigerato carcere delle SS a via Tasso con la comunità ebraica e le autorità istituzionali e il grande corteo dell'Anci diretto a Porta San Paolo, l'icona di Roma Città Aperta. E qui entra in campo Virginia Raggi, spesasi molto e fino all'ultimo, a detta di tutte le parti coinvolte, per cercare, invano, la quadratura del cerchio.

 

manifestazione 25 aprile milano 8

Rammarico per com' è andata a finire? «Continueremo a provare anche l'anno prossimo» ci risponde uscendo dal cancello del sacrario realizzato da Mirko Basaldella dopo aver abbracciato il sopravvissuto ad Auschwitz Alberto Sed e la figlia di una delle 154 vittime di Priebke, Rosetta Stame. Stringe le mani di tutti insieme al presidente della Regione Zingaretti, al premier Gentiloni, alla titolare della Difesa Pinotti. Mezzora dopo, di fronte al Museo di via Tasso sormontato dal cartello «Verità per Giulio Regeni», pronuncerà a una platea di un centinaio di persone un discorso durissimo sulla Liberazione divisa, dice che la comunità non è stata all' altezza dei valorosi di 70 anni fa, che è stato un grave errore lasciare entrare nel corteo un tema che nulla a che vedere con il 25 Aprile italiano, che la Brigata Ebraica è la nostra Storia.

 

virginia raggi e nicola zingaretti 1

La mattinata però non è finita, l'epilogo è a Porta San Paolo dove Virginia Raggi arriva subito dopo Zingaretti, applauditissimo nell'affermare che «non ci sono seconde o terze Repubbliche ma c' è solo quella unica e anti-fascista nata nel 1945». Poi tocca alla Raggi, le bandiere palestinesi si fanno sotto il palco, i fischi la sovrastano. Lei ripete passo passo quanto ha detto a via Tasso, che è stato un grave errore permettere a una causa estranea all 25 Aprile di infilarsi nel corteo e chiosa: «I fischi non cancelleranno la memoria». Cala il sipario ed è uno spettacolo pessimo.

brigata ebraica 25 aprile 3tomba di un partigianobrigata ebraica 25 aprile 2manifestazione 25 aprile milanomanifestazione 25 aprile milano 9corteo della brigata ebraica a roma 1brigata ebraica 25 aprile 4brigata ebraica 25 aprilevirginia raggi e nicola zingaretti25 aprilevirginia raggi25 aprilevirginia raggi 1corteo della brigata ebraica a romamanifestazione 25 aprile milano 5manifestazione 25 aprile milano 7

 

manifestazione 25 aprile milano 10manifestazione 25 aprile milano 2manifestazione 25 aprile milano 3manifestazione 25 aprile milano 4manifestazione 25 aprile milano 6virginia raggi a via tasso

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…