papa francesco bergoglio comunista

“E’ UN PAPA TUTTOLOGO” – “LIBERO” MOLLA UN CALCIONE A BERGOLIO: “LA SUA OMELIA DI NATALE DIVENTA L'OCCASIONE PER CONTRABBANDARE URBI ET ORBI L' ANALOGIA TRA LA SACRA FAMIGLIA DIRETTA ALLORA A BETLEMME E I BARCONI DI MIGRANTI – IL GESUITA E’ OSSESSIONATO DALL'IDEOLOGIA IMMIGRAZIONISTA: SOLO E SEMPRE POLITICA, AL PUNTO DI SEMBRARE UN COMIZIANTE PERONISTA OBAMIANO”

Giovanni Sallusti per “Libero Quotidiano”

 

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Non osiamo certo spacciarci per teologi, ma crediamo di rimanere negli angusti limiti della cronaca se annotiamo che la continenza non è la virtù cattolica più frequentata da Papa Francesco. Ci riferiamo alla continenza verbale e mediatica, chiaramente, non ci permettiamo di esondare in altri campi. Il Santo Padre, viceversa, è da sempre un fiume in piena di citazioni, pareri, allusioni, suona la grancassa della comunicazione contemporanea come pochi.

 

Ma in questi giorni di festa, complice l'acefala sudditanza della grancassa stessa, ha superato se stesso in onnipresenza, dote che pensavamo appartenere esclusivamente al Principale.

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Mentre tenti di sopravvivere al cappone e alla letale conversazione con la prozia azionando a caso il telecomando, te lo trovi su un canale in apertura di tiggì, sull' altro mattatore di una speciale maratona dedicata, accendi la radio e senti la sua voce di pastore «dalla fine del mondo» che all' inizio ti stava così simpatica, e se provi ad aprire Twitter o Facebook è finita, sei sepolto da un diluvio di hashtag papalini e di punti esclamativi a certificarne l' acquisito status di rockstar. Più raro in verità trovare il suo nome associato a qualche passo del Vangelo...

 

Perché questo è il punto, non certo la fisiologica sovraesposizione del Papa durante le celebrazioni natalizie. Ma la patologica sponda data dal Giornalista Collettivo al dottor Jorge Mario Bergoglio, professione tuttologo. Non ce l'abbiamo col capo spirituale dei cattolici, ma col leader politico del mainstream globale.

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Per cui l'omelia di Natale diventa l'occasione per contrabbandare urbi et orbi l' analogia tra la Sacra Famiglia diretta allora a Betlemme e i barconi di migranti in viaggio in questo preciso istante verso le nostre coste. «Nei passi di Giuseppe e Maria vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma sono obbligate a separarsi dai loro cari, espulsi dalla loro terra».

 

FAKE NEWS

Ehm, non siamo specialisti di esegesi neotestamentaria, ma tra un titolone entusiasta di Repubblica e il tripudio social di bandiere arcobaleno, ci toccherebbe far notare che Giuseppe e Maria si recavano a Betlemme a causa del censimento voluto dall'imperatore Augusto, non scappavano da nessun posto, non erano migranti economici, almeno non li racconta così nessuno dei quattro evangelisti, ma certo potrebbero sempre essere fabbricatori di fake news.

 

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Come ha fatto notare in presa diretta Antonio Socci, il Papa gesuita pare «ossessionato» dall' ideologia immigrazionista, «solo e sempre politica!», al punto di sembrare un «comiziante peronista obamiano». Del resto, ogni rockstar che si rispetti suona il pezzo che il pubblico vuole in quel momento, e allora Gesù nella rievocazione di Papa Francesco diventa «Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza».

 

Un impiegato della questura, fondamentalmente, eppure la metafora viene glorificata dal Commentatore Unico a Reti Unificate come un grande esempio della lungimiranza solidale di questo Pontefice (fuori dalle mura vaticane, ça va sans dire), altro che quei cialtroni dei politici che non hanno approvato lo ius soli, e tu per la prima volta da tempo immemore provi un moto di empatia per la Casta partitica.

 

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Mentre allora cerchi di stordirti definitivamente coi fondi dei bicchieri rimasti in tavola, fai in tempo a sentire l'intemerata papale contro «un modello di sviluppo ormai superato che continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale», e speri con tutto il cuore che il riferimento sia alla Corea del Nord o al Venezuela, i quali in nome del comunismo stanno ancora affamando i loro popoli, ma nella testa sai che se la sta prendendo per l' ennesima volta con l' unico strumento che abbia garantito il benessere nella storia umana, il capitalismo.

 

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E ti rassegni, sai che sta per giocarsi anche il topos principale della Chiesa progressista mondiale, l'attacco a Donald Trump, senza nominarlo: «Preghiamo perché tra le parti in Terra Santa si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due stati». Nobili parole, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa una delle due parti, la banda terroristica di Hamas messa sullo stesso piano dell'unica democrazia del Medio Oriente.

 

TUTTOLOGO

Ma ormai fai fatica, i calici si susseguono e le dritte di Bergoglio ti sfuggono, non riesci a star loro dietro, ha un'indicazione precisa sulla guerra in Siria, sulla crisi nello Yemen, sul rischio di escalation nucleare in Estremo Oriente, con una proposizione risolve un nodo geopolitico ultradecennale e salta subito al successivo, i siti si aggiornano e i tweet si rincorrono.

 

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Eppure, non ti sembra di aver sentito dalla guida spirituale della principale religione monoteistica mondiale la parola «Dio». Strano, che le chiese si svuotino, le vocazioni siano in crisi nera, il cristianesimo in ritirata globale. Quello, al massimo, sarà un problema del Papa. L'opinionista compulsivo Bergoglio sta ancora discettando, l' inviato da San Pietro ha chiesto ancora la linea, e tu non puoi fare altro che riempirti ancora il bicchiere.

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