
DOV'E' LAVINIA? LA BIONDINA CHE HA FATTO LITIGARE BERLUSCONI E LA PASCALE E’ SPARITA (ANCHE) DAI SOCIAL - XI JINPING FELICE COME UNA PASQUA: I PANAMA PAPERS INGUAIANO SOLO I SUOI AVVERSARI - PINO ARLACCHI SI VANTA DI UNA FIRMA… CHE NON HA MESSO!
Franco Bechis per “Libero Quotidiano”
AZZURRA LIBERTÀ, LA BIONDINA E IL FAMILY DAY
Lavinia Palombini, la giovane biondina per cui Azzurra Libertà ha divorziato da Silvio Berlusconi, da febbraio scorso è scomparsa dalle cronache politiche e perfino da quelle del gossip.
Quando le due creature di Daniela Santanchè, Andrea e Luca Zappacosta, hanno deciso di separare polemicamente la loro militanza da Forza Italia, le cronache del gossip avevano motivato la rottura con vicende di carattere personale, e qualcuno aveva attribuito a Berlusconi una eccessiva passione per la Palombini, che era stata addirittura definita la sua «nuova fidanzata».
La poveretta ha dovuto cancellarsi dalla sera alla mattina da tutti i social network e cercare di difendere la sua privacy con un ritorno all' assoluto anonimato. Ma nella cache di Internet sono restate alcune immagini della sua attività politica. E una racconta un' altra storia. Risale al giugno 2015, quando Lavinia, con tanto di t-shirt dedicata all' evento, si era mostrata una pasdaran del Family Day e della difesa della famiglia tradizionale.
I PANAMA PAPERS FANNO SORRIDERE IL LEADER CINESE
C' è almeno un capo di Stato oggi felice per le rivelazioni dei Panama Papers: è il presidente cinese Xi Jinping. Tutti i nomi cinesi che saltano fuori da quella lista faciliteranno infatti il ricco programma di purghe del regime, ed erano già nel mirino, visto che sono tutti legati a doppio filo all' ex presidente Jiang Zemin.
Non c' è il nome di Zeng Qinghong, ex coordinatore dei servizi di intelligence del regime che si cerca di incastrare in qualche modo. Ma c' è quello di suo fratello, Zeng Qinghuai, che per altro era ancora direttore di un associazione di regime per gli scambi culturali.
Non c' è il nome di Jia Chun-Wang, ex direttore dei servizi segreti interni, che ha ancora un bagaglio di informazioni da usare come scudo personale. Però c' è sua figlia. E grazie a Panama le purghe possono arrivare a segno.
LE SPESE DI RENZI PER OSPITARE I GIOVANI COMUNISTI
CELEBRAZIONI PER I ANNI DEL PARTITO COMUNISTA CINESE
Nella sua Italia e nel suo partito Matteo Renzi è allergico a qualsiasi presenza di ex comunista. Ma appena fuori dai confini nazionali il premier italiano ne sembra attratto addirittura maniacalmente.
Sarà per questo che nell' ultimo anno ha fatto spendere alle casse di palazzo Chigi poco meno di 130 mila euro (per l' esattezza 128.586,77 euro) per ospitare a Roma alcune mini delegazioni della scuola centrale del partito comunista cinese. Biglietti aerei, notti in albergo, pranzi, cene, buffet, coffee break. Ospitalità squisita per fare conoscere ai comunisti cinesi in erba le meraviglie della riforma della buona scuola e della pubblica amministrazione italiana.
HU JINTAO AL XVIII CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE jpeg
Quelli hanno applaudito, e Renzi gongola. Magari sarà stata pura cortesia: quando mai riesci a fare vacanze gratis in Italia se sei un giovane scolaro comunista cinese? Ma se davvero a loro le riforme del governo italiano sono piaciute, c' è poco da gongolare. Anzi, nei panni di Renzi ci sarebbe da preoccuparsene non poco...
ARLACCHI CON L' IRAN SI VANTA DI QUELLO CHE NON HA FIRMATO
All' agenzia ufficiale iraniana Irna Pino Arlacchi, che nella sua nuova vita fa il consulente del gruppo Gavio, si vantava di avere firmato lui due intese da 4 miliardi di dollari nel settore ferroviario per conto di Itinera, società del gruppo. Ma non era vero, e a Tortona ci tengono a farlo sapere.
«No, la firma», precisano al gruppo Gavio, «è stata messa dall' amministratore delegato della società, Massimo Malvagna». E Arlacchi? Lavora per Gavio, ma solo come «advisor for international affairs di Itinera, e in tale veste ha seguito - di concerto coi vertici della società- questi importanti progetti in Iran». Un po' meno di quel che si era rivenduto lui coi media locali...
UNA MONTALCINI PER SALVARE IL PD DI ROMA
Giacomo Portas, deputato del Pd e fondatore del Movimento dei Moderati, ha salvato il partito romano di Matteo Renzi, prestando a Roberto Giachetti come capolista una delle leader del suo movimento (già eletta in consiglio comunale di Torino): Piera Levi Montalcini, nipote della senatrice a vita e premio Nobel Rita, scomparsa qualche anno fa.
Anche Piera è una donna minuta e battagliera, che vive a Roma da anni e si muove solo con i bus. La sua famiglia è speciale, e una delle sue due belle figlie fa la ricercatrice scientifica e vive con marito e figli fra i ghiacciai della Norvegia avendo come casa un igloo. Portas è convinto di avere dato con lei una bella mano al Pd romano, che sembrava in grande difficoltà a fare liste non compromesse con i guai passati e con un minimo di appeal.
Ma non è ottimista: «Alle amministrative la strada per il Pd è tutta in salita. E secondo me è ancora peggio con il referendum autunnale sulla riforma del Senato. Mi sembra che Renzi abbia sottovalutato quel 31% di italiani contro di lui emerso dal referendum sulle trivelle. Sono tanti. Considerando che in media ormai il 40% non va mai a votare, significa che sono la maggioranza di quelli che votano...».