IOR, MAMMETA E TU - DUE LIBRI SU RATZINGER (“SERVITORE DI DIO” E “ULTIME CONVERSAZIONI”) RIAPRONO LE POLEMICHE SUI MANEGGI ALLO IOR CHE PORTARONO AL SILURAMENTO DI GOTTI TEDESCHI - RICATTI INCROCIATI, CONTI SEGRETI, PARADISI FISCALI, VERITÀ CONTRAPPOSTE E SOSPETTI: CHI DECISE DAVVERO IL CAMBIO AL VERTICE DELLA “BANCA DI DIO”?

Pietro Laporta per “La Verità”

 

RATZINGER BERTONE E ALTI PRELATI RATZINGER BERTONE E ALTI PRELATI

Lo Ior, la banca del papa, e la lotta per controllarla, intrecciatesi col conclave, tornano ripetutamente nelle cronache fin dalla defenestrazione di Ettore Gotti Tedeschi, nel 2012. Due libri riaprono oggi contemporaneamente il discorso. Il primo, in forma di intervista a Benedetto XVI, Ultime conversazioni, è scritto dal suo amico Peter Seewald, giornalista tedesco.

 

L'altro, Servitore di Dio e dell' umanità. La biografia di Benedetto XVI, è di Elio Guerriero. Si fa sapere che il volume è riletto e corretto da Ratzinger stesso. A pagina 209 del libro intervista, il Papa emerito risponde a Seewald: «Per me lo Ior è stato fin dall' inizio un grosso punto di domanda, e ho tentato di riformarlo. Non sono operazioni che si portano a termine rapidamente perché è necessario impratichirsi. È stato importante aver allontanato la precedente dirigenza. Bisognava rinnovare i vertici e mi è sembrato giusto, per molte ragioni, non mettere più un italiano alla guida della banca. Posso dire che la scelta del barone Freyberg si è rivelata un' ottima soluzione». «È stata una sua idea?», chiede il giornalista. «Sì» risponde Ratzinger».

JOSEPH RATZINGER TARCISO BERTONE_2JOSEPH RATZINGER TARCISO BERTONE_2

 

Secondo Andrea Tornielli della Stampa questa è la prova che Ratzinger - non Bertone - defenestrò Gotti Tedeschi dallo Ior. Andrea Tornielli, il giornalista più vicino a Bergoglio, quasi un suo portavoce, mitraglia dal blog Vatican Insider: «Una certa vulgata ha fatto passare l'idea che la clamorosa destituzione del presidente Ettore Gotti Tedeschi (nominato nel 2009, e dunque in pieno pontificato ratzingeriano), avvenuta con modalità a dir poco discutibili, sia stata frutto di un complotto ordito dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Una decisione che Benedetto XVI avrebbe subito, incapace di reagire».

Gotti Tedeschi Gotti Tedeschi

 

Una certa vulgata? Tornielli sta perdendo la memoria? Vatican Insider del 22 ottobre 2013, titolò: «Benedetto XVI fu molto sorpreso della cacciata di Gotti Tedeschi». E Tornielli picchiò la grancassa: «Papa Ratzinger era evidentemente all'oscuro della clamorosa cacciata del presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, avvenuta con modalità e circostanze del tutto inedite nella storia della Santa Sede e accompagnata dal tentativo di delegittimare personalmente e professionalmente la sua persona, come attestano le motivazioni messe nero su bianco dal board della banca vaticana in un documento a firma di Carl Anderson. Lo attesta monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia e segretario di papa Ratzinger, in un' intervista con Il Messaggero pubblicata oggi...».

 

E non contento aggiunse: «Un accenno significativo, questo di don Georg. Nel durissimo documento con il quale Gotti venne licenziato, fatto volutamente filtrare alla stampa, tra le motivazioni veniva data anche la sua incapacità di spiegare come documenti riservati e corrispondenza interna dello Ior fosse finita sui giornali. Lasciando quasi intendere un coinvolgimento del presidente dell'Istituto per le opere di religione in Vatileaks. Le indagini della Gendarmeria vaticana hanno però verificato che anche gli scambi riservati di email riguardanti la legge sulla trasparenza vaticana divenuti pubblici facevano parte dell’archivio di fotocopie ritrovato in casa di Paolo Gabriele».

 

Ettore Gotti Tedeschi Ettore Gotti Tedeschi

Tornielli oggi sposa la tesi opposta. Come mai? D’altronde Tornielli non è solo. E veniamo al secondo libro. Scrive Guerriero: «All’inizio del 2012 si giunse a una situazione di stallo nel cosiddetto Consiglio di Sovrintendenza, in pratica un consiglio di amministrazione dello Ior, costituito da laici. Da una parte vi era il presidente, il già ricordato Ettore Gotti Tedeschi, dall’altra vi era il direttore generale, il dottor Paolo Cipriani, sostenuto dagli altri membri del consiglio. In breve, Gotti Tedeschi venne sfiduciato dall’intero Consiglio di sovrintendenza, di modo che dovette intervenire la commissione cardinalizia di vigilanza.

 

Andrea TornielliAndrea Tornielli

Constatata l’impossibilità di una mediazione, la commissione cardinalizia fu costretta a licenziare Gotti Tedeschi. Fu poi il cardinale Bertone a comunicare la decisione al banchiere, così come sarà poi il segretario di Stato a comunicargli, in data 7 febbraio 2013, la sua riabilitazione disposta da papa Benedetto».

 

È davvero così? Per dipanare la matassa, mettiamo ordine nei fatti e stiamo attenti alle date, quelle date che sia Tornielli sia Guerriero evitano accuratamente. Gotti Tedeschi fu sfiduciato dal Consiglio di Sovrintendenza dello Ior il 24 maggio 2012, regnando Benedetto XVI. La Commissione Cardinalizia, chiamata a ratificare la sfiducia, allora composta di cinque porporati, ne annoverava tre che, guidati dai cardinali Attilio Nicora e JeanLouis Tauran, rifiutarono di ratificare il licenziamento di Gotti Tedeschi. Resistettero nove mesi.

 

Gotti Tedeschi alla Degustazione di dolci e frutta Gotti Tedeschi alla Degustazione di dolci e frutta

Per superare lo scoglio, Bertone attese l'abdicazione di Benedetto XVI, annunciata il 10 febbraio 2013. Se Benedetto fosse stato il defenestratore di Gotti Tedeschi, il problema della Commissione cardinalizia non si sarebbe posto. Bertone invece solo dopo l'abdicazione di Benedetto modificò la Commissione cardinalizia. Bertone estromise il cardinale Attilio Nicora, sostituendolo con Domenico Calcagno, porporato a lui fedelissimo.

 

La Commissione, così addomesticata, nominò il tedesco Ernst von Freyberg, il 15 febbraio 2013, quale successore di Gotti Tedeschi. Erano trascorsi cinque giorni dall' abdicazione di Ratzinger. Abdicazione si direbbe indispensabile alle mene di Bertone. Excusatio non petita: si fece sapere dalle Sacre Mura che il manager tedesco era stato individuato da un' agenzia di cacciatori di teste, figuriamoci. Questa è storia documentata; neppure Ratzinger può smentirlo.

Il torrione Niccolo V, sede dello Ior  niccolovIl torrione Niccolò V, sede dello Ior niccolov

 

Guerriero richiama la riabilitazione di Gotti Tedeschi, promessagli il 7 febbraio. Poteva

Ratzinger fare questo se solo tre giorni dopo avrebbe abdicato? Infatti non ci fu alcuna

riabilitazione, ma Guerriero se ne dimentica. La riabilitazione fu non di meno anticipata a Gotti Tedeschi da Gänswein e poi personalmente comunicatagli da Bertone, in presenza di testimoni.

 

Che cos’altro fu se non una commedia di Bertone per sedare una reazione clamorosa di Gotti Tedeschi? Perché il papa emerito oggi avalla le incongruenze e le reticenze di Guerriero?

von freyberg prende la comunione da monsignor vallejovon freyberg prende la comunione da monsignor vallejo

 

Seewald, Guerriero e Tor nielli saltando il passaggio fondamentale della manipolazione da parte di Bertone della commissione cardinalizia, dopo l' abdicazione di Ratzinger, aprono la porta ai sospetti peggiori. Insomma, la risposta di papa Ratzinger nel libro intervista di Peter Seewald non spiega la defenestrazione di Gotti Tedeschi bensì solo e parzialmente la nomina di von Freyberg.

 

Tornielli dimentica un altro dettaglio. Von Freyberg tentò di seguire la stessa rotta di Gotti Tedeschi, sia pure in maniera più soffice: costituire un ministero delle finanze con giurisdizione su ogni centesimo riconducibile alla Chiesa. Di conseguenza né fondi neri né conti fantasmi, tanto meno paradisi fiscali, per esempio a Cuba, dove Bergoglio è di casa. «Von Freyberg fu un' ottima soluzione», afferma Ratzinger. Davvero? Dopo quindici mesi fu fatto fuori anche von Freyberg.

BRUNO VESPA ANTONIO PREZIOSI ERNST VON FREYBERGBRUNO VESPA ANTONIO PREZIOSI ERNST VON FREYBERG

 

Il 27 aprile 2014 il precisissimo cerimoniale vaticano dimenticò di riservare una poltrona per il presidente dello Ior nella canonizzazione dei due pontefici in piazza san Pietro. Era un gesuitico benservito. Tre mesi dopo von Freyberg si dimise. Un' altra defenestrazione, meno clamorosa della precedente ma non meno significativa.

 

Strano, Tornielli, all' ombra di Bergoglio, dimentica tutto questo e quanto scrisse egli stesso nel 2013: Ratzinger era dalla parte di Gotti Tedeschi. Quando Ratzinger fu messo alle strette, designò von Freyberg, defenestrato a sua volta da Bergoglio, il quale ha così cancellato ogni traccia di Ratzinger dallo Ior. Tornielli finge di non sapere.

 

BENEDETTO XVI CON PETER SEEWALDBENEDETTO XVI CON PETER SEEWALD

Guerriero e Seewald non approfondiscono i dettagli della vicenda e sviano sui fatti e le date. Il papa emerito, a sua volta, annacqua la verità e sembra non rendersi conto che le sue dimissioni, nonostante le ripetute e vane rassicurazioni, suonano cupe nella storia dello Ior e della Chiesa. Lo spettacolo non è bello. C' è fetore di ricatti incrociati intorno allo Ior, ai santi denari, ai conti segreti, ai paradisi fiscali e a un papa emerito che forse non sta invecchiando così bene come si vuole dare a intendere. Il coro ammaestrato di scrittori e giornalisti, se mai volle sopire polemiche e sospetti, al contrario le rinfocola.

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…