LA LUNA È VI-CINA - RIUSCITA LA PRIMA MISSIONE CINESE SULLA LUNA: OGGI UN ROBOT, DOMANI L’UOMO


1. CINA, IL GRANDE BALZO È SULLA LUNA - RIUSCITO IL PRIMO ALLUNAGGIO: UN ROVER CERCHERÀ MINERALI RARI. ENTRO IL 2030 MISSIONE UMANA
Da www.lastampa.it

Non sarà un «grande balzo per l'umanità» ma per la Cina è sicuramente un notevole passo in avanti nella conquista del rango di superpotenza in grado di rivaleggiare con gli Stati Uniti in tutti i campi.

Il perfetto allunaggio, ieri alle 14 ora italiana, del rover di esplorazione Yutu («Coniglio di Giada») nella Baia degli arcobaleni, è un successo tecnologico che pone Pechino al terzo posto, dopo Usa e Urss, nelle nazioni che hanno messo piede sull'unico satellite terrestre. Ed è un successo politico e propagandistico di non poco conto, visto che i cinesi puntano a portare i primi loro astronauti sulla Luna entro il 2029, sessant'anni dopo Neil Armstrong.

Ma già l'arrivo, ieri, di «Coniglio di giada» - trasportato in orbita dalla navicella Chang'e 3 - è un ritorno che colma una lacuna decennale. È il primo veicolo spaziale (funzionante) che arriva sulla superficie selenica dopo 37 anni, ed è la prima volta che Pechino effettua un atterraggio su un altro corpo celeste.

Una missione ambiziosa, perché «Coniglio di Giada» (nella mitologia cinese Yutu è compagno della dea lunare Chang'e) è un rover a sei ruote, pesante 140 chilogrammi, con strumentazione sofisticata a bordo. A partire da un «radar» in grado di leggere la composizione del suolo in profondità per scoprire minerali di pregio, dal titanio alle «terre rare» usate dall'industria elettronica, che un giorno potrebbero essere sfruttate a scopi commerciali.

La terza missione Chang'e era stata lanciata lo scorso 2 dicembre dalla base spaziale Xichang, nella provincia del Sichuan, con un potente razzo vettore Lunga Marcia 3B. Chang'e 3 rappresenta la nuova fase dell'esplorazione lunare da parte dell'agenzia spaziale cinese (Cnsa). Era stata preceduta da due missioni: la prima aveva raggiunto l'orbita lunare nel novembre 2007, la seconda nell'ottobre 2010.

Il rover «Coniglio di Giada» è alimentato da pannelli solari, e a bordo dispone di un generatore di calore a radioisotopi per mantenerlo in temperatura ottimale durante la lunga notte lunare.
Oltre agli strumenti scientifici per scavare e analizzare i campioni del suolo, ospita 4 apparati di navigazione e 4 camere panoramiche che potranno inviare a terra immagini ad alta risoluzione dalla Luna. Le prime sono arrivate pochi minuti dopo l'allunaggio.

Va detto che nella missione c'è anche qualcosa di nostro, di europeo, in quanto l'Agenzia Spaziale Europea contribuisce alla missione, grazie alle grandi stazioni di «tracciamento» di Terra, da Kourou per il viaggio Terra-Luna, e con quelle di Cebreros (Spagna) e New Norcia (Australia) dopo l'atterraggio lunare.

L'ultima sonda a toccare il suolo lunare fu la russa Luna 24, il 18 agosto 1976, che poi ripartì il giorno dopo, riportando a terra 170 grammi di minerali lunari. Proprio quello dovrebbe essere il passo successivo del programma spaziale cinese: una futura missione lunare automatica che dovrà riportare campioni sulla Terra (nel 2017, con Chang'e 5). E poi lo sbarco dei primi uomini (dopo gli americani): previsto fra il 2025 e il 2030.


2. LA LUNGA MARCIA TECNOLOGICA CHE HA PORTATO LA CINA SULLA LUNA
Giovanni Caprara per il "Corriere della Sera"

I cinesi sono riusciti per la prima volta a sbarcare sulla Luna. Per il momento con la sonda automatica Chang'e-3 alla quale era aggrappato il rover robotizzato Yutu, Coniglio di giada. Entrambi sono l'espressione del livello raggiunto dalla tecnologia del Celeste Impero che del nostro satellite naturale ha fatto un obiettivo simbolico per dimostrare le sue capacità. Non a caso il portavoce del governo si è affrettato a sottolineare che solo Russia e Stati Uniti erano riusciti prima d'ora in una missione simile.

Quindi la Cina è il terzo Paese, ponendosi sullo stesso piano delle grandi potenze che finora avevano guidato la conquista spaziale. La tecnologia di Chang'e per lo sbarco è mille anni avanti rispetto alle sonde lunari spedite in passato dai concorrenti e offre l'espressione più eclatante dell'impegno cinese nel cosmo che comprende i voli con i taikonauti sulle navicelle Shenzhou, le più moderne oggi esistenti, e il laboratorio orbitale Tiangong-1. Proprio sul fronte della stazione spaziale Pechino ha invitato le nazioni interessate a collaborare, sfidando politicamente il blocco dei Paesi che con la Nasa hanno realizzato la stazione Iss.

Tutto questo serve per far maturare la tecnologia necessaria allo sbarco dei primi taikonauti sulle sabbie seleniche; obiettivo finale nell'arco di un decennio. Così, un successo dopo l'altro, il simbolo cinese della Luna diventa sempre più brillante sulla scena internazionale. Non a caso anche l'Iran si sta impegnando su questa frontiera. Ieri Teheran ha spedito in un volo suborbitale la scimmia Fargam recuperata dopo un balzo a 120 chilometri d'altezza. È tornata la corsa allo spazio. Ma ora i protagonisti sono i Paesi asiatici mentre l'Occidente, pur evocando il desiderio di arrivare a Marte, non esprime strategie precise.

 

 

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