maddalena urbani 2

"MADDALENA URBANI È STATA UCCISA DA UN MIX DI EROINA, ALCOL E FARMACI" - LA CONFERMA DALL’AUTOPSIA SULLE CAUSE DEL DECESSO NON CHIARISCONO TUTTI GLI INTERROGATIVI SULLA VICENDA - CAROLA, L’AMICA CHE ERA CON LEI, SARÀ RIASCOLTATA DAI PM. LA SUA VERSIONE E’ RITENUTA POCO CREDIBILE - OGGI LA CONVALIDA DEL FERMO DEL PUSHER SIRIANO 60ENNE CON UNA CARRELLATA DI ARRESTI E CONDANNE PER REATI LEGATI ALLO SPACCIO

Adelaide Pierucci per "il Messaggero"

 

maddalena urbani 3

Una spremuta d'arancia e un letto dove riposare. Si sarebbe dato da fare per accoglierla perché stava male, non per fornirle droga, peggio ancora eroina. Il primo sfogo con gli investigatori al momento del fermo Abdul Aziz Rajab, il sessantaquattrenne siriano sospettato di aver fornito sabato la dose letale a Maddalena Urbani, la figlia ventunenne dello scienziato scopritore della Sars Carlo Urbani, morta nella sua casa, a Tomba di Nerone, sulla Cassia, cozza con un primo riscontro. L'esame autoptico sul corpo della ragazza conferma la morte per overdose per un mix di sostanze, a partire da alcol e eroina. Gli esami avviati ieri all'istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli, però, si prospettano lunghi e complessi.

 

MADDALENA URBANI

Su ordine del procuratore aggiunto Nunzia d'Elia e del sostituto Pietro Pollidori è stato messo in campo un pool di esperti composto dal medico legale Antonio Oliva, la genetista forense Francesca Scarnicci e la tossicologa Sabina Strano Rossi. Bisognerà accertare quali e quante sostanze abbia assunto la giovane, da quanto tempo fosse morte, e se sia stata vittima di attenzioni sessuali.

 

LA RICOSTRUZIONE Quel giorno Maddalena era con un amica che ha fornito la stessa versione, poco credibile, del siriano, un sessantenne con una carrellata di arresti e condanne per reati legati allo spaccio. La ragazza ha riferito che Maddalena Urbani si sarebbe sentita male in strada: «Era nervosa. E stava per perdere conoscenza. E allora ho pensato di chiedere aiuto a Abdul, che noi chiamiamo Zio'». Rajab racconta una versione convergente.

maddalena urbani

 

«Quando ho soccorso Maddalena in casa non stava bene, soprattutto era su di giri. Le ho offerto un succo d'arancia e un letto dove riposare. Ma poi non si svegliava. Ci siamo preoccupati. Sono stato io a chiamare i soccorsi, il 118. Non ho nessuna responsabilità per la sua morte. La conoscevo da qualche tempo. Sono addolorato». Gli investigatori ella Squadra Mobile e dei colleghi del Flaminio dubitano della ricostruzione e sospettano anche che l'allarme sia scattato tardi per evitare problemi che poi sarebbero diventati insuperabili. Al momento dell'arrivo dei soccorritori la ventenne era già morta, nella camera da letto dell'uomo. Su sollecito degli inquirenti a giorni la giovane sarà riascoltata affinché chiarisca le contraddizioni emerse.

 

maddalena urbani da piccola con la mamma e il papa

L'INTERROGATORIO Rajab, invece, sarà interrogato oggi, in carcere, a Regina Coeli, dal gip Gaspare Sturzo, dopo il fermo di polizia avallato dalla procura decisa a trattenerlo in carcere. In casa dell'uomo è stata trovata una traccia di eroina, nemmeno una dose, che l'ha portato all'arresto per detenzione di sostanza stupefacente a fine di spaccio. Ma si profila la contestazione più grave di morte come conseguenza di altro reato, appunto lo spaccio. Gli inquirenti d'altra parte non si aspettavano di trovare grossi quantitativi in casa.

 

L'uomo potrebbe aver avuto il tempo di disfarsi di tutto ciò che fosse per lui è scomodo. Al momento della tragedia Abdul Aziz Rajab stava scontando gli arresti domiciliari per l'ultima condanna, una pena di 1 anno e mesi incassata ad agosto dopo che era stato trovato alla fermata del bus vicino casa con una decina di dosi di eroina in tasca.

carlo urbani

 

Un aggravante per lui. Ma la sua precaria salute aveva spinto i giudici ad accordargli, su richiesta dell'avvocato Andrea Palmiero, i domiciliari nella sua casa in via Vibio Mariano, al civico 14, dove sabato è stata trovata morta Maddalena Urbani. Una stamberga sudicia, senza nemmeno l'acqua calda. Una casa dove il siriano non avrebbe potuto ricevere nessuno, tanto più una ragazza in crisi per una sospetta overdose. A pesare sulla posizione di Rajab anche altre grane. La penultima del 2017, altra condanna, a 4 anni di carcere in appello per lo smercio di un centinaio di dosi, sempre di eroina.

carlo urbani e famiglia carlo urbani. maddalena urbani 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…