giuseppe antonio conte draghi allegri

DI MAIO HA INCONTRATO DRAGHI. L'INTER PENSA AD ALLEGRI: S' ANNUNCIA COSÌ IL DOPO CONTE - SUPERMARIO E MAX SONO UN FANTASMA, L'UOMO CHE NON C'È, MA SE CI FOSSE... DRAGHI OGGI POTREBBE ASPIRARE A PALAZZO CHIGI, AL QUIRINALE, A UN RITORNO TRIONFALE IN EUROPA. COSÌ ALLEGRI È GIÀ OVUNQUE: ALL'INTER, AL PSG, AL BARCELLONA E, ALTRETTANTO TRIONFALMENTE, DI NUOVO ALLA JUVENTUS…

GABRIELE ROMAGNOLI per la Repubblica

GIUSEPPE CONTE BY FRANK - DA LIBERO QUOTIDIANO

 

Di Maio ha incontrato Draghi. L'Inter pensa ad Allegri. S' annuncia così il dopo Conte. Esistono molti punti di contatto tra i due personaggi evocati per incarnarlo. Allegri e Draghi sono un fantasma, un'ombra appena, l'uomo che non c'è, ma se ci fosse... Hanno lasciato un incarico, scelto di abitare in un vuoto, sapendo che, inevitabilmente, avrebbe generato un rimpianto.

 

Si schermiscono, aspettano e più dura l'attesa più cresce la mitologia del ritorno . L'assenza è un'arte raffinata, un capolavoro indiretto: lascia fare tutto agli altri. Più delude il presente, più illude il futuro. Se c'è stato un passato insoddisfacente lo si trasfigura. Addaveni' Chiunque.

 

Basta sedersi sulla riva del fiume e lasciar fare ai Predecessori (qualche volta perfino i Successori si candidano per diventarlo: il tempo è una giostra). Draghi oggi potrebbe aspirare a Palazzo Chigi, al Quirinale, a un ritorno trionfale in Europa. Così Allegri è già ovunque, richiamato da un desiderio sconfinato: all'Inter, al Psg, al Barcellona e, altrettanto trionfalmente, di nuovo alla Juventus.

antonio conte inter bologna

 

L'Economist potrebbe titolare, con la sua faccia in copertina: "Is Max fit to rule the world?" (è adatto a governare il mondo?). La risposta è leggibile sotto la lente del relativismo che tutto distorce. Setién sta distruggendo la libera repubblica di Barcellona. Tuchel non ha portato a Parigi niente che non avesse già. Sarri, oh Sarri... l'uomo che voleva fare un golpe con tredici uomini ed è finito a capeggiar la Junta...

 

giuseppe conte conferenza stampa a villa pamphilj 4

quanti juventini sul piano inclinato della partita con il Milan in rimonta non hanno sognato Allegri che invece di masticare amaro si strappa la camicia, sbraita, tira uno sgabello a Bonucci, ma soprattutto fa i cambi, quella cosa che Sarri gestisce come un capofficina imbizzarrito: o niente, o un intero reparto.

 

Quanto a Conte, è finito di nuovo nella prigione di se stesso, in quell'invivibile spazio dove accetta ogni destino per poterlo poi maledire. Confonde le pretese con le possibilità. Non riesce più a capirsi e quindi non si fa più capire: in quale lingua del mondo Vidal si traduce Eriksen? Sanchez, chi l'ha voluto?

 

È possibile cambiare più laterali che calzini? Sotto le dita gli bruciano gli sms per liquidare questo e quello e nella lista stavolta inserisce anche il proprio numero. La verità è che non avrebbe dovuto lasciare così in fretta l'unica squadra dove era veramente amato, poteva scegliere chi voleva e avrebbe fatto certo meglio di chi venne dopo di lui: la Nazionale.

massimiliano allegri

 

Allegri, invece, lo ha superato: ma è un confronto indiretto, come fu quello fra Sacchi e Capello. "Gli assenti hanno sempre torto" è un proverbio bislacco. Agli assenti diamo sempre ragione, lucidiamo per loro le maniglie dei "se", dischiudendo spiragli su luminose alternative. Ai presenti tocca la controprova, con fatica e sudore.

 

Conte dovrebbe prendersi almeno un "titulo", quell'Europa League che non ha mai considerato. Quanto agli altri, hanno una sola possibilità in tre: vincere la Champions, in agosto a Lisbona. Poco conta che Allegri non ci sia mai riuscito. Come è irrilevante che Draghi non abbia mai dovuto sgualcirsi la giacca nel teatrino della politica, assediato dagli inevitabili nanetti che lo proclamerebbero gigante pur di salirgli sulle spalle e continuare a sussurrargli nelle orecchie mentre cerca di lavorare. L'avvenire è fatto di "uncharted waters", acque inesplorate. Ma vogliamo, dobbiamo immaginarlo migliore, "whatever it takes", costi quel che costi: anche l'ingaggio di Allegri.

MARIO DRAGHIWHATEVET IT TAKES - MARIO DRAGHI

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