marco travaglio matteo renzi

MARCO TRAVAGLIO VIENE CONDANNATO PER LA SECONDA VOLTA A PAGARE TIZIANO RENZI CON UN RISARCIMENTO DI 50 MILA EURO - L’EX SEGRETARIO DEL PD ESULTA SU FACEBOOK: “LA VERITÀ PRIMA O POI ARRIVA” - IL DIRETTORE DEL “FATTO” RISPONDE: “ERO CONTUMACE, NESSUNO MI HA AVVERTITO CHE SI STAVA PROCEDENDO IN MIA ASSENZA E NON HO POTUTO DIMOSTRARE DI AVER DETTO LA VERITÀ MA…”

1 - «DIFFAMÒ TIZIANO RENZI». NUOVA CONDANNA PER TRAVAGLIO

Da www.corriere.it

 

TIZIANO RENZI TRAVAGLIO

«Nella seconda causa Tiziano Renzi contro Marco Travaglio, il direttore del Fatto Quotidiano è stato nuovamente condannato, stavolta per un intervento televisivo». Lo scrive su Facebook Matteo Renzi.

 

«Travaglio condannato due volte nel giro di un mese, insomma: dovrà pagare altri 50.000euro. Sono ovviamente contento per mio padre, ben difeso dall’avvocato Luca Mirco - prosegue il senatore del Pd -. Ma soprattutto vorrei condividere con voi un pensiero: bisogna sopportare le ingiustizie, le falsità, le diffamazioni. Perché la verità prima o poi arriva. Il tempo è galantuomo. Ci sono dei giudici in Italia, bisogna solo saper aspettare».

 

IL TWEET DI MATTEO RENZI SU MARCO TRAVAGLIO

«E verrà presto il tempo in cui la serietà tornerà di moda. Ci hanno rovesciato un mare di fango addosso. Nessun risarcimento ci ridarà ciò che abbiamo sofferto ma la verità è più forte delle menzogne. Adesso sono solo curioso di vedere come i Tg daranno la notizia», conclude Renzi.

 

La precedente condanna

In precedenza, a fine ottobre, Travaglio, in solido con altri colleghi del suo quotidiano, era stato condannato dal Tribunale di Firenze a pagare 95 mila euro per due articoli pubblicati sul Fatto quotidiano.

 

2 - IL PREZZO DELLA VERITÀ

Marco Travaglio per “il Fatto quotidiano”

 

renzi vs travaglio a otto e mezzo

Avrei voluto parlarvi anche oggi di ciò che accade nel mondo reale. Ma ieri ho trascorso il pomeriggio a correr dietro a un post di Matteo Renzi su Facebook con la notizia di una sentenza del Tribunale di Firenze che, per la seconda volta in un mese, mi vede soccombente con suo padre Tiziano per un risarcimento di 50 mila euro. Solite geremiadi sulle "ingiustizie, le falsità, le diffamazioni", il "mare di fango" che lui e i suoi genitori plurinquisiti hanno dovuto "sopportare". Solito elogio ai magistrati che (al momento) gli danno ragione ("ci sono dei giudici in Italia": soprattutto a Firenze).

 

Solito auspicio che "torni il tempo della serietà" e della "verità" (cioè il tempo dei Renzi). E minaccioso avvertimento ai tg ("sono curioso di vedere come daranno la notizia", come se fossero usi occuparsi di processi per diffamazione). Il bello è che non so letteralmente di quale sentenza o processo stia parlando, perché né a me né ai miei avvocati risultava quella causa.

 

travaglio commenta renzi alla leopolda

Forse la busta verde con l'atto di citazione si è persa tra le tante per colpa mia o dell'ufficiale giudiziario, o è andata smarrita nella trasmissione dalla nostra segreteria allo studio legale, chissà. Sta di fatto che ero contumace e non ho potuto difendermi. Poi, in serata, una giornalista molto addentro alle cose della famiglia Renzi - in un' intercettazione depositata agli atti di Consip, Tiziano ne elogia la performance in una puntata di Otto e mezzo con il sottoscritto e Matteo ridacchia: "L'abbiamo mandata noi" - cita sul sito del Foglio brani della sentenza e soprattutto la frase che mi è costata 50 mila euro. La pronunciai proprio nella puntata di cui parlano babbo e figliolo: quella del 9 marzo 2017.

 

marco travaglio (2)

Eccola: "Il padre del capo del governo si mette in affari o s'interessa di affari che riguardano aziende controllate dal governo". Il minimo sindacale della cronaca del momento, e anche di oggi: com'è universalmente noto, Tiziano Renzi era ed è indagato dalla Procura di Roma (con richiesta di archiviazione non ancora valutata dal gip) per traffico d'influenze illecite con la Consip: società controllata dal governo, ai tempi in cui il premier era il figlio Matteo, che aveva nominato l'ad di Consip Luigi Marroni.

 

Non solo. Tiziano Renzi si era messo in affari con un'altra società partecipata dal governo, Poste Italiane, ottenendo per la sua "Eventi 6" un lucroso appalto per distribuire le Pagine Gialle nel 2016, quando Matteo sedeva a Palazzo Chigi. Affare legittimo, a parte la puzza di conflitto d' interessi, e mai sfiorato da indagini. Ma totalmente vero e verificato. Ricapitolando: quella sera, dalla Gruber, dissi la pura, semplice e anche banale verità. E la ripeterei identica oggi.

 

Purtroppo, non so ancora perché (la sentenza non la posseggo), ero contumace, nessuno mi ha avvertito che si stava procedendo in mia assenza e non ho potuto dimostrare di aver detto la verità. Nel processo civile non c'è un pm che conduce le indagini (se ci fosse stato, avrebbe acquisito le carte dell' inchiesta Consip e dell'affare Poste-Eventi6, e subito archiviato il caso): c'è solo un giudice che esamina le "memorie" legali del denunciante e del denunciato e su quelle decide, senza nemmeno tener conto dei fatti notori.

 

MATTEO RENZI TIZIANO

Ma in questo processo i miei legali non c'erano, dunque il giudice ha deciso su quel che gli raccontavano gli avvocati di Renzi sr. E ha concluso - almeno secondo ilfoglio.it - che le mie parole "hanno connotazioni oggettivamente negative, alludendo ad un contesto di malaffare e ad un intreccio di interessi privati, economici e politici ad elevati livelli. L'offesa è tanto più grave in quanto si mettono in relazione gli affari personali dell'attore (Tiziano Renzi, ndr) con l' ascesa politica del figlio che, all' epoca dei fatti, era stato capo del governo e, quindi, figura istituzionale dalla quale tutti si attendono attenzione e sensibilità per gli interessi dello Stato". 

 

Cioè avevo addirittura insinuato un'inchiesta su Tiziano Renzi per Consip e un legame diverso dall' omonimia fra il Renzi che s'interessava a Consip e prendeva appalti da Poste, e il Renzi che guidava il governo azionista di Consip e di Poste. Quanto all'importo di 50 mila euro, meglio non commentare.

 

tiziano renzi e laura bovoli

Un caso simile mi era già accaduto vent'anni fa. Nel '95 Cesare Previti mi denunciò perché l'avevo definito sull'Indipendente "cliente di procure e tribunali" (e lo era eccome: era indagato a Brescia per un ricatto a Di Pietro, per cui sarebbe stato poi rinviato a giudizio e infine assolto).

 

Durante il processo, l'Indipendente chiuse i battenti. L'avvocato, non più pagato dall'editore in liquidazione, pensò bene di smettere di difendermi. Così nel '99 mi ritrovai condannato dal Tribunale di Roma allo sproposito di 79 milioni di lire per non aver prodotto le carte che provavano quanto avevo scritto: cioè l'atto di iscrizione di Previti sul registro degli indagati, di cui tutti i giornali parlavano, ma che il giudice non poteva conoscere perché poteva basarsi solo sulle carte prodotte dalle parti (e la mia non aveva prodotto nulla: il mio fascicolo era vuoto, così come la sedia del mio difensore).

sir cesare previti foto mezzelani gmt022

 

Siccome non avevo 79 milioni sull'unghia, Previti mi pignorò per due anni il quinto dello stipendio. Poi la Corte d'appello ribaltò la sentenza, ma non del tutto, perché le prove già disponibili in primo grado non erano più ammissibili in secondo: i giudici ridussero il danno alla somma che avevo già pagato (una ventina di milioni). Vedremo se stavolta andrà meglio.

 

Ma me la vedrò io. Se ve l'ho fatta tanto lunga, cari lettori, è perché ne sentirete come sempre di tutti i colori. Ma mi preme dirvi ciò che vi ho già detto in occasione dell'altra causa alla fiorentina persa con babbo Renzi: ho detto la pura verità, quindi - se volete - potete continuare a fidarvi di me e del Fatto . Ci vuole ben altro per intimidirci.

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - MELONI, CHE JELLA: HA ASPETTATO SETTIMANE PER UN INCONTRO CON TRUMP E NON APPENA GLIELO CONCEDE, IL "DAZISTA" DELLA CASA BIANCA PRIMA SE NE ESCE CON LA TRUCIDA FRASE: “QUESTI PAESI CI CHIAMANO PER BACIARMI IL CULO”, ED OGGI RINCULA COME UN SOMARO SPOSTANDO DI 90 GIORNI L'APPLICAZIONI DEI DAZI (CINA ESCLUSA) – A QUESTO PUNTO, QUALI RISULTATI POTRA' OTTENERE DAL VIAGGIO IN AMERICA? 1) UN TRATTAMENTO “ALLA ZELENSKY” E UN NULLA DI FATTO; 2) UNA PROPOSTA IRRICEVIBILE DI DAZI AL 10% SOLO PER L’ITALIA; 3) TRUMP, DI COLPO RINSAVITO, SFRUTTA L’OPPORTUNITÀ DEL BACIO DI PANTOFOLA DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON L’UNIONE EUROPEA. BUM! PER LA DUCETTA SAREBBE LO SCENARIO DEI SOGNI: ALLA FACCIA DI URSULA-MACRON-MERZ POTREBBE VENDERSI COME “SUO” IL MERITO DI AVER FATTO RINSAVIRE "LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE"...

jerome powell donald trump

DAGOREPORT – CHE FARÀ IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL? AL GROTTESCO RINCULO TRUMPIANO DI 90 GIORNI SUI DAZI AVRA' CONTRIBUITO, OLTRE AI MERCATI IN RIVOLTA, L'AVANZARE DI UNA FRONDA REPUBBLICANA  CONTRO IL TYCOON GUIDATA DAL SENATORE RAND PAUL (ORA SONO NOVE) - UNA FRONDA CHE, AGGIUNTA AL VOTO DEI DEM, POTREBBE ANCHE METTERE TRUMP IN MINORANZA AL CONGRESSO - SE IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA A STELLE E STRISCE DIVENTERA' INGESTIBILE, L'ARMA FINALE E' L'IMPEACHMENT DEL CALIGOLA PER MALGOVERNO AI DANNI DEGLI STATI UNITI...

donald trump pam bondi laura loomer

FLASH – PAM! PAM! TRUMP FARA' LA FINE DI CLINTON CON MONICA INGINOCCHIATA?NEGLI STATES SI VOCIFERA MOLTO SULLA STRETTA VICINANZA TRA TRUMP E LA CURVACEA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PAM BONDIUNA STIMA PARTICOLARE, COME QUELLA RIPOSTA IN PASSATO NELL’ATTIVISTA “MAGA” LAURA LOOMER. SI SPIEGHEREBBE COSÌ L’ASCENDENTE CHE LE DUE DONNE HANNO SUL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: SE BONDI IMPERVERSA SULLE TV AMERICANE, LOOMER È TALMENTE POTENTE DA AVER CONVINTO IL PRESIDENTE DEMENTE A CACCIARE IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI NSA, TIMOTHY HAUGH – L’ONNIPRESENZA DELLE DUE BOMBASTICHE ERINNI HA SPINTO MELANIA A PRENDERE LE DISTANZE DALLO STUDIO OVALE…

xi jinping donald trump usa cina

CHE FIGURA DI MERDA COLOSSALE PER DONALD TRUMP: A UNA SETTIMANA DALL'INTRODUZIONE DEI DAZI RECIPROCI CONTRO TUTTI I PAESI DEL MONDO, È COSTRETTO A RINCULARE E ANNUNCIA  UNO STOP DI 90 GIORNI ALLE TARIFFE, "TRANNE CHE PER LA CINA" (LE INDISCREZIONI CHE LUNEDÌ AVEVANO FATTO SPERARE LE BORSE ERANO VERE) - IL COWBOY COATTO DELLA CASA BIANCA, DOPO ESSERSI VANTATO CHE GLI ALTRI LEADER LO STESSERO CHIAMANDO PER "BACIARGLI IL CULO", SE L'È FATTA SOTTO DI FRONTE AL TRACOLLO DEI MERCATI, CHE HANNO BRUCIATO 10MILA MILIARDI DI DOLLARI. SOPRATTUTTO, SI È TERRORIZZATO QUANDO HA VISTO I TITOLI DI STATO AMERICANI DIVENTARE SPAZZATURA (IERI UN'ASTA DA 58 MILIARDI DI DOLLARI DI BOND TRENTENNALI È ANDATA QUASI DESERTA)  - PECHINO NON ABBOCCA ALLE MINACCE DEL TYCOON PERCHÉ HA LA FORZA DI RISPONDERE: GRAZIE AL PETROLIO IRANIANO E AL GAS RUSSO, POTREBBE PERSINO TRASFORMARE IN “AUTARCHICA” LA SUA ECONOMIA. E HA IN MANO L'ARMA DA FINE DEL MONDO: HA IN TASCA 759 MILIARDI DI DEBITO PUBBLICO AMERICANO - LA BORSA DI NEW YORK FESTEGGIA