camilla canepa mario draghi

“LA MORTE DI CAMILLA CANEPA È UNA COSA TRISTISSIMA CHE NON DOVEVA AVVENIRE” - MARIO DRAGHI IN CONFERENZA STAMPA AL G7 NON HA PARLATO SOLO DI CINA E ALLEANZE INTERNAZIONALI: “LA VARIANTE INDIANA IN GRAN BRETAGNA? SE DOVESSERO RICOMINCIARE AD AUMENTARE I CONTAGI, DOVREMMO REINSERIRE LA QUARANTENA PER CHI ARRIVA DALL’INGHILTERRA” - GLI IMPEGNI SUL CLIMA E IL COLLOQUIO CON BIDEN – VIDEO

CAMILLA CANEPA

Valentina Santarpia per www.corriere.it

 

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha condotto una lunga conferenza stampa al termine del G7, in Cornovaglia. Molti i temi trattati, dalla politica estera alla campagna vaccinale contro il Covid. Ecco alcune delle posizioni espresse dal presidente del Consiglio.

 

I timori per i casi di variante Delta in Gran Bretagna

mario draghi al g7

Di fronte all’aumento dei casi di contagio da coronavirus in Gran Bretagna — dove la variante Delta, o «indiana», si sta diffondendo soprattutto tra i non vaccinati e tra i vaccinati con una sola dose — il presidente del Consiglio ha detto che «noi facciamo il tampone a chi entra in Italia.

 

Se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra: ma non ci siamo ancora». Nella giornata di lunedì, Boris Johnson potrebbe annunciare uno slittamento delle riaperture previste, proprio a causa di quello che, secondo alcuni esperti, si configura come un nuovo picco dei contagi.

ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI

 

La morte di Camilla Canepa

Draghi ha parlato anche della morte di Camilla Canepa, la ragazza scomparsa a Genova all’età di 18 anni a causa di una rara trombosi che potrebbe essere legata alla vaccinazione, avvenuta con il preparato di AstraZeneca nel corso di un «Open Day» vaccinale.

 

mario draghi al g7 in cornovaglia 3

«Esprimo il mio cordoglio e la mia partecipazione alla mamma e al papà della ragazza: una cosa tristissima che non doveva avvenire. Questa è la cosa più importante che ho da dire», ha detto. «Il ministro Speranza ha fatto le sue dichiarazioni, ha spiegato come comportarsi con i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson, quindi su questo ormai la situazione è chiara. In tutto questo — ammette Draghi — è molto complicato ricostruire responsabilità: io penso sia una situazione in evoluzione, così complicata».

ROBERTO SPERANZA E MARIO DRAGHI

 

Draghi ricorda che «l’iniziativa degli open day consentiva a tanti di potersi vaccinare subito, ma la raccomandazione del Comitato tecnico scientifico di usare AstraZeneca solo per una certa età c’era già», precisa il premier. Ora, conclude il premier, «cerchiamo di portare avanti la campagna vaccinale: non è soltanto la nostra ripresa economica in questione, ma anche quella della nostra vita sociale».

 

L’atmosfera del G7

mario draghi e boris johnson

Il cuore dell’intervento di Draghi è stato dedicato alle questioni internazionali. «L’atmosfera del G7 è stata positiva ma realistica — è il suo bilancio al termine del vertice —. Il tema politico dominante è stato quale atteggiamento debba avere il G7 nei confronti della Cina e in generale di tutte le autocrazie, che usano la disinformazione, i social media, fermano gli aerei in volo, rapiscono, uccidono, non rispettano i diritti umani, usano il lavoro forzato.

 

Camilla canepa AstraZeneca

Tutti questi temi di risentimento nei confronti delle autocrazie sono stati toccati e condivisi. In questo senso è stato un vertice realistico: c’era contentezza per l’economia ma non si sono persi di vista i problemi».

 

La Cina

Draghi ha poi parlato esplicitamente della Cina. «Ha diritto», ha detto, «a essere una grande economia, ma in discussione sono i modi, come le detenzioni coercitive. È una autocrazia che non aderisce alle regole multilaterali e non condivide la stessa visione del mondo della democrazie. Bisogna essere franchi, cooperare ma essere franchi sulle cose che non condividiamo e non accettiamo».

 

mario draghi joe biden al g7 1

Sulla Cina, «il silenzio è complicità», ha detto Biden a Draghi. Il premier italiano assicura che il presidente americano, nel colloquio faccia a faccia di sabato sera («un piacevole rivedersi, molto molto positivo») non gli ha chiesto di abbandonare la Via della Seta. Ma in conferenza stampa Draghi ha chiarito che esaminerà con attenzione il memorandum firmato a marzo 2019 dall’allora governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte.

 

La direzione «atlantista» ed «europeista» sembra tracciata con nettezza. La politica estera italiana si mette alle spalle la stagione della vicinanza a Pechino dal sapore sovranista-populista dei gialloverdi (solo di due giorni fa un incontro - poi annullato - di Conte all’ambasciata cinese).

mario draghi joe biden al g7 5

 

 

Il colloquio con Biden

Il presidente Usa Joe Biden «ha voluto ricostruire le alleanze tradizionali degli Usa dopo il periodo di Trump in cui erano state seriamente incrinate». In particolare, a cambiare è stato l’atteggiamento di Biden nei confronti dell’Unione Europea, di cui il presidente democratico «è un grande fautore». Con Biden si è parlato anche di Libia, e della necessità di rispettare il cessate il fuoco per avviare la ricostruzione.

mario draghi joe biden al g7 2

 

Gli impegni sul clima

Sono stati molti gli impegni sul clima. «Le cifre sono molto grandi- ha ricordato Draghi- le spese ammontano a circe 390 miliardi di dollari l’anno, ma muoiono 60 mial persone all’anno, e il contributo che danno le disuguaglianze è incredibile: 132 milioni di persone saranno gettate in povertà nei prossimi 10 anni, e 9 tra i dieci Paesi più colpiti dal cambiamento climatico sono Paesi a basso reddito o medio reddito.

conte xi jinping

 

Quindi la lotta al cambiamento climatico è anche una questione di eguaglianza», ha sottolineato il premier. Senza negare che «naturalmente ci sono posizioni non allineate»: è il caso di quei Paesi che esprimono la volontà di finanziare la lotta al cambiamento climatico ma continuano ad essere grandi produttori di fossili. È per questo che potrebbe essere pensata una tassa che aggiusti la differenza dei costi di produzione per adeguarli alla necessità di continuare ad usare prodotti fossili, meno costosi.

mario draghi e boris johnson con la moglie

 

I pilastri della salute

Per quanto riguarda la salute, «abbiamo fatto presente che ci sono tre pilastri- ha detto Draghi- uno fatto di donazioni di vaccini e finanziamenti, e il veicolo che tutti noi dovremmo utilizzare è il Covax, ma anche l’eliminazione del blocco delle esportazioni; il secondo punto è individuare siti produttivi anche nei Paesi in via di sviluppo; e questo ci porta direttamente all’ultimo tema, del diritto di brevetto: c’è una proposta della Commissione Ue che usa una clausola del commercio internazionale che sembra avvicinare tutti».

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)