martin scorsese killer of the flower moon donald trump

“TRUMP? CI SONO PERSONE CONVINTE CHE POTESSE FARE UN BUON LAVORO” – MARTIN SCORSESE NE APPROFITTA DELLA PRESENTAZIONE DI “KILLERS OF THE FLOWER MOON” A CANNES PER RANDELLARE IL PUZZONE – FACENDO ECO A ROBERT DE NIRO, CHE DESCRIVA IL SUO PERSONAGGIO COME “UN IDIOTA, UN UOMO DALLA BANALITÀ DIABOLICA”, IL REGISTA INTERVIENE PER RANDELLARE IL TYCOON: “TRUMP RIASSUME TUTTE QUESTE CARATTERISTICHE…” - VIDEO

Estratto dell’articolo di Fulvia Caprara per “La Stampa”

 

killers of the flower moon di martin scorsese 7

Gli indiani della nazione di Osage danzano ubriachi di gioia dentro la fontana di oro nero che ha appena iniziato a zampillare. Da reietti perseguitati si trasformano in ricchi possidenti, ma il sogno, sotto gli occhi avidi dei cittadini americani, appena usciti dal primo conflitto mondiale, è destinato a frantumarsi nelle trame oscure che provocano matrimoni d'interesse, morti a catena, bianchi che si impadroniscono delle loro ricchezze.

 

donald trump

Un altro capitolo della storia degli Stati Uniti è scritto nel nuovo, fluviale, attesissimo, film di Martin Scorsese Killers of The Flower Moon […]

 

Il genocidio programmatico che ha segnato la nascita degli States è messo in luce, come si vede nel film, dalla contemporaneità di altri orrori. Mentre in Oklahoma si svolgono i fatti di The Killers of the Flower Moon (dal 19 ottobre nelle sale con 01), poco lontano, a Tulsa, avviene nel 1921 il celebre massacro di afroamericani, in linea con le idee del Klu Klux Klan che, all'epoca, stava prendendo sempre più piede: «Mi sono interrogato sulla capacità di disumanizzare altri esseri umani, sul senso di colpa che questo dovrebbe provocare, sul razzismo, sulle paure che lo provocano».

 

killers of the flower moon di martin scorsese 6

Seduto tra i due attori che, con le loro interpretazioni, hanno contribuito a creare la sua leggenda, Martin Scorsese sembra aver raggiunto la chiusura del cerchio, l'equilibrio perfetto che cerca in ogni sua opera. A Leonardo DiCaprio, stavolta anche produttore, ha affidato il ruolo del giovane Ernest Burkhart, sempliciotto e ignorante, pronto a sposare l'indiana Mollie (Lily Gladstone) eseguendo gli ordini di William Hale, lo zio potente e autoritario, anima nera dell'intera vicenda, affidato a Robert De Niro: «Ho fatto del mio meglio per rappresentare quest'uomo dalla banalità diabolica - dice l'attore -, un idiota, con una personalità sfaccettata che, anche se non riesco a capire come è riuscito per un periodo a farsi amare e rispettare dai nativi».

robert de niro martin scorsese leonardo di caprio

 

Mentre de Niro cerca le parole per descriverlo al meglio, Scorsese interviene: «Guardate Donald Trump, riassume tutte queste caratteristiche, e ci sono state anche persone convinte che potesse fare un buon lavoro, pensate a quanto siano state folli».

 

leonardo dicaprio robert de niro martin scorsese

Impossibile ignorare l'attualità, anche quando una giornalista georgiana chiede al regista un commento sulla guerra in Ucraina: «È evidente che l'aggressione della Russia ai danni dell'Ucraina sia un evento drammatico molto preoccupante, dobbiamo sempre guardare al passato, ricordare la seconda guerra mondiale, il conflitto nei Balcani e tanti altri scontri spesso causati dall'abitudine di mettere sempre il denaro al primo posto.[…]».

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