"SONO GAY E QUESTO HA CONTRIBUITO AD UNA SERIE DI DECISIONI CHE HANNO DERAGLIATO LA MIA CARRIERA. COMPRESA LA DROGA" - IL MEA CULPA DI DAVID COOTE, L'ARBITRO INGLESE LICENZIATO DOPO CHE È STATO IMMORTALATO IN UN VIDEO IN CUI DICE "IL LIVERPOOL È UNA MERDA, KLOPP È UNO STRONZO", E UN ALTRO MENTRE SNIFFA COCAINA: "HO AVUTO PROBLEMI CON LA MIA AUTOSTIMA, A CAUSA DELLA MIA SESSUALITÀ. AVEVO PAURA DI SVELARE TUTTO POICHÉ AVEVO RICEVUTO ABUSI..."

Da www.ilnapolista.it

 

david coote

David Coote, l’arbitro licenziato dalla Premier League dopo gli insulti a Klopp, ha ammesso i suoi errori, secondo lui derivati da un coming out complicato; non accettava, infatti, la sua omosessualità, nascondendosi timoroso di poter essere in pericolo per il ruolo che ricopre. Oggi, a 42 anni, ha dichiarato apertamente le sue preoccupazioni.

 

Nella sua prima intervista dopo il trambusto avuto intorno, rilasciata al Sun, ha spiegato:

 

«Ho avuto problemi con la mia autostima, e questo riguarda la mia sessualità. Sono gay e ho faticato a sentirmi orgoglioso di esserlo per un lungo periodo di tempo. Ho provato un profondo senso di vergogna durante la mia adolescenza in particolare. Non ho fatto coming out con i miei genitori fino all’età di 21 anni. Non ho fatto coming out con i miei amici fino ai 25 anni. La mia sessualità non è l’unica ragione che mi ha portato a fare scelte sbagliate. Quando ero giovane, ho nascosto da arbitro il mio orientamento sessuale, e questo mi ha portato ad assumere una serie di comportamenti errati. Avevo paura di svelare tutto poiché avevo ricevuto abusi».

 

il presunto video di david coote mentre sniffa polverina bianca

Coote era stato anche beccato mentre sniffava della polvere bianca durante Euro 2024, dove era in servizio: «Lo stress e le pressioni mi hanno portato ad assumere droghe, ma non ne ero dipendente; per lunghi periodi non ho usato nulla, ma era una delle vie di fuga che avevo. Mi vergogno profondamente di averlo fatto. Nel video con la cocaina non mi riconosco, non riesco a percepire come mi sentissi in quel momento, ma quello forse ero davvero io. Stavo lottando contro lo stress e non potevo fermarmi».

 

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