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“BASTA CHEMIO” - MELANIA RIZZOLI: “L'IMMUNOTERAPIA SOMMINISTRATA NEI PAZIENTI ONCOLOGICI AGISCE STIMOLANDO IL SISTEMA IMMUNITARIO A RICONOSCERE E COMBATTERE LA NEOPLASIA, E RAPPRESENTA LA NUOVA E PROMETTENTE FRONTIERA PER LA CURA DEI TUMORI, MA AD OGGI, PURTROPPO, SOLO UN PAZIENTE SU DUE RISPONDE OTTIMAMENTE A TALE STIMOLAZIONE”

Melania Rizzoli per “Libero quotidiano”

 

MELANIA RIZZOLI

L'immunoterapia, che da diversi anni viene utilizzata nel trattamento dei tumori, è un approccio innovativo che punta a "risvegliare" il sistema immunitario per combattere il cancro, ed oggi è una realtà consolidata per molti tipi di neoplasie anche in fase avanzata, come il melanoma, il tumore del polmone e del rene, che ha dato risultati insperati rispetto a dieci anni fa.

 

A Siena la scorsa settimana è stato inaugurato il Cio, il Centro di Immuno-oncologia, il primo in Italia e in Europa, sostenuto dalla Regione Toscana, e presentato ufficialmente al XV congresso internazionale del Nibit (Network Italiano per la Bioterapia dei tumori), con la partecipazione dei maggiori esperti dell' immunoterapia del cancro al mondo.

 

L' obiettivo è unire in un' unica realtà operativa per dare vita a nuove strategie contro il male del secolo, e rendere più competitivo a livello internazionale il programma di immunoterapia del cancro.

 

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Ma la sfida più grande che questo Centro si prefigge è capire perché mentre il 50% dei pazienti risponde in modo ottimale alla immunoterapia, nell' altra metà questo approccio non risulta efficace, e lo sforzo è appunto concentrato nel cercare di aumentare la percentuale di pazienti che risponde positivamente alla terapia immunologica.

 

Il Cio collabora con le principali Istituzioni e Network scientifici internazionali che si interessano di ricerca clinica e pre-clinica nell' ambito di tali terapie biologiche, ed è attiva la partnership con il Parker Institute of Cancer Immunotherapy di San Francisco in California.

 

La struttura è anche l' unico centro europeo coinvolto attivamente nel progetto TESLA, mirato a sviluppare vaccini personalizzati per la cura del cancro.

 

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L' immunoterapia somministrata nei pazienti oncologici, in pratica agisce stimolando il sistema immunitario a riconoscere e combattere la neoplasia, e rappresenta la nuova e promettente frontiera per la cura dei tumori, ma ad oggi, purtroppo, solo un paziente su due risponde ottimamente a tale stimolazione.

 

I migliori candidati alla immunoterapia sono i pazienti con i cosiddetti "tumori caldi", quelli con caratteristiche specifiche, quali ad esempio quella di avere al suo interno la presenza di cellule immunitarie come i linfociti T, mentre altri tumori, come quelli del pancreas, del colon e della prostata sono privi di tali cellule , e si dicono "freddi", perché non sempre rispondono alla immunoterapia.

 

Una delle vie più promettenti per bypassare questo ostacolo è rappresentata dall' epigenetica, che studia le mutazioni genetiche non attribuibili direttamente alla sequenza del Dna.

 

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Oggi i farmaci epigenetici, capaci di modulare la funzione del Dna, consentono di indurre cambiamenti non solo della neoplasia, ma anche del microambiente in cui il tumore vive, e che si dimostra fondamentale per l' efficacia dell' immunoterapia, in quanto costituito da cellule in grado di rendere il tumore "irraggiungibile" dal sistema immunitario stimolato dai farmaci immunoterapici.

 

L' obiettivo delle terapie combinate, epigenetiche ed immunoterapiche, è aumentare la risposta immunitaria contro tutte le cellule tumorali. In pratica le cellule malate vengono in tal modo modificate per renderle più visibili al sistema immunitario, così da aggredire il cancro nel modo migliore e definitivo.

 

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Se si riuscirà a facilitare questa interazione, si otterranno risultati importanti anche in quei pazienti che oggi non rispondono all' immunoterapia.

 

Solo nel 2017 al Cio saranno accolti oltre 3mila pazienti, ed il 75% di quelli in terapia verrà inserito in sudi clinici, e l' arruolamento dei malati oncologici terminerà nella primavera 2018.

 

Attualmente sono attive presso il Cio circa 40 sperimentazioni di immunoterapia su tumori diversi, in vari stadi di sviluppo, dalla Fase I alla Fase III, e proprio l' epigenetica è alla base dello studio NIBIT- M4, una ricerca disegnata per valutare per la prima volta la combinazione con un farmaco Immuno-oncologico, l' anticorpo monoclonale ipilimumab, con una molecola epigenetica, la guadecitabina, che agisce sul Dna delle cellule malate, provocando modificazioni chimiche, nel trattamento del melanoma metastatico.

 

ospedale

Il farmaco epigenetico in poche parole, "smaschera" alcune caratteristiche immunologiche delle cellule tumorali, che diventano così visibili, riconoscibili e aggredibili da parte del sistema immunitario.

 

Il Cio di Siena promette in pratica di avere un unico fine: poter arrivare in tempi brevi a trattare con l' immunoterapia una percentuale sempre più alta di pazienti, migliorandone non solo la sopravvivenza a lungo termine, e la qualità di vita, ma portarli vicino a quella che domani si potrebbe chiamare guarigione dal cancro.

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