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ACCIAIO I-KNOX - LE MOTIVAZIONE DELLA SENTENZA SPIEGANO COME ANDÒ L’OMICIDIO KERCHER - DUE COLTELLI CIASCUNO: UNO PER RAFFAELE CHE LA FERÌ E L’ALTRO PER AMANDA CHE LE DIEDE IL COLPO MORTALE MENTRE GUEDE ABUSAVA DI MEREDITH
Alessandro Capponi per "il Corriere della Sera"
Un coltello ciascuno per uccidere Meredith, per «umiliarla», per non permetterle di denunciare l'aggressione. Un omicidio nato dai cattivi rapporti tra Amanda Knox e Meredith Kercher, scaturito da un litigio dovuto «alla presenza di Rudy in casa», ai turni per la pulizie, alle incomprensioni tra le due ragazze per stili di vita e abitudini agli antipodi, con Mez descritta come «puritana».
Ad accusare Raffaele Sollecito ci sono un'orma del piede lasciata sul sangue, la testimonianza del clochard Antonio Curatolo, il Dna su una sigaretta, il gancetto del reggiseno tagliato. Se quanto stabilito dalla Seconda corte di Assise di appello di Firenze sarà confermato dalla Cassazione, Amanda Knox e Raffaele Sollecito saranno - definitivamente - gli assassini di Meredith Kercher.
Il movente e le droghe
Le motivazioni della sentenza (28 anni e mezzo all'americana, 25 all'italiano) demoliscono il secondo grado che nel 2011 li aveva assolti (perizia inclusa) e del primo grado del 2009 accolgono tutto o quasi, tranne il movente che non è il sesso di gruppo rifiutato dalla ragazza inglese ma «un coacervo di motivazioni», incluse quelle ipotizzate dal procuratore generale Alessandro Crini. Le difese insorgono. Per Giulia Bongiorno «ci sono dieci errori ogni pagina: neanche la Scientifica si era spinta a sostenere che tracce di Sollecito fossero sull'arma del delitto». Raffaele Sollecito, a questo punto, vuole «subito il ricorso in Cassazione». Per Francesco Maresca, avvocato della famiglia Kercher, «finalmente, come nel primo grado, il quadro è ancorato alla sentenza di condanna di Rudy».
La sera del primo novembre 2007 Amanda e Raffaele «si erano raccolti in intimità , facendo anche uso di stupefacente» e con Guede intento a utilizzare «l'abitazione a suo piacimento». A quel punto «si ebbe una progressione di aggressività » e gli «eventi precipitarono». Mez «venne aggredita contestualmente da tutti e tre, per immobilizzarla e usarle violenza». Rudy aveva «le mani libere, che utilizzò per bloccare la vittima e compiere l'aggressione sessuale». Gli altri due avevano i coltelli.
«L'arma che produsse la ferita a destra era impugnata da Sollecito», e «cagionò l'urlo straziante» raccontato dai testimoni, mentre il coltello da cucina era nelle mani di Amanda Knox, «per la violenza utilizzata risultò mortale».
I testimoni sono attendibili: il clochard Antonio Curatolo, che vide i due ragazzi la sera dell'omicidio in una piazza, e l'anziana Nara Capezzali che riferì dell'urlo di Meredith. Anche Rudy Guede «quando affermava di aver collocato gli imputati sulla scena del crimine, non mentiva». Quella sera «furono Amanda e Raffaele a farlo entrare in casa».
L'ora dell'omicidio
Sono «di sicura consistenza per numero e significato» e permettono «una valutazione d'insieme», così come, del resto, aveva richiesto la Cassazione a inizio 2013. Dalla mancanza di attività sul computer di Sollecito alle chiavi di casa «nella disponibilità di Knox», dai soldi spariti dalla camera di Mez alle «orme sul sangue». Fino alle tracce sul coltello.
Per i giudici fiorentini tutto avvenne «tra le 21 e la mezzanotte». Per Giulia Bongiorno: «Si dilata l'orario della morte di Mez per renderlo compatibile con la ricostruzione, ma gli errori sono molti: sostengono che esistono piedi di tipo maschile e femminile, confondono l'arrivo della polizia postale con quello dei carabinieri, e sul movente dicono tutto e il suo contrario, ma in un processo indiziario il movente è il collante...».
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