michelle delmiglio -2

TRANS JOB - ''MI LICENZIANO PERCHÉ SONO TRANSESSUALE. NON VOGLIO PROSTITUIRMI, SOLO FARE LA LAVAPIATTI'' - MICHEL È RIUSCITA A CAMBIARE NOME PUR SENZA OPERARSI, E CAMPA GRAZIE AL PADRE, UN EX COMANDANTE DEI CARABINIERI: ''LUI MI HA PAGATO L'OPERAZIONE AL SENO''

michelle delmiglio  4michelle delmiglio 4

Laura Almici per www.bresciatoday.it

 

Incontriamo Michel - così si chiama per l’anagrafe da qualche anno, alla nascita era Riccardo - in un centro commerciale della provincia. Non ha tempo per le presentazioni e i convenevoli, da quando è scesa dal letto fa avanti e indietro dall’ufficio di stato civile del Comune gardesano dove risiede. Tra le unghie dipinte di mille colori stringe una sentenza della cassazione, che spera le serva a togliere definitivamente la lettera "M" alla voce sesso sui documenti.

 

"Si può fare e questa sentenza lo dimostra, se riuscissi a far mettere una F al posto della M sulla carta d'identità forse sarebbe più facile trovare lavoro", spiega con voce squillante ricordandosi il motivo del nostro incontro. Michelle, questo è il nome che vorrebbe avere scritto sui documenti, ci ha contattati perché si è vista negare un diritto, quello ad avere un posto di lavoro fisso, a causa della sua identità sessuale.

 

Dopo anni di porte sbattute in faccia e di più garbati, ma non meno dolorosi “le faremo sapere”, lo  scorso maggio aveva finalmente trovato un impiego come lavapiatti, in una struttura pubblica. Un contratto a tempo determinato, un sogno realizzato.

michelle delmiglio  3michelle delmiglio 3

 

“Non mi sembrava vero, finalmente avevo uno stipendio fisso, una base per fare progetti e costruirmi il mio futuro - racconta -. Mi sono impegnata al massimo delle mie capacità, tanto che la responsabile della struttura ha scritto una lettera di merito piena di elogi e mi era stato prolungato il contratto. Purtroppo, il ruolo di responsabile è stato poi preso da un’altra persona, da un uomo che ha fatto di tutto per farmi lasciare a casa. Io non mi sono fatta scoraggiare, ma lui ha scritto una nota molta negativa nei miei confronti e il mio contratto non è più stato rinnovato. Mi ha condannata perché sono transessuale, non perché non sono capace di lavorare.”

 

michelle delmiglio  2michelle delmiglio 2

Michelle ha 29 anni e da quando ne ha 15 è il bersaglio di insulti e cattiverie. Discriminata ed emarginata dal mondo della scuola prima, da quello del lavoro poi: “Io mi sono sempre sentita una donna, fin da piccola. Ho cominciato a prendere gli ormoni a 15 anni, di nascosto. Poi ho deciso di uscire alla scoperto e ho raccontato la mia omosessualità in un tema scolastico. I professori hanno chiamato i miei genitori e ne è nato un vero e proprio scandalo. Ho sempre avuto voti alti, ma dopo quel tema è cambiato tutto e alla  fine dell'anno mi hanno bocciata. Ho cambiato scuola, ma le prese in giro e le cattiverie dei compagni erano intollerabili, così alla fine ho lasciato perdere.”

 

L’ancora di salvezza di Michelle è il padre, un comandante dei Carabinieri in pensione, che è stato capace di mettere da parte tutto e tutti per vedere sua figlia felice. È lui che le ha pagato le due operazioni al seno e che la sostiene economicamente, permettendole di vivere da sola:

 

michelle delmiglio  1michelle delmiglio 1

“A 17 anni ho voluto andare a vivere da sola e lavoravo in bar estivo per potermi mantenere - racconta ancora Michelle -, anche se mio papà non ha mai smesso di aiutarmi. Mio padre è un uomo privo di egoismo, quando è nato si sono completamente dimenticati di dargliene. Credo non sappia neanche bene cosa significhi il pensare a sé stessi. Ma ora ha settant’anni ed è in pensione e io sono stufa di farmi mantenere da lui. Chiedo un lavoro serio e onesto, il mio desiderio è di mettere via un po’ di soldi e aprirmi un bar. Non voglio ridurmi come molte mie amiche, costrette, per il mio stesso problema, a prostituirsi. Non voglio nemmeno lavorare nei locali notturni a mettere in mostra il mio corpo.”

 

A fare le valige e trasferirsi in un altro paese o in un’altra città Michelle non ci pensa proprio: “Non voglio scappare, non avrebbe senso e non servirebbe a nulla. La mia vita è qua e io non voglio rinunciare alla mia battaglia. Chiedo solo una possibilità, spero di trovare qualcuno che mi dia fiducia, che mi valuti per le mie qualità e capacità professionali e non per la mia identità sessuale.”

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...