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GAY VUOL DIRE BUSINESS! A MILANO, A POCHI PASSI DA PIAZZALE LORETO, NASCE UN PICCOLO MICROCOSMO OMOSEX: UN SALI E TABACCHI, UN RISTORANTE (IN CUI SONO TUTTI GAY, DAI CAMERIERI AI CUOCHI) E UN BAR PER “DUOMOSESSUALI”

Alberto Dandolo per Dagospia

 

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Scopare  rende. E se a copulare sono i gay all’ombra del Duomo il business darà di sicuro grandi soddisfazioni! Altro che (potenziale) indotto economico prodotto dall’Expo! Se avessimo voluto aspettare i “danè” dei visitatori (che non sono arrivati!) dell’Esposizione Universale a Milano si sarebbe fatta la fine di Atene.

 

E per fortuna un gruppo di lungimiranti ragazzi è riuscito in questi ultimi tempi a capitalizzare sui vizi  gli stra-vizi  ma anche sulle caste esigenze corporali della comunità frociona meneghina. In fondo a Milano per far due euro nella liceità servono 4 elementi: un posto defilato per trombare in piena libertà e anonimato, un luogo in cui assecondare le papille gustative, un po’ di “buona cucina” e degli “strumenti del piacere” sempre pronti all’uso.

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E Cristiano Trivellato, proprietario dello storico “mattatoio del sesso gayo”, il Depot è riuscito a creare in un quartiere senza speranze come Turro, a pochi passi da Piazzale Loreto  e in prossimità di Viale Monza, un vero e proprio nuovo microcosmo omosex.

 

Ma procediamo con ordine. Il Depot nasce molti anni fa . E’ una enorme dark dove si sono da sempre incontrati e “scambiati” i mejo froci di Milano. Qui è un tripudio al sado e al mistero del sesso. Nel senso che ci sono alcune serate in cui puoi entrare solo se nudo e con una mascherina sul volto.

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Il locale sorge in Via Valtorta, precisamente dopo i due ponti di Viale Monza.  La via più trans-gender della città di Pisapia. Il Depot è aperto  7 giorni su 7 e 24 ore si 24. Perché, si sa, il piacere non conosce orari né pause.

 

Ebbene… lo zelante Cristiano, un ragazzo di appena 30 anni e la pelata dura, assieme al suo socio Massimiliano Pintus, ha reso questa via periferica il nuovo polo frocione di Milano. Alternativo agli usurati circuiti fighetti gay della Milano delle checche modaiole, spocchiose e isteriche per partito preso.

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E nell’ordine nell’ultima settimana sono nati: un tabacchi gay (a gestirlo il fratello di Cristiano che ti serve in canotta attillata e pacco in bella vista!), un ristorante che si chiama “La Luganega” ( ogni riferimento è volutamente casuale!) in cui sono tutti gay: camerieri, lavapiatti, baristi e aiuto cuochi. E infine oggi è sorto  anche un bar a misura di “duomo-sessuali” di  proprietà di Francesco Mereu, un gay sardo di belle speranze che assieme a  due amici etero ha rilevato la storica “Latteria” di Via Eleonora Pimentel fondando il gay bar “Pausa caffè” che inaugurerà questa sera alle 18.00.

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Avviso a Cristiano Malgioglio: un “pensionato”, in tutti questi locali, può chiedere una tessera speciale che prevede uno sconto del 20%…

 

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