
UNA FUCILATA DI PRIMA MATTINA - MISTERO A TORINO PER L’ESECUZIONE A SANGUE FREDDO DI UN RAPPRESENTANTE DI MOZZARELLE: IL KILLER GLI HA SPARATO ALLE SPALLE APPENA È USCITO DI CASA, POI SAREBBE FUGGITO CONTROMANO SU UNA 500 NERA
Carlotta Rocci per “la Repubblica”
Un colpo di fucile alla schiena a venti passi da casa. Vito Amoruso, ieri mattina alle sette e mezzo, ha aperto il portoncino del palazzo dove abita in uno dei quartieri benestanti di Torino, via Valdieri in borgata Cenisia, e stava per andare a lavorare quando ha trovato l’assassino ad aspettarlo. Il killer gli ha sparato alle spalle con un fucile calibro 12. Il proiettile gli ha perforato un’arteria vicino al cuore. La ferita lo ha ucciso cinque ore più tardi al Cto.
Rappresentante di prodotti alimentari specializzato in latticini, 47 anni e una vita da single, Amoruso era uscito come tutte le mattine poco prima delle 7.30 per andare al magazzino dove custodiva furgoni e prodotti tipici pugliesi. Prima avrebbe dovuto passare nel caseificio in fondo alla strada per ritirare quattro cestini di ricotta ordinati la sera prima: «Mi aveva telefonato per confermare la prenotazione. Veniva a rifornirsi da me due volte alla settimana » racconta Luigi Castoro, titolare del caseificio e vicino di casa della vittima in via Valdieri.
Amoruso stava attraversando la strada quando è stato colpito. Qualche testimone ha raccontato di aver visto una 500 nera scappare in contromano forse per evitare le telecamere della zona, il che potrebbe essere il segno di un agguato preparato con cura. Nella fuga l’assassino ha perso un frammento del suo fucile, forse una molla, che è stato ritrovato dai carabinieri del comando provinciale di Torino.
OMICIDIO A TORINO VITO AMORUSO
Gli investigatori stanno scavando nel passato dell’uomo che era nato a Torino ma tornava spesso in Puglia, regione di provenienza dei genitori, per rifornirsi di prodotti tipici da vendere in Piemonte. Per oltre 15 anni ha fatto il rappresentante di prodotti alimentari: una vita normale segnata solo da un guaio giudiziario 13 anni fa. Nel 2013 ha scelto di mettersi in proprio e da maggio aveva deciso di allargare la sua attività occupando un locale in un grosso complesso di magazzini in corso Svizzera, nella periferia ovest della città.
Ad aiutarlo, oltre a un “socio francese” di cui parla qualcuno (che però non risulta dalle carte, e su cui sono in corso accertamenti) c’erano una dipendente e suo nipote Gianluca, che racconta: «Ieri mattina lo stavo aspettando in ufficio ma non l’ho visto arrivare. Era strano perché lui non era mai in ritardo e usciva sempre presto. Non ho mai visto un uomo lavorare così tanto». Aggiunge la sorella Mariangela, madre di Gianluca: «Quel lavoro era il suo gioiello e ora gliel’hanno portato via. Chi ha fatto questo deve pagare».
OMICIDIO A TORINO VITO AMORUSO
Proprio sul lavoro della vittima si concentrano le indagini dei carabinieri, che hanno acquisito la contabilità dell’azienda del rappresentante e stanno passando al setaccio l’elenco dei suoi clienti. «Vito aveva molti crediti e si lamentava che c’erano clienti che non lo pagavano », racconta Castoro. Anche su Facebook, qualche mese fa, si era sfogato: «Sempre più deluso dalle persone. Non ci sono più gli uomini di una volta con i quali bastava una stretta di mano per siglare un contratto. Che la tua attività vada a rotoli» scriveva rivolgendosi a qualcuno rimasto, per ora, senza nome.
Si indaga anche su un guaio giudiziario di qualche anno fa: il “Caseificio Pugliese”, un’azienda che ha sede in Piemonte per cui lavorava, lo aveva portato in tribunale, nel 2002, con l’accusa di appropriazione indebita: secondo i proprietari aveva manomesso dati contabili sulla fornitura di mozzarelle per 600mila di euro. Il tribunale di Torino lo aveva condannato a un anno e 4 mesi ma l’appello non si è mai celebrato.
Anche la sua vita privata resta un mistero. Si dichiarava single con gli amici e con i parenti ma i vicini raccontano di una giovane donna che lo frequentava di tanto in tanto senza mai fermarsi a dormire. I carabinieri l’hanno identificata ma, per ora, le piste privilegiate sembrano altre.