migranti giorgia meloni ursula von der leyen emmanuel macron olaf scholz

IL “MODELLO ALBANIA” BY MELONI SPACCA L’EUROPA – AL CONSIGLIO EUROPEO I 27 SI DIVIDONO SUGLI HUB PER I RIMPATRI NEI PAESI TERZI: ITALIA, POLONIA E OLANDA DA UNA PARTE, GERMANIA E SPAGNA DALL’ALTRA. L’IRA DI MACRON, SCHOLZ E SANCHEZ PERCHÉ URSULA VON DER LEYEN HA PARTECIPATO AL VERTICE DEI PAESI SOVRANISTI (PIÙ MALTA E DANIMARCA) ORGANIZZATO DALLA MELONI – MA IL CENTRO IN ALBANIA RISCHIA SUBITO DI SVUOTARSI: OGGI I PRIMI VERDETTI DEI MAGISTRATI ITALIANI PER LA CONVALIDA DEI FERMI DEI 12 MIGRANTI RINCHIUSI…

1. ALBANIA, LITE NELL’UE SOVRANISTI CON L’ITALIA MA I BIG DICONO NO

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

vertice sui migranti di 10 paesi ue - giorgia meloni ursula von der leyen

Alla fine un piccolo accordo lo hanno trovato, ma la spaccatura resta. Sui migranti, infatti, le visioni tra i 27 Paesi dell’Ue sono assolutamente divergenti. Italia, Polonia e Olanda da una parte, Germania, Spagna dall’altra. Destre sovraniste e “piccoli” da una parte, sinistra e “grandi” dall’altra. Con due eccezioni: la Danimarca e Malta che hanno governi socialisti e che infatti sono stati messi “sotto processo” nel vertice del Pse.

 

E questa volta, però, a farne le spese può essere anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha preso parte al mini-vertice organizzato ieri mattina da Giorgia Meloni e che ha innervosito sia il presidente francese, Emmanuel Macron, sia il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

 

Olaf Scholz Emmanuel Macron e Pedro Sanchez

All’incontro organizzato da Palazzo Chigi, infatti, hanno preso parte dieci alleati (Olanda, Danimarca, Polonia, Grecia, Austria, Cipro, Ungheria, Malta, Slovacchia e Repubblica Ceca) e la presidente della Commissione. L’obiettivo di fondo è quella di imporre all’Europa “hub di rimpatrio” per i migranti irregolari. La premier italiana ha puntato sull’accordo con l’Albania, l’Olanda sta studiando una soluzione analoga in Uganda e la Danimarca nel Kosovo.

 

[…]

 

ursula von der leyen giorgia meloni foto lapresse

Per la presidente del consiglio, si tratta pure di una forma di «deterrenza» nei confronti dei trafficanti di esseri umani. Ma appunto contro si sono subito schierati l’Eliseo, che invita a «a incoraggiare i ritorni quando le condizioni lo permetteranno piuttosto che impegnarsi per hub in Paesi terzi», e Berlino: «Non sono una soluzione, servono espulsioni conformi al diritto europeo».

 

«Poi certo — ha sottolineato Scholz — non tutti possono venire. Dobbiamo poter scegliere chi verrà secondo le nostre regole». Per il Belgio, inoltre, l’accordo con Tirana «non porta risultati ed è un sistema costoso». Al contrario il premier ungherese lo promuove e anche il Ppe la considera un’ipotesi da cui «trarre lezione».

 

[…]

 

Olaf Scholz Emmanuel Macron e Pedro Sanchez

Queste premesse hanno condizionato il dibattito che si si è svolto durante il Consiglio europeo. Parigi e Berlino hanno riservatamente fatto sapere a von der Leyen di non aver apprezzato la sua presenza al summit “meloniano”. Le posizioni sono rimaste divaricate fino all’ultimo. La Polonia del popolare Tusk ha addirittura cercato di espungere dal testo finale l’intera parte riguardante i migranti per evitare che ci fosse un riferimento all’anticipazione dell’applicazione del nuovo Patto sull’asilo che viene considerato da Varsavia (e anche da Roma) non vantaggioso.

 

Le conclusioni, dunque, sono la somma di veti e contrarietà. La formulazione finale non poteva che essere vaga. Nessun riferimento a “hub esterni” (sebbene se ne sia discusso) e a soluzioni concrete. Un richiamo, reclamato dalla Polonia, invece per stigmatizzare l’uso ibrido dell’immigrazione da parte di Russia e Bielorussia. […]

 

2. MA ORA IL CENTRO RISCHIA DI SVUOTARSI OGGI I PRIMI VERDETTI DEI MAGISTRATI

Estratto dell’articolo di Viola Giannoli per "la Repubblica"

 

i primi migranti arrivati nel centro di prima accoglienza di Shengjin

Anche quella manciata di migranti rimasti nel centro di permanenza e detenzione in Albania potrebbe tornare in Italia tra poche ore, salvo colpi di scena. Lo “spoiler” poggia non solo sulla sentenza del 4 ottobre della Corte di giustizia europea, che ridefinisce i criteri in base ai quali un Paese può essere definito sicuro. Ma anche sui decreti — sono già più di una decina — che i giudici di almeno tre tribunali italiani hanno emesso in soli 13 giorni, e cioè dalla decisione dei giudici europei.

 

Questa mattina in videoconferenza sull’asse Roma-Gjader si terranno le dodici udienze di convalida dei fermi agli altrettanti richiedenti asilo ai quali ieri è stato assegnato un avvocato a distanza.

 

arrivata in albania a Shengjmn la nave della marina con 16 migranti

E oggi i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma, individuato come Foro competente, si collegheranno con il centro albanese, ascolteranno i migranti ed emetteranno, immediatamente, i decreti. Che difficilmente conteranno la convalida del fermo.

 

La bocciatura dei trattenimenti sarebbe, da un lato, la diretta conseguenza della sentenza europea, alla quale gli Stati membri dell’Unione e i magistrati sono tenuti a uniformarsi, e, dall’altro, il remake di un copione già letto.

 

[…]

 

giorgia meloni edi rama - hotspot per migranti in albania

Se anche i giudici di Roma — come appare inevitabile — si conformeranno oggi alla sentenza europea e ai precedenti italiani, anche i dodici migranti egiziani e bangladesi reclusi oltre mare saranno liberi e dovranno essere portati in Italia. Come e dove è ancora tutto da capire. Così come le intenzioni del governo sul futuro dei centri in Albania che già da stasera potrebbero restare deserti se non ci saranno prove di forza.

 

Perché l’unica certezza è che si andrà, di nuovo, allo scontro tra politica e magistratura. Se qualche giorno fa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva parlato di «resistenze ideologiche dei giudici», ieri sera a PiazzaPulita ha chiarito: «L’ipotesi che i magistrati blocchino il trattenimento dei migranti in Albania? Molte di queste decisioni non le condividiamo. Le impugneremo, anche ricorrendo alla Cassazione». […]

matteo piantedosi e giorgia meloni in albania con edi rama ai futuri centri migranticentro per migranti a gjader agenti di polizia davanti all hotspot per migranti di shengjin in albania centro migranti italiano in albaniaGIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…