
MORTO UN PAPA, SE NE DOVRÀ FARE UN ALTRO: MA CHI? – TRA I CARDINALI PIÙ ACCREDITATI AL CONCLAVE DOPO LA MORTE DI FRANCESCO CI SONO GLI ITALIANI PAROLIN, ZUPPI E PIZZABALLA: IL SEGRETARIO DI STATO, CONSIDERATO “DI CONTINUITÀ” CON BERGOGLIO, È PERO ANCHE UN “EQUILIBRATORE”, ATTENTO AL DIALOGO CON LE DIVERSE ANIME – IL PAPA ARGENTINO HA PREPARATO ATTENTAMENTE LA SUA SUCCESSIONE E ANCHE L’ATTIVISMO DEGLI ULTIMI GIORNI NE È UNA PROVA: HA PROVATO A “BLINDARE” LA SUA EREDITÀ – I “GRANDI ELETTORI”: I CONSERVATORI DOLAN, MULLER E OUELLET E I PROGRESSISTI HOLLERICH E CZERNY
DAGOREPORT - COME MAI BERGOGLIO IN QUESTI ULTIMI GIORNI SI È VOLUTO MOSTRARE IN PUBBLICO, NONOSTANTE L’EVIDENTE SOFFERENZA? IL PAPA SA CHE, A 88 ANNI E DOPO I NUMEROSI PROBLEMI DI SALUTE, IL TEMPO STRINGE. E HA DECISO DI “BLINDARE” LA SUA SUCCESSIONE. A SANTA MARTA STA INCONTRANDO MOLTI CARDINALI ELETTORI, CHE PARTECIPERANNO AL PROSSIMO CONCLAVE. VUOLE ESSERE SICURO CHE CONVOGLINO I LORO VOTI SU QUELLO CHE CONSIDERA IL SUO EREDE NATURALE: IL SEGRETARIO DI STATO, PIETRO PAROLIN – LA SALA STAMPA VATICANA INTERVIENE SUL CASO DELLA VISITA A SORPRESA DI FRANCESCO A SAN PIETRO IN “STILE CLOCHARD”, SENZA ABITO TALARE E CON UN PONCHO APPOGGIATO SUL PETTO: “LE CONDIZIONI DEL PAPA MIGLIORANO, COME AVETE POTUTO NOTARE CON LE USCITE". MANDARE IN GIRO UN 88ENNE FRAGILE CON LA SCHIENA SCOPERTA NON SEMBRA IL MODO MIGLIORE PER PRESERVARE LA SUA SALUTE... – VIDEO
PAROLIN, ZUPPI E PIZZABALLA, SONO LORO I FAVORITI DEL NUOVO CONCLAVE
Estratto dell’articolo di Domenico Agasso per www.lastampa.it
Con la scomparsa di papa Francesco, la Chiesa si prepara a un conclave inedito: sarà planetario, globale, il meno eurocentrico dell’epoca contemporanea, con le periferie al centro e la maggioranza dei cardinali di nomina bergogliana che arrivano da tutto il pianeta.
Tra i cardinali più accreditati alla successione di Bergoglio emergono figure con profili molto diversi, rappresentative di sensibilità ecclesiali e geografiche eterogenei.
CARDINALE MATTEO ZUPPI BERGOGLIO
Il favorito è l’italiano Pietro Parolin. Segretario di Stato vaticano dal 2013, diplomatico di lunga esperienza, è considerato un candidato «di continuità» e allo stesso tempo «un equilibratore», capace di mantenere il timone della Chiesa su una linea pastorale aperta, ma con attenzione all’equilibrio tra le diverse anime cattoliche.
Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha una forte sensibilità sociale e una lunga esperienza nella Comunità di Sant’Egidio. È visto come espressione di una Chiesa vicina ai poveri e al dialogo, ma con un approccio pastorale innovativo, dialogante e pragmatico.
Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, è un francescano con esperienza diretta nelle terre della Bibbia. La sua candidatura potrebbe essere favorita dalla necessità di un ponte tra Oriente e Occidente, oltre che dalla sua capacità di dialogo interreligioso.
Il filippino Luis Antonio Tagle, prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, è un volto dell’Asia cattolica, con un carisma che ricorda quello di Francesco. Potrebbe essere un pontefice simbolo di una Chiesa missionaria e giovane.
Il francese Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, esperto di dialogo interreligioso, particolarmente con l’Islam, rappresenta un’Europa che vuole ancora avere un ruolo guida nella Chiesa, con un’apertura alle sfide migratorie e culturali del Mediterraneo.
Gli altri nomi in campo va annoverato il portoghese José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, poeta e teologo, una figura intellettuale di spicco con una visione aperta e dialogante della fede. La sua sensibilità culturale e il suo approccio pastorale innovativo lo rendono un candidato di rilievo per chi cerca un ponte tra tradizione e modernità.
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Nel conclave, un ruolo chiave sarà giocato dai cosiddetti «grandi elettori», quei cardinali che, pur non essendo tra i principali candidati, possono influenzare significativamente l'elezione del nuovo Pontefice.
Tra i conservatori, spiccano Timothy Dolan (Usa), arcivescovo di New York, e Gerhard Ludwig Müller (Germania), prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede; Kurt Koch (Svizzera), prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e Marc Ouellet (Canada), prefetto emerito del Dicastero per i Vescovi.
Sul fronte progressista, invece, avranno un peso determinante Jean-Claude Hollerich (Lussemburgo), relatore generale del Sinodo, e Michael Czerny (Canada), prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, entrambi strettamente legati alla visione ecclesiale di Bergoglio.
L'assemblea dei cardinali elettori incaricata di scegliere il nuovo Papa si svolgerà all'interno della Cappella sistina, sotto stretta clausura, per garantire la riservatezza e l'assenza di pressioni esterne. Partecipano i cardinali con meno di 80 anni, che giurano segretezza assoluta sul processo elettorale.
Le votazioni avvengono a scrutinio segreto e sono necessari due terzi dei voti per eleggere il nuovo pontefice. Dopo ogni voto, le schede vengono bruciate: se il fumo è nero, significa che l’elezione non ha ancora avuto successo; se è bianco, annuncia l'elezione del nuovo Papa, che viene proclamato con il tradizionale annuncio «Habemus Papam» dalla loggia centrale della basilica di San Pietro.