preti pedofili

MUORE L’ISPIRATORE DI “SPOTLIGHT”, L’INCHIESTA SULLA PEDOFILIA DEI PRETI – A 86 ANNI SE NE VA IL CARDINALE BERNIE LAW: SI DIMISE PER LE COPERTURE AI RELIGIOSI SPOSATI E MOLESTATORI – DICEVA: “COME ARCIVESCOVO ERA ED È MIA RESPONSABILITÀ ASSICURARE CHE LE PARROCCHIE SIANO UN PORTO SICURO PER I NOSTRI BAMBINI...”

 

Andrea Tornielli per La Stampa

 

PRETI PEDOFILI

Stava male, molto male, da tempo. Si è spento nelle prime ore della mattina del 20 dicembre 2017 nella clinica romana dov’era ricoverato il cardinale Bernard Francis Law, per gli amici “Bernie”, 86 anni, già arcivescovo di Boston e arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. Era nato il 4 novembre 1931 a Torreón, in Messico, dove il padre prestava servizio come ufficiale dell’aeronautica. Ordinato sacerdote per la diocesi di Natchez-Jackson nel 1961, esperto di ecumenismo e di dialogo con l’ebraismo, venne nominato da Paolo VI vescovo di Springfield-Cape Girardeau nel 1973. 

 

Undici anni dopo, nel gennaio 1984, Giovanni Paolo II lo nominava arcivescovo di Boston, successore del defunto cardinale Humberto Medeiros. Un anno dopo, nel maggio 1985, riceveva la porpora cardinalizia, divenendo uno dei più influenti prelati americani. Non soltanto grazie alla fiducia accordatagli dal Pontefice polacco, ma anche per l’amicizia e la collaborazione con l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger.

CARDINALE BERNARD FRANCIS LAW

 

Law aveva collaborato alla preparazione del nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, era il primo estensore del documento sulla guerra pubblicato dalla Conferenza episcopale statunitense, era considerato un campione dei diritti civili. Veniva visto da Roma come il punto di riferimento più sicuro nell’episcopato a stelle e strisce. Dopo l’11 settembre 2001 era stato invitato dal cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini a tenere una conferenza nella Basilica di San Giovanni in Laterano e se non fosse scoppiato lo scandalo dei preti pedofili era dato ormai per certo un suo trasferimento a Roma, alla guida di un’importante congregazione vaticana.

 

PRETI E PEDOFILIA

La sua sorte pubblica si capovolge nel giro di pochi mesi. La squadra di giornalismo investigativo del quotidiano Boston Globe, denominata “Spotlight”, ricostruisce in maniera dettagliata la storia di 87 preti pedofili le cui perversioni sessuali erano state insabbiate e coperte dai superiori della diocesi, che invece di intervenire per mettere al sicuro i bambini si limitavano a spostare il sacerdote accusato da una parrocchia all’altra permettendo così al pedofilo di abusare ancora dei bambini. La prima puntata dell’inchiesta venne pubblicata nel gennaio del 2002. Law non avrebbe resistito al suo posto per molti mesi.

 

Alla prima serie di articoli, Law aveva risposto il 9 gennaio 2002 con una prima dichiarazione nella quale ammetteva di aver commesso errori, promettendo d’ora in avanti tolleranza zero e l’applicazione di un programma di protezione dei minori denominato “Keeping Children Safe”. Il caso più eclatante tra quelli raccontati dal “Globe” era quello di padre John Geoghan, colpevole di aver abusato di 130 minori in vent’anni di trasferimenti da una parrocchia all’altra. A proposito di lui, Law rivendicò di averlo dimesso dallo stato clericale nel 1998, accelerando e forzando il consenso del Vaticano e le procedure canoniche, allora poco adeguate ad affrontare il problema.

PRETI E PEDOFILIA

 

Dopo l’uscita di nuovi articoli con la descrizione di nuovi casi, che rendeva evidente l’esistenza di un atteggiamento quanto meno omissivo e di sottovalutazione del fenomeno, l’arcivescovo Law, il 26 gennaio 2002, si rivolgeva direttamente ai fedeli della sua diocesi con una lettera aperta fatta leggere durante le messe domenicali, nella quale riconosceva che «il fallimento dell’arcidiocesi nel proteggere uno dei più grandi doni di Dio a noi, i nostri bambini, è stato devastante».

 

CARDINAL LAW

Chiedeva a tutti i sacerdoti, religiosi, suore e fedeli laici di riferire a lui personalmente ogni caso di abuso sessuale di cui fossero venuti a conoscenza in qualsiasi modo, tranne che nel sacramento della confessione. Prendeva l’impegno di denunciare all’autorità civile i preti accusati di abuso. Annunciava l’istituzione di una squadra di specialisti per affrontare il problema e una maggiore attenzione nel valutare le vocazioni sacerdotali. Infine, prometteva attenzione alle vittime e alle loro famiglie.

 

PRETI PEDOFILI

In quella lettera però non c’era ancora la parola “dimissioni”. «Come arcivescovo, era ed è mia responsabilità assicurare che le parrocchie siano un porto sicuro per i nostri bambini... Riconosco che, sia pure in forma non intenzionale, ho fallito in questa responsabilità. I giudizi che ho dato, sebbene dati in buona fede, sono stati tragicamente errati. Per questo alcuni hanno chiesto le mie dimissioni. Non credo che presentare le mie dimissioni al Santo Padre sia la risposta al terribile dolore dell´abuso sessuale di bambini ad opera di preti. Piuttosto, io intendo attuare un efficace programma a largo raggio di protezione dei bambini al fine di meglio scoprire e prevenire l´abuso sessuale su di loro».

 

Ma l’inchiesta di “Spotlight” non era finita e il 31 gennaio il “Boston Globe” rendeva noto che «Sotto una straordinaria cortina di segretezza, l´arcidiocesi di Boston negli ultimi dieci anni ha silenziosamente patteggiato accuse di molestia sessuale a danno di minori contro almeno 70 preti». Un sondaggio nei giorni successivi mostrava che il 48 per cento dei cattolici della diocesi non aveva più fiducia in lui.

 

RIVELATI I FILE SUI PRETI PEDOFILI

Nell’aprile di quell’anno il cardinale venne a Roma, incontrando non soltanto il Papa ma anche vari capi dicastero della Curia. Nel comunicato disse di essersi sentito confortato e incoraggiato. La situazione era però divenuta ormai insostenibile. Nonostante che Giovanni Paolo II fosse per la sua storia personale e la sua provenienza, poco restio ad accettare le dimissioni forzate di un vescovo sotto la spinta dell’opinione pubblica e delle autorità pubbliche (nella Polonia comunista si fabbricavano dossier con accuse spesso false contro il clero), alla fine si convinse che Bernie Law doveva andarsene.

 

Preti Pedofili

Il 13 dicembre 2002, con una dichiarazione resa nota anche dalla Sala Stampa vaticana, Law ringraziava Papa Wojtyla per aver accolto le sue dimissioni dalla guida dell’arcidiocesi di Boston e chiedeva scusa per quanti avevano sofferto a causa dei suoi errori. Lasciava gli Stati Uniti per ritirarsi a Roma. Passata la tempesta, ormai al termine del suo pontificato, il 27 maggio 2004 Giovanni Paolo II lo nominava arciprete della patriarcale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore.

 

Un incarico che Law ha ricoperto fino al 2011, cioè fino al compimento degli ottant’anni, durante la maggior parte del pontificato di Benedetto XVI. Si sbaglierebbe però chi pensasse che il ruolo di Law nelle vicende della Chiesa americana fosse diminuito a causa della vicenda che lo aveva travolto. Il cardinale è rimasto infatti per anni un personaggio influente nella nomina dei vescovi degli Stati Uniti. Dopo aver lasciato Santa Maria Maggiore, ha vissuto nel Palazzo della Cancelleria, tra Corso Vittorio Emanuele II e Campo de' Fiori.

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?