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IL MUSEO CHE BRUCIA NEL DESERTO – LE SPETTACOLARI IMMAGINI DEL 'BURNING MAN' 2018 TRA SQUALI GIGANTI, PILE DI MACCHINE E 'THE ORB', IL ''PIANETA'' RIFLETTENTE PUNTO DI RITROVO NEL DESERTO – UN VIAGGIO NEGLI OTTO GIORNI DEL FESTIVAL, TRA I PIÙ ESPRESSIVI E DISINIBITI DEL NOSTRO TEMPO, TRA ESIBIZIONI, MOSTRE D’ARTE, PERFORMANCE, WORKSHOP E GIOCHI - VIDEO
Silvia Morosi per "www.corriere.it"
La genesi del Burning Man
Si svolge ogni anno dal 1991 a Black Rock City, nel deserto del Nevada. E ogni anno attira sempre più partecipanti. Si tratta del «Burning Man», il festival dedicato «alla comunità, all’arte, all’espressione personale e all’autosufficienza». La kermesse prese il via 31 anni fa, nel 1986, quando Larry Harvey e Jerry James, i fondatori, festeggiarono il solstizio d’estate bruciando un pupazzo di legno alto di circa 3 metri sulla Baker Beach di San Francisco.
Dal 1991 il festival si tiene nel deserto del Nevada, in cui sorge una città anarchica, la Black Rock City, che viene smantellata completamente alcuni giorni dopo la manifestazione.
Harvey ha stilato nel 2004 «dieci principi» fondamentali che esemplificano la cultura del festival: inclusione radicale, dono, demercificazione, autosufficienza radicale, autoespressione radicale, sforzo comune, responsabilità civica, non lasciare traccia, partecipazione, immediatezza.
Per rispettare una delle altre regole del decalogo, «non lasciare traccia», alla conclusione del festival, la Play restoration crew viene incaricata di ripulire tutto, eliminando le tracce dei partecipanti. Il tema di quest’anno è stato «I, Robot». la kermesse si è tenuta dal 26 agosto al 3 settembre.
Un museo a cielo aperto
Come accade ogni anno tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, il deserto del Nevada si trasforma in un’enorme distesa d’installazioni a cielo aperto grazie al «Burning Man», con esibizioni, mostre d’arte, performance, workshop e giochi.
Munirsi di generatori
Niente elettricità, nessuna connessione per i cellulari, nemmeno un bar dove prendere qualcosa da bere. Per sopravvivere al Burning Man bisogna attrezzarsi con generatori, acqua, cibo e tutto il necessario.
Tra i partecipanti (70mila mila circa) dell’edizione 2018 dal tema «I, Robot» anche creativi del calibro di Arne Quinze, Studio Drift, Yves Behar e l’architetto Bjarke Ingels.
Una città artificiale
La forma circolare del Burning Man Festival. In questo luogo dove vige il baratto e non servono soldi.
Il costo dei biglietti
Al festival serve avere con sé tutto l’occorrente per il soggiorno: il biglietto di ingresso quest’anno era di 425 dollari per un ticket). E niente fotografie e video, che possono essere scattate e girati solo dopo l’autorizzazione del comitato organizzatore.
The Orb
The Orb, il «pianeta» riflettente che Bjarke Ingels e Jakob Lange hanno piazzato nel bel mezzo del deserto per il Burning Man 2018. L’opera è diventata il punto di ritrovo più gettonato durante il festival.
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