anziani in giappone

MEGLIO UNA FINE SPAVENTOSA CHE UNO SPAVENTO SENZA FINE - IN GIAPPONE AUMENTANO GLI ANZIANI IN DIFFICOLTA’ ECONOMICA CHE COMPIONO PICCOLI FURTI PERCHÉ IN PRIGIONE SONO GARANTITI TRE PASTI AL GIORNO, CURE MEDICHE GRATUITE E ASSISTENZA CONTINUA - PER LA SERIE: MEGLIO IL CARCERE DI UNA VITA DI STENTI…

Christian Martini Grimaldi per “la Stampa”

 

GIAPPONE anziani

Chi pensava che il Giappone invecchiasse a un ritmo vertiginoso (nel 2030 un terzo della popolazione sarà over 65) forse è perché non ha mai gettato un' occhiata nel microcosmo delle carceri del Paese dove il tasso di crescita della popolazione anziana negli ultimi anni è lievitato a un ritmo doppio di quello della popolazione generale. Se negli Anni 70 la percentuale degli anziani con le divise «a strisce» (che qui sono tinta unita rosa e blu, rispettivamente per donne e uomini) era un mero 2,5%, negli ultimi anni sfiora il 20% (nella prefettura di Tokushima uno su quattro).

 

I crimini più comuni sono i piccoli furti, il conto al ristorante non saldato, il viaggio a scrocco sul treno. Le pene vanno da 6 a 4 anni e per molti detenuti l' ansia alla lettura della sentenza non ha nulla a che fare con la durata della pena in sé ma si proietta oltre la condanna da scontare, quando la vita di tutti i giorni tornerà a farsi sentire in tutto il suo vuoto di senso.

ANZIANI IN GIAPPONE

 

Infatti se il carcere offre tre pasti caldi garantiti tutti i giorni, medicine gratuite, dottori e assistenti a volontà, allora la vera prigione diventa quella là fuori, fatta di bollette da pagare, le spese del medico che non si possono procrastinare, e l' incurabile solitudine (muoiono così, kodokushi, 30.000 anziani l'anno).

 

Per di più, se hai passato i 65 anni, un comodo letto, al contrario dei «normali» detenuti che solitamente si devono accontentare di un semplice futon su tatami, non te lo nega a nessuno: infliggere agli anziani affetti da cronici mal di schiena l' obbligo di ripiegare ogni giorno il futon equivarrebbe ad aggiungere un ulteriore inutile pena. A pranzo, oltre carne e pesce, servono anche il rice porridge cucinato appuntino per quei palati che non possono più sfoggiare una solida dentatura.

ANZIANI IN GIAPPONE

 

Il Paese dei manga sembra un fumetto: quello in cui il gradino più basso della dignità umana diventa la prima delle sefety net, reti di sicurezza. Le pensioni, per molti che continuano a riceverle tra le sbarre, sono infatti talmente misere (55.000 yen 430 euro) che l'alternativa di passare qualche mese al caldo e al sicuro (tra gli anziani molti sono ex senzatetto) diventa persino «atarimae», ovvia. Non sono pochi gli anziani che compiono furti mirati per finire in questa «casa di cura» alternativa.

 

Nonostante l'alto tasso di attempati galeotti le carceri vengono disciplinate con l'inflessibilità tipica di un penitenziario (cura delle uniformi e pulizia delle stanze) anche se la semplice messa in riga dei detenuti, tra acciacchi fisici e mentali, può richiedere anche dieci minuti.

 

ANZIANI IN GIAPPONE

Uno degli incarichi che ogni secondino giapponese non può snobbare di questi tempi non è quello di sedare risse o fare la voce grossa ma curarsi di aprire, all' ora dei pasti, quelle minuscole porzioni di condimento contenute in involucri trasparenti la cui foratura è possibile solo attraverso un preciso e mirato strappo che per un over 70 con le mani rigide e anchilosate può trasformarsi in una soluzione indistricabile pari a un cubo di Rubik.

 

Ma per gli stoici agenti di custodia questa non è neppure la più seccante delle incombenze, piuttosto lo è quella di mantenere l' ordine. E non per via di soggetti irascibili e indisciplinati come verrebbe naturale pensare in un luogo che vede convivere uno accanto all' altro truffatori, ladri e assassini, ma perché spesso il minuto dopo che un ordine è stato impartito molti tra i «senior» o lo dimenticano o fanno qualcosa che non ha nulla a che fare con quello che era stato loro chiesto.

 

ANZIANI IN GIAPPONE

Gli anziani carcerati che non riescono a tenere il passo con il resto della camerata vengono introdotti nel yougokoujo, una sorta di detenzione separata, dove gli inquilini passano il giorno a comporre origami e omamori, a rodare sedie e tavolini, anche se nelle ore post prandiali, confessano testimoni, la siesta diventa l' attività più apprezzata.

 

Ma dormire nelle prigioni del Sol Levante dove il lavoro è d' obbligo è un tabù. Bisogna infatti giustificare agli occhi dei contribuenti che i soldi spesi se pur non riusciranno a ottenere il fine ultimo della rieducazione del detenuto (il tasso di recidiva tra gli anziani è altissimo, 70%) comunque saranno serviti a creare una qualche forma di ricchezza materiale, che non avrà la nobiltà del primo fine ma varrà pur sempre qualcosa (gli oggetti costruiti dagli anziani vengono rivenduti in precisi giorni dell' anno in varie città e anche in Rete: ci sono 2200 aziende che si avvalgono di questi «artigiani al gabbio»).

 

Ai carcerati malati di demenza che dopo furti reiterati - al primo furto si chiude un occhio, al secondo scatta una sanzione, dal terzo in poi non c' è clemenza che tenga - finiscono in carcere li aspettano lavoretti manuali tassativamente ripetitivi, come levigare con una carta vetrata un incastro di legno da montare. Quando gli viene chiesto a cosa stanno lavorando non sanno cosa rispondere, ma serve pur sempre ad ammazzare il tempo. Ma la demenza senile è una doppia causa di carcerazione per i più anziani. Ci sono infatti detenuti che per disperazione arrivano ad uccidere il partner di una vita malato di Alzheimer.

 

Col tempo la coppia che aveva regolato i propri ritmi sui reciproci bisogni si vede venir meno le quotidiane certezze, e quello che prima appariva come un fidato sostegno per assorbire i malanni dell' incipiente senilità e condurti con serenità verso l' ultimo porto diventa un fardello ogni giorno più pesante. A quel punto la voglia di mettere fine al supplizio finisce facilmente per confondersi con una catarsi.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…