giorgio armani natalia aspesi

“GIORGIO ARMANI È IL SOLO CHE ANCORA LAVORA CON PASSIONE NELLA MODA, COME SE I 90 ANNI NON LO AVESSERO NEPPURE SFIORATO” – NATALIA ASPESI IN LODE DELLO STILISTA CHE HA INVENTATO LA MODA ITALIANA: “LUI RESTA IL PIÙ OSCURO, IL PIÙ SEGRETO, QUELLO CHE HA CONSERVATO IN SÉ UN DOLORE ANTICO, MAI ESPRESSO. IL DOLORE DI RESTARE CHIUSO IN SÉ, CON TUTTO IL MONDO CHE LO ADORA. NE AMMIRO, CON INVIDIA, IL MODO RIGOROSO CON CUI CAMMINA, DENTRO PANTALONI E MAGLIETTA BLU, SOLO, PERCHÉ IO LO SO, A QUELLA ETÀ CI SI SENTE UN PO’ PERDUTI, APPUNTO MOLTO SOLI…”

Estratto dell’articolo di Natalia Aspesi per “la Repubblica”

 

giorgio armani 8

Lo aspettavo, come sempre: sempre uguale da una miriade di anni, un fitto mazzo di fiori, tante rose bianche strette l’una alle altre e nient’altro. Non i grandi mazzi che vanno bene oggi, fiori diversi, strani ed enormi, ma uno classico: rose bianche. Lo aspettavo con la malinconia di chi immagina che questa volta non ci sarà: e non so perché ci tenevo, forse perché di tutti i nomi celebri della moda è il solo che ancora lavora con passione, (mi vergogno a dirlo, come me) come se i 90 anni non lo avessero neppure sfiorato. Invece Giorgio Armani non se ne è dimenticato e, come una scema, mi sono sentita felice per quel mazzo eterno, uguale come a ogni compleanno, un classico che nulla può cambiare.

natalia aspesi

 

Io non vedo Armani da decenni, forse da quando accompagnava la più bella delle belle, Sophia Loren, la sua magnifica coetanea, a qualche meraviglioso evento, di cui, lo sapevo, a loro non importava nulla. Ma forse lui non sa neanche dei fiori, magari li mandano per abitudine, non importa: però lui resta, e forse ben pochi lo hanno capito, il più oscuro, con tutta la sua storia, il più segreto, quello che ha conservato in sé un dolore antico, mai espresso, mai detto. Il dolore di non andare oltre, di restare chiuso in sé, con tutto il mondo che lo adora.

 

giorgio armani 9

[…] adesso Giorgio Armani ha davvero 90 anni! Lo si vede sempre arrivare gentile e camminare solo, seguito dai suoi amici, mentre va ad assistere all’amato basket e fa festa coi giovani tifosi. E io, sorpresa! Essendo persino un bel po’ più vecchia di lui, ne ammiro, con invidia, il modo rigoroso con cui cammina, dentro pantaloni e maglietta blu, solo, perché io lo so, a quella età ci si sente un po’ perduti, appunto molto soli.

 

Io ho conosciuto Armani a Milano nel 1975: lui, il socio Sergio Galeotti e la geniale segretaria. Avevano un ufficio, due locali in corso Venezia, e stavano preparandosi per la loro prima sfilata, fatta di vestiti tutti uguali di diverso colore, che mi sembravano molto belli. Io ci andai, forse sì, forse no (non ricordo): e il giorno dopo fu il suo trionfo per i giornalisti americani che già lavoravano in un giornale di moda, quello poi che da noi divenne un esempio da cui, perdono, copiare.

 

giorgio armani 5

Stava nascendo il prêt-à-porter italiano, che in un baleno cancellò l’alta moda francese, quella dove si andava con un cartellino profumato per tenere lontano chi voleva vedere come i ricchi si vestivano: le povere giornaliste che appunto, povere, l’avrebbero saputo sei mesi dopo. Invece con questo modo onesto di inventare e fare, d ivennero le regine, le gran dame, le adorabili presenze alle sfilate.

 

giorgio armani 4

Non più esiliate, sempre presenti, donne i cui nomi venivano detti con adorazione, e si imparò subito a trattarle, vere o false che fossero, come delle star. Ce ne erano, di queste signore inavvicinabili. La più inventiva era Franca Sozzani direttrice di Vogue Italia . Le più imperiose furono le americane e le inglesi come Anna Wintour, di magrezza impressionante, oggi 74 anni spietati e nessun sorriso, che poi al cinema, nel 2006, fu la deliziosa villana interpretata dalla villanissima Meryl Streep nel Diavolo veste Prada.

 

Quando nel 1982 arriva sulla copertina di Time , Giorgio Armani ha 48 anni e quell’aria giovane e severa che lo rende l’uomo che tutti vorrebbero. Anche noi, non osando, sapendolo inavvicinabile e troppo carino per noi. Con la fulminea violenza di quegli anni in cui succede di tutto anche in Italia, Armani, con il suo lavoro e l’accanita dedizione si è fatto ricco, ha iniziato quella eterna e mai finita carriera per essere oggi l’uomo più ricco d’Italia dopo Giovanni Ferrero e Andrea Pignataro, lavorando e lavorando.

 

Sergio Galeotti giorgio armani

È Sergio Galeotti, il meraviglioso e felice amico più giovane che ha costretto Giorgio a tentare con la moda che ormai è una stupefacente carriera, a non stare bene. Si parla di un cupo piacere che si chiama darkroom e ce ne sono in abbondanza a New York. Il venerdì sera partono i giovani amici festosi e vanno a chiudersi in quei luoghi, che uno si immagina come vuole, nel buio, notte e giorno senza vedersi e con la musica ossessiva. E perché non ci deve andare Sergio, che con tutti i soldi che sta guadagnando si trova quasi spaesato, chi l’avrebbe mai detto?

giorgio armani 3

 

Poi gli studiosi gli trovano il nome, Aids, e di colpo nella sola Italia più o meno 40mila persone muoiono in maniera straziante, ragazzi che si sono fatti di eroina, ragazze emofiliache che hanno preso sangue infetto.

A Forte dei Marmi dove c’è una delle case che Armani ha cominciato a comprare, assieme alla più amabile e cara Rachele andiamo a trovare Sergio e lui in carrozzina, quasi immobile e non lo sa, ci fa una gran festa. Morirà a quarant’anni nell’agosto del 1985.

 

[…]  Io non so perché non ho ricordi del dolore che deve aver colpito la fine di quell’uomo che per Armani era stato così importante, lo aveva lanciato nel suo meraviglioso lavoro e gli aveva dato il coraggio di vivere, e di lasciarsi andare al piacere di creare.

 

giorgio armani 2

Io so che non ha dimenticato le vecchie giornaliste e non solo loro, se ne ricorda in silenzio, perché poi alla fine è un uomo molto buono. A 90 anni è dura, ma lui lavora. Come me. Può rifugiarsi ovunque nelle sue mille case che ricordo, e che avrà scambiato con altre: due grandi barche che sembrano navi enormi, due ville a Saint Tropez, una a Sankt Moritz, un appartamento a New York, una doppia casa a Bermuda, una vecchia villa a Forte dei Marmi, e una magnifica dimora a Pantelleria.

giorgio armani 12

 

Noi giornaliste abbiamo vissuto soprattutto negli anni 2000, come se fossimo ricche. Giravamo il mondo per le troppe sfilate. C’era una sfilata New York? E noi ci andavamo. C’era un grande festa sulla Grande Muraglia, e noi eccoci lì. E in Giappone bisognava che vedessero le nostre sfilate. Caro Giorgio, come era bello!

giorgio armani 10giorgio armani 1giorgio armani 6giorgio armani 7giorgio armani 11

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)