CHI VINCERA’, GOVERNERA’ MACERIE - NEL DONBASS LA RUSSIA HA MESSO IN ATTO LA DISTRUZIONE SISTEMATICA DI INFRASTRUTTURE, FERROVIE, AREE ABITATE, SITI INDUSTRIALI, OSPEDALI - DANNI INCALCOLABILI CHE PESERANNO SUL FUTURO DELL'UCRAINA, CHIUNQUE SARÀ IL VINCITORE - LE DEVASTAZIONI SONO UNA CONSEGUENZA DELLA TATTICA “STORICA” DEI RUSSI: TERRA BRUCIATA, LIVELLAMENTO DI QUALSIASI OSTACOLO, PUNIZIONE PER TUTTI - MOSCA HA SPARATO OLTRE 2 MILA MISSILI A LUNGO RAGGIO CONTRO TARGET MILITARI E CIVILI…
Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Quello messo in atto dalla Russia è un «urbanicidio», la distruzione sistematica di infrastrutture, ferrovie, aree abitate, siti industriali, ospedali. Aaron Clements-Hunt su Newsline Magazine fa un drammatico elenco dei danni che peseranno sul futuro dell'Ucraina, chiunque sarà il vincitore. Le devastazioni sono una conseguenza della tattica «storica» dei russi: terra bruciata, livellamento di qualsiasi ostacolo, punizione per tutti.
Mosca ha sparato oltre 2 mila missili a lungo raggio contro target militari e civili, messi insieme sotto un martello pesante. Al tempo stesso la resistenza ha scelto di trasformare alcune delle sue città in roccaforti, per un'esigenza bellica ma anche politica: lasciarle in mano all'invasore sarebbe un premio all'aggressione.
Secondo l'esperto Tom Cooper, il generale Alexandr Dvornikov mantiene un ruolo primario, ma c'è anche - forse in posizione subordinata nonostante sia vice ministro - il generale Gennady Zhidko, con compiti di riorganizzatore/coordinatore. Il sentiero di guerra è consueto: ricognizione di droni, tiro di sbarramento non importa quanto preciso, progressione modesta di Battaglioni a ranghi incompleti una volta che l'area designata è stata indebolita (o si pensa che lo sia).
Ciò spiega i tempi lenti sui quali incide la capacità del nemico, tosto però fiaccato. I racconti dalle trincee ucraine danno il senso della sofferenza. Parlano di un alto numero di militari uccisi o feriti, della necessità di ruotare ogni tre giorni i fanti per impedire che abbiano un tracollo psico-fisico, della mancanza di sostituzioni adeguate. Nei primi 100 giorni la battaglia si è portata via chi era più addestrato, ora - spiegano - sono mobilitate le seconde schiere, civili che coraggiosamente devono indossare una divisa. Alcune unità sono state spazzate via, anche fra gli invasori.
militari russi entrano nel donbass 2
Il comando di Zelensky deve mantenere l'equilibrio di un dispositivo impegnato sui quattro punti cardinali: a sud/sud est, dove c'è il cuore del confronto; a nord c'è una vigilanza attiva al confine bielorusso, anche se Lukashenko non sembra pronto a intervenire direttamente; la tutela della capitale Kiev e la difesa di Odessa; le retrovie, con la gestione degli aiuti Nato. Il neo-zar ha invece la possibilità di scegliere dove applicare la massima potenza, scelta che attenua parzialmente i guai logistici e la carenza di truppe. I mezzi, poi, alla Russia non mancano.